Quello che non sappiamo sull'acqua che consumiamo...
L’acqua minerale.
Una volta la si beveva occasionalmente. Quando il nonno e la nonna tornavano dalle terme si portavano dietro qualche cassa di Fiuggi.
In famiglia invece si beveva l’acqua del rubinetto.
Non mi vergogno a dire che era un piccolo contributo utile a far quadrare il bilancio familiare alla fine del mese.
Solo i bambini un tempo bevevano l’acqua in bottiglia, era tutta salute ricordava la mamma, salute Sangemini.
Era uno dei primi tormentoni pubblicitari dell’acqua minerale.
Ne sarebbero seguiti altri, molto più insistenti, pronti a farti correre al supermercato ad acquistare una bella scorta di minerale.
E noi via, spinti anche dal fatto che dal rubinetto usciva acqua sempre più gialla, che nel miscelatore si trovava un residuo di calcio preoccupante: “quello lì va nei reni”, sentenziava lo zio, e così, gradualmente c’è stato il boom della minerale.
Altro che Montecatini, Abano e Fiuggi, le terme si sono stabilite in casa nostra. E ogni giorno sogniamo di bere l’acqua che sgorga pura dalla sorgente, bella fresca, esce dal frigorifero, ma è come se arrivasse direttamente dal cuore delle Alpi, dalle nevi eterne o dal Gran Sasso sugli Appennini.
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