L'ha realizzato una startup italiana, Empatica. E' in grado di rilevare la presenza del coronavirus anche quando non ci sono sintomi (sia per gli asintomatici, ovvero coloro che non li manifesteranno mai, che per i presintomatici, cioè coloro che li svilupperanno presto)
Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla battaglia contro il coronavirus Sars Cov2 è che vincere è una questione di velocità. Da un lato c’è la corsa per trovare il vaccino e dall'altro ci sono tutte le misure che provano a rallentare la diffusione del contagio. Prendete la app Immuni, cosa fa in fondo? Ti avvisa subito del fatto che un tuo contatto delle due settimane precedenti ha appena scoperto di essere positivo, in modo che tu possa isolarti e fare a tua volta il tampone per rallentare il contagio, perché solo se il contagio rallenta il sistema sanitario gestisce la malattia con ottime possibilità di guarire i pazienti. Questa corsa si ferma davanti al problema degli asintomatici, cioè di coloro che hanno contratto il virus ma non manifestano alcun sintomo quindi non ci pensano proprio a fare un tampone e continuano la vita di prima contagiando tutti quelli con cui entrano in contatto.
Sembrava un problema irrisolvibile e invece forse no. Una startup italiana, Empatica, ha realizzato una specie di braccialetto in grado di rilevare la presenza del covid19 anche quando non ci sono sintomi (sia per gli asintomatici, ovvero coloro che non li manifesteranno mai; che per i presintomatici, cioè coloro che li svilupperanno presto). In realtà si tratta di una ex startup italiana, fondata e ancora oggi guidata da Matteo Lai (37 anni) che è diventata una società americana qualche anno fa, spin-off del prestigiosissimo MIT di Boston con cui ha sviluppato un braccialetto, venduto in tutto il mondo alle strutture ospedaliere, che serve a monitorare l’epilessia e altre patologie simile.
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