lunedì 16 aprile 2018

Assumere la pillola contraccettiva non fa aumentare i rischi di sviluppare cancro al seno

Fabio Di Todaro
I contraccettivi ormonali combinati, cioè quelli che contengono sia un estrogeno sia un progestinico, rappresentano la soluzione contraccettiva farmacologica più impiegata nel mondo.

Attorno a loro, però, un’aura di sospetto: legata alla possibilità di insorgenza di un tumore al seno tra le donne che li assumono. Ipotesi anticipata da alcune pubblicazioni, ma poi smentita da uno studio pubblicato sulla rivista «Clinical Breast Cancer», condotto da un team di ricercatori italiani dell’Università di Modena e Reggio Emilia. 

La ricerca ha riguardato una campione di 2527 donne a rischio familiare di tumore al seno, anche portatrici della mutazione Brca: quella che ha portato l’attrice Angelina Jolie a rimuovere a scopo preventivo sia i seni sia le ovaie. L’analisi retrospettiva ha rilevato che l’uso di contraccettivi ormonali combinati non ha aumentato le probabilità di ammalarsi di tumore al seno, anche in caso di gruppi a rischio alto e intermedio.

Pesa di più l’età tardiva della prima gravidanza
I ginecologi e gli oncologi del centro per lo studio dei tumori eredo-familiari dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena hanno eseguito una revisione delle cartelle cliniche di 2527 donne che avevano partecipato allo screening di valutazione oncologica. Il dieci per cento di loro aveva avuto un tumore al seno prima dei cinquant’anni.

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domenica 15 aprile 2018

Gli antenati del Viagra. Storia millenaria degli afrodisiaci, dagli antichi romani alle parole in chat

Evelyn De Morgan (1855 - 1919). La Pozione d’Amore
Andrea Cionci
Sono appena passati vent’anni dalla prima commercializzazione del Viagra, la pillola azzurra che ha, in gran parte, risolto la disfunzione erettile. Fu una rivoluzione epocale nel campo dell’andrologia che, prima del Viagra, basava le terapie soprattutto su fastidiose iniezioni.

«Oggi, ad avvalersi di questo medicinale vasodilatatore a base di Sildenafil – spiega l’urologo Alberto Pansadoro - sono soprattutto uomini sopra i 50, spesso diabetici, o magari con 30 anni di fumo alle spalle. Il tabagismo è, infatti, tra le principali cause di impotenza: rovina le arterie e siccome quelle del pene sono molto piccole e delicate, sono fra le prime ad essere danneggiate. Tuttavia, il medicinale è prescritto anche per quei giovani che hanno problemi di natura psicologica. A volte, capita che di fronte a qualche primo “insuccesso”, essi entrino in un circolo vizioso di inibizione. Il Viagra costituisce allora un appiglio per la propria sicurezza».

L’ENERGIA PSICHICA DI AFRODITE

Per quanto la pillola blu agisca dal punto di vista puramente organico è interessante notare come l’erezione maschile sia l’unica manifestazione del corpo umano che, da sola, non dipende dalla volontarietà e, al tempo stesso, non è una funzione spontanea come, ad esempio, la digestione o la respirazione. Essa è legata alla più vitale fra le pulsioni umane, la libido, un’energia psichica, una spinta vitale che esula dalla sfera sessuale e può esser sublimata e investita in interessi come l’arte, la politica, lo studio, la ricerca, insomma, in tutto ciò che è alla base della civiltà umana. 

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sabato 14 aprile 2018

La ricerca dimostra che il fluoro calcifica la ghiandola pineale

La ghiandola pineale è nota come la “sede dell’anima” da centinaia di anni. Il fluoro, un vettore di tossicità onnipresente nel mondo moderno, potrebbe effettivamente calcificare questa ghiandola e trasformarla in pietra?


La scoperta

Una ricerca pubblicata nel 2001 ha mostrato che i depositi di fluoro (F) nella ghiandola pineale avvenuti con l’età  sono associati alla sua calcificazione. Furono sezionate le ghiandole di undici cadaveri di soggetti anziani e le conclusioni furono:
“C’era una correlazione positiva tra la concentrazione pineale di F [fluoro ] e di Ca [ calcio] (r = 0.73, p <0.02) ma nessuna correlazione tra la concentrazione pineale di F e quella dell’osso. Nella vecchiaia la ghiandola pineale ha accumulato F e la sua Il rapporto F / Ca è più alto dell’osso. ”

Questa non è la prima ricerca che incolpa il fluoro dicontribuire alla cosiddetta calcificazione ectopica o alla calcificazione dei tessuti molli.

Cos’è la ghiandola pineale?

