martedì 24 marzo 2020

Covid-19, lo smog “amico” del virus: le polveri sottili accelerano il contagio

Le polveri stanno veicolando il virus. Più ce ne sono, più si creano autostrade per i contagi. Ridurre al minimo le emissioni e sperare in una meteorologia favorevole. Gianluigi de Gennaro ricercatore Università di Bari. La pericolosa relazione tra inquinamento e smog. 



Combattiamo da giorni una guerra globale contro un essere di pochi micron che sfrutta il nostro corpo per vivere. Il Covid-19 ha una estrema voglia di vivere tanto che è capace di sopravvivere sulle superfici metalliche e plastiche da pochi minuti fino ad massimo di 48 ore.

Coronavirus, Pecoraro Scanio: “Roma senza smog riduce rischio contagio”
Abbiamo l’Italia del nord completamente in ginocchio e mettendo insieme vari studi l’università di Bologna e di Bari sono arrivati alla conclusione che l’inquinamento è un mezzo di trasporto sfruttato dal virus, un problema che uccide già 60.000 persone/anno in Italia ora lo ritroviamo anche amico del virus più famoso del nuovo secolo come riportato nel seguente studio: COVID19 – Position Paper, effetto inquinamento e diffusione virus
Come spiega Leonardo Setti, ricercatore al Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari” dell’Università di Bologna.  “Le alte concentrazioni di polveri registrate nel mese di febbraio in Pianura Padana hanno prodotto un boost, un’accelerazione alla diffusione del COVID-19. L’effetto è più evidente in quelle province dove ci sono stati i primi focolai”.
Conferma la ricerca Gianluigi de Gennaro, dell’Università di Bari: “Le polveri stanno veicolando il virus. Più ce ne sono, più si creano autostrade per i contagi. Ridurre al minimo le emissioni e sperare in una meteorologia favorevole”.

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lunedì 23 marzo 2020

Sintomi coronavirus: attenti a diarrea e problemi digestivi

Uno studio conferma quello che già molti medici sostenevano: la Covid-19 può colpire anche stomaco e intestino


Abbiamo imparato da giorni che i sintomi più importanti della Covid-19 sono simili a quelli dell’influenza stagionale. Si è parlato quindi di disturbi respiratori, come raffreddore, tosse secca, febbre anche alta, congiuntivite, fino ad arrivare a difficoltà a respirare e a una grave infezione polmonare. Proprio perché attacca in genere il sistema respiratorio viene di solito trasmesso attraverso le goccioline di Flūgge, che sono quelle che emettiamo ogni volta che tossiamo e starnutiamo. Ecco spiegato il motivo per cui si indossano le mascherine, bisogna lavarsi spesso le mani e stare a distanza per cercare di prevenire l’infezione. Diarrea sintomo del coronavirus era un sospetto, uno studio cinese lo conferma.

Diarrea sintomo del coronavirus

Ora però un nuovo studio mette in guardia su altre manifestazioni scatenate dal coronavirus possono colpire anche lo stomaco e l’intestino. Alcune persone possono manifestare la Covid-19 con diarrea e altri problemi digestivi. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica American Journal of Gastroenterology.

I ricercatori hanno analizzato i dati di 204 pazienti con Covid-19 nella provincia cinese di Hubei, primo focolaio della pandemia. Quasi la metà di loro, precisamente il 48,5%, aveva sintomi come diarrea, vomito o dolore addominale. Sono stati 99 i pazienti che avevano manifestato questi segnali. Novantadue di loro hanno avuto anche sintomi respiratori, mentre sette solo intestinali.

domenica 22 marzo 2020

Come faccio a sapere se ho il coronavirus?

I due principali sintomi del coronavirus da osservare sono una tosse secca e/o febbre continua. Ecco come capire se si è infetti o meno e cosa fare.


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CORONAVIRUS, IL GOVERNO CHIAMA 300 MEDICI VOLONTARI. RISPONDONO IN 7 MILA

Sono oltre 7mila i medici che hanno risposto all’appello del governo che, tramite bando ad hoc, ne chiedeva 300.

Francesco Boccia, ministro  per gli Affari Regionali  e le Autonomie, intervistato al Tg1 ha ammesso che non se ne aspettavano più di cento disposti a recarsi al ‘fronte’. A combattere e possibilmente a debellare il nemico invisibile che sta falcidiando vittime a più non posso.
Erano oltre 7000 alle ore 19. Ma saranno molti di più gli ‘eroi’ in camice bianco pronti a combattere la battaglia più dura dal dopoguerra ad oggi.
Medici di tutte le età e di tutte le regioni, isole comprese hanno accettato di scendere in campo (loro sì) al servizio di chi sta lottando per la vita.
Loro, oggi (e non solo) l’Italia migliore.

venerdì 20 marzo 2020

Coronavirus, non è stato creato in laboratorio. Ecco la prova

Uno studio rivela l'analisi del genoma del Covid 19, svelando l'origine naturale


IL NUOVO coronavirus (Sars-CoV-2) sarebbe il risultato dell'evoluzione naturale di altri virus della stessa 'famiglia' e non un prodotto di laboratorio o di ingegneria genetica (cioè non fatto dall'uomo manipolando geni virali in provetta), come insinuato più volte dall'inizio dell'epidemia. Lo suggerisce uno studio sui genomi del Sars-CoV-2 e virus affini pubblicato sulla rivista Nature Medicine.

