venerdì 4 ottobre 2019

EFFETTO SERRA E BOVINI: OCCHIO ALLE LEGGENDE METROPOLITANE

Tra le tante leggende metropolitane è molto diffusa quella che i bovini siano tra i maggiori responsabili dell’effetto serra. Tutto questo nasce da uno studio fatto dalla FAO una decina di anni fa da cui scaturiva che il 18 % delle emissioni di gas  (soprattutto CO2 e metano) deriva dagli allevamenti zootecnici. Anche se queste informazioni sono state riviste al ribasso (addirittura dal 4 all’ 8 % ) ormai i media pullulano di “informatori” (o meglio “disinformatori”) che si sbizzarriscono in apocalittiche previsioni del mondo che soffocherà a causa della flatulenza e dei rutti delle vacche.

COME STANNO REALMENTE LE COSE

Cerchiamo di capire come stanno veramente le cose. Già da quando si frequenta la scuola elementare si apprende che i ruminanti (bovini, ovini, cervidi) al pari di altri erbivori (equini, camelidi ed altri animali selvatici) hanno il pregio di non essere competitori alimentari dell’uomo; anzi  i ruminanti hanno la capacità di trasformare i foraggi, che neanche i più incalliti vegani sarebbero in grado di mangiare , in carne e latte il cui pregevole valore nutrizionale è ben noto.
Questa capacità dipende dall’apparato ruminale che grazie all’azione di batteri e di protozoi riesce a trasformare l’azoto inorganico in biomasse proteiche e la cellulosa (quella che chiamiamo fibra grezza e che nell’uomo serve  a favorire la peristalsi intestinale) in precursori dei grassi.
Il metabolismo ruminale comporta la formazione di anidride carbonica e di metano che, volendo fare un paragone del tutto irrispettoso nei confronti dei ruminanti, vengono “scaricati” come avviene con i tubi di scappamento dei motori dei mezzi di locomozione e si disperdono nell’atmosfera. Fortunatamente, a differenza di quanto avviene con la combustione dei derivati del petrolio e del carbone, quello che viene emesso dai ruminanti è un gas privo di “polveri sottili”
Una “impennata” nella produzione di CO2 si è avuta all’enorme sviluppo demografico ed alla industrializzazione che hanno richiesto un forte incremento dei combustibili derivati dal petrolio per le diverse attività produttive e per i trasporti.
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