E’ una piccola ghiandola endocrina nel cervello dei vertebrati, ed è talvolta chiamata il “terzo occhio” in quanto è un organo sensibile alla luce, situato in posizione centrale con caratteristiche cellulari che assomigliano alla retina umana.

La ghiandola pineale è meglio conosciuta per il suo ruolo nel produrre l’ormone melatonina dalla serotonina (innescata dall’assenza di luce) e influenza i ritmi di veglia / sonno e i ritmi stagionali / circadiani. E’ grande come una piccola pigna a forma di pisello, si trova vicino al centro del cervello, tra i due emisferi ed è una struttura cerebrale unica poiché non è protetta dalla barriera emato-encefalica. Questo potrebbe anche spiegare perché è univocamente sensibile alla calcificazione tramite esposizione al fluoro.

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giovedì 12 aprile 2018

Lo sapevi che...

Fonte

Unicef, 700 bambini al giorno muoiono per acqua non pulita

Giornata Mondiale Acqua, due miliardi senza accesso

ROMA - Ogni giorno oltre 700 bambini muoiono per malattie legate ad acqua non pulita e scarse condizioni igienico-sanitarie. Lo evidenzia l'Unicef in occasione della Giornata mondale dell'acqua che ricorre il 22 marzo. Nel mondo circa 2,1 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua pulita e almeno 263 milioni di persone impiegano più di 30 minuti per raccogliere acqua, ricorda il Fondo dell'Onu per l'infanzia, che sottolinea come siano i bambini le prime vittime della mancanza d'accesso alle risorse idriche.
"Quando un bambino ha accesso ad acqua sicura è meno esposto a rischi e pericoli vitali per la sua crescita. L'accesso all'acqua ancora oggi rimane un 'lusso' per miliardi di persone in tutto il mondo", dichiara Giacomo Guerrera, presidente dell'Unicef Italia.

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mercoledì 11 aprile 2018

Diabete, addio aghi. Per la misura della glicemia arriva un cerotto

Sviluppato in GB, potrebbe aiutare a gestire meglio la malattia

 Addio aghi per i diabetici, 'arriva' un cerotto per misurare la glicemia che si appiccica sulla pelle e dà una misura molto accurata ogni 10-15 minuti, senza punture.


    Funziona 'risucchiando' lo zucchero presente nei fluidi sottocutanei per poi misurarlo.


    Il cerotto - che potrebbe rivoluzionare la gestione quotidiana del diabete per i pazienti - è stato presentato in un lavoro oggi sulla rivista Nature Nanotechnology, condotto presso la britannica University of Bath da Richard Guy del Dipartimento di Farmacia e Farmacologia.


    Nel diabete l'organismo non riesce più a tenere sotto controllo la concentrazione dello zucchero nel sangue (glicemia) e il paziente ha bisogno di assumere farmaci e/o insulina (l'ormone cardine che regola la glicemia) per evitare pericolosi picchi di zuccheri (in eccesso o in difetto). Per la gestione delle terapie diviene dunque fondamentale per il paziente il monitoraggio della glicemia, che il paziente esegue tutti i giorni in autonomia con degli apparecchietti portatili che leggono la glicemia su una goccia di sangue.

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martedì 10 aprile 2018

Abbuffata di plastica, più di 100 particelle a ogni pasto

Arrivano nel piatto con le polveri di casa

Una vera 'indigestione' di plastica giornaliera: sono più di 100 le minuscole particelle di questo materiale che ingoiamo ad ogni pasto. Dai mobili e i tessuti sintetici di casa, le minuscole particelle di plastica finiscono nelle polveri domestiche e, con queste, 'atterrano' nel piatto. E' quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Pollution e condotta dall'università Heriot-Watt di Edimburgo.

La scoperta, per quanto sorprendente, è avvenuta in modo semplice: gli studiosi hanno posto delle piastre di Petri (i tipici piatti di vetro utilizzati in laboratorio per le colture cellulari in laboratorio) vicino ai piatti nei quali venivano consumati i pasti in tre abitazioni. Speciali 'trappole' di polvere all'interno delle piastre hanno permesso di contare fino a 14 minuscoli frammenti di plastica (microplastiche) alla fine di un pasto di 20 minuti, l'equivalente di 114 fibre di plastica su un piatto più grande, come quello da portata. Il che significa che in un anno nello stomaco di ogni individuo possono finire, a sua insaputa, fino a 68.415 fibre di plastica potenzialmente pericolose.

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Pizza: quante calorie hanno i diversi tipi e quando non dovresti mangiarla

Può essere considerato un piatto unico per gli ingredienti che contiene: ecco perché è bene non esagerare È il piatto più famoso della cucin...