"Confrontando i dati genetici ad oggi disponibili per diversi tipi di coronavirus, possiamo risolutamente determinare che il Sars-CoV-2 si è originato attraverso processi naturali" - afferma Kristian Andersen, dello Scripps Research Institute di La Jolla che ha condotto il lavoro.


Gli esperti hanno in particolare confrontato il gene per una proteina chiave nel processo infettivo, una proteina dell'involucro esterno del virus (chiamata 'spike', da punta o spina) che gli serve per attaccarsi, entrare e infettare le cellule umane. Spike è dotata di un 'uncino molecolare' (chiamato porzione RBD) con cui il virus si lega alle cellule umane incastrandosi alla molecola 'Ace2', (recettore importante nella regolazione della pressione del sangue). Il legame tra Rbd e Ace2 è essenziale per iniziare l'infezione. Inoltre spike ha anche una 'forbice molecolare' che aiuta il virus a penetrare nella cellula umana. Il legame tra Rbd e Ace2 è talmente perfetto (Rbd si incastra a perfezione con Ace2 come una chiave con la sua serratura o due pezzi di un puzzle), spiegano, che non può essere altro che il risultato della selezione naturale e non il prodotto dell'ingegneria genetica.

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Coronavirus e paura di ingrassare, ma ci sono tanti esercizi per restare in forma non uscendo di casa

Durante la quarantena, sono in tanti ad avere l'esigenza dell'esercizio fisico

Francesca Corradino ci ha aiutato con alcuni suggerimenti


Non solo tecniche per restare in forma, ma anche per rilassarsi in questo momento difficile


C’è chi scandisce la parola inquartasse, tratta dall’ormai celebre dizionario romanesco-italiano che spopola sui social network facendo il verso allo Zanichelli (con tanto di lettura fonetica, individuazione di modi e tempi verbali, elenco dei sinonimi e dei contrari). Lo fa per allontanare, come se fosse una sorta di fattura, il timore che molti di noi stanno sperimentando in questi giorni di quarantena forzata: quello di mangiare tanto, troppo, eccessivamente in base alle singole esigenze nutritive. Se si considera, poi, che il fatto di restare in casa e di non poter uscire evita ai più pantofolai anche quel minimo esercizio fisico che facevano prima del coronavirus per raggiungere i mezzi pubblici, per muoversi in generale, per salire le scale del proprio palazzo, ecco che tutte le più grandi congiunture astrali del fitness combaciano. E ci raccontano di una profezia terribile: forse dal coronavirus ci salveremo, ma dalla panza proprio no. Ecco perché è utile riscoprire l’importanza degli esercizi in casa.


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Esercizi in casa, come superare l’emergenza coronavirus

Ora, dopo esserci concessi il momento goliardico, possiamo anche sottolineare che l’esercizio fisico, per alcune persone, è fondamentale. C’è chi soffre di determinate patologie che prevedono il movimento come una delle principali prescrizioni per il mantenimento della propria integrità. Secondo alcune stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, si stima che all’inattività fisi­ca siano imputabili il 5% delle affezioni coronariche, il 7% del diabete di tipo 2, il 9% dei tumori al seno e il 10% dei tumori del colon. Il movimento è fondamentale per la nostra salute, perché la sua assenza potrebbe inevitabilmente portare a qualcosa di grave. Più grave addirittura del coronavirus.

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mercoledì 18 marzo 2020

Coronavirus: numeri salgono, picco dopo il 25 marzo

Oms, Rischio che epidemia possa tornare


Salgono i numeri dell'epidemia di coronavirus in Italia, con 26.062 casi (2.989 in più rispetto a lunedì) e il numero complessivo dei contagiati, comprese vittime e guariti, è pari a 31.506; i decessi solo aumentati a 2.503 (345 più di lunedì), confermando l'incremento del 10% che si osserva da giorni.
Sono cifre che confermano la tendenza generale, mentre l'attenzione si sposta verso la situazione nel Centro-Sud ed è ancora difficile dire quando ci sarà il picco, che potrebbe arrivare fra il 25 marzo e il 15 aprile.
Nel frattempo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) avverte che esiste il rischio che l'epidemia possa tornare. "Il rischio che l'epidemia di Covid-19 dopo questa prima fase possa in seguito ripartire c'è, a partire dalla Cina, dove certo non tutta la popolazione è stata colpita", ha detto il direttore generale aggiunto dell'Oms, Ranieri Guerra, a margine della conferenza stampa della Protezione civile.
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