“La dieta della longevità” è il libro di Valter Longo
che, sebbene sia uscito da tre mesi, si trova ancora a metà nella
classifica dei 100 libri più venduti proposta da Feltrinelli. Il testo è
basato su solide basi scientifiche, che derivano dalla ricerca
personale dell’autore presso la University of Southern California (Usc) e l’Istituto Firc di oncologia molecolare
(Ifom) di Milano. Per la prima volta si parla dei benefici del digiuno
non in maniera aneddotica, ma evidenziando cosa avviene nell’uomo dal
punto di vista genetico e metabolico. Il fulcro del pensiero di Longo
l’esistenza nelle varie specie animali di due “sistemi” che operano in
maniera “antagonista”. Il primo sistema è stimolato dall’abbondanza di
cibo, collegato all’invecchiamento e all’insorgenza di malattie, il
secondo invece viene attivato in condizione di restrizione dietetica.
L’obiettivo della proposta alimentare del ricercatore è di tenere a
freno il più possibile il primo “sistema”, agendo sui 3 fattori
dietetici che lo stimolano: le calorie assunte, le proteine e gli
zuccheri.
1) La tesi di partenza è che la restrizione calorica
nelle varie specie animali (topi, primati) ha come effetto il
prolungamento della vita. E’ plausibile, ma non ancora dimostrato, che
questo accada anche nell’uomo. Sulla base di questi elementi Longo
propone di controllare l’introito calorico totale, limitando il numero
di pasti (2 o 3 al giorno) e di spuntini (1 o 2 al giorno) da 100 kcal,
cercando di mantenere una finestra (notturna) di almeno 12 ore in cui
non si assume cibo.
2) Il secondo elemento preso in considerazione è il
dato secondo cui le proteine nei topi favoriscono l’invecchiamento e
l’insorgenza di tumori, che invece si sviluppano più lentamente quando
gli animali ne assumono meno nella dieta. Nel libro si citano molti
studi sull’uomo evidenziando come le proteine e i grassi di origine
animale siano associati a una maggior incidenza di tumori e, nel
complesso, di morte. Per questo Longo considera le popolari diete
iperproteiche e iperlipidiche tra le peggiori per la salute. Longo non
fa altro che riavvicinarci alle linee guida dell’OMS(1) suggerendo come
modello alimentare ideale un’assunzione quotidiana di 0,7 g di proteine
per kg di peso corporeo, e fa notare che nella società occidentale in
genere si assume il doppio delle proteine necessarie. La proposta è
un’alimentazione priva di carne, latte, formaggio, uova, con molti
legumi e poca pasta, cioè una dieta quasi vegana, con piccole quantità
di pesce 2-3 volte la settimana più qualche supplemento di omega 3 e
multivitaminici.
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