giovedì 15 settembre 2011
lunedì 12 settembre 2011
Un virus contro il cancro speranze verso una cura
Lo studio
La terapia virale potrebbe rivelarsi in futuro un'arma chiave nella lotta contro il cancro. Risultati incoraggianti arrivano da una sperimentazione clinica in cui, per la prima volta, una terapia anti-tumorale a base di un virus parente del vaiolo, iniettato per via endovenosa, si è dimostrata efficace nell'attaccare solo le cellule malate, lasciando invece intatti nell'uomo i tessuti sani.
Il trial, coordinato dal dottor John Bell dell'Ottawa Hospital Research dell'università di Ottawa, in Canada, è stato effettuato su 23 pazienti colpiti da diversi tipi di cancro, in fase avanzata. Su di loro, documentano Bell e colleghi su Nature 1, è stato utilizzato il virus JX-594, ottenuto modificando geneticamente un ceppo virale usato comunemente come vaccino contro il vaiolo, reso ancora più potente contro i tumori. Che si è rivelato capace di distinguere le cellule sane da quelle malate, attaccando solo queste ultime. E, ancora più inaspettatamente, per una fase di sperimentazione iniziale come quella descritta dagli scienziati, è riuscito a tenere sotto controllo la crescita della malattia e in alcuni casi a farla regredire, con pochissimi effetti collaterali per i pazienti.
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Risultati incoraggianti da una sperimentazione clinica descritta su Nature: per la prima volta una terapia antitumorale virale iniettata per via endovenosa si è dimostrata efficace nell'attaccare solo le cellule malate, lasciando intatte quelle sane. Con pochissimi effetti collaterali per i pazienti di ALESSIA MANFREDI
La terapia virale potrebbe rivelarsi in futuro un'arma chiave nella lotta contro il cancro. Risultati incoraggianti arrivano da una sperimentazione clinica in cui, per la prima volta, una terapia anti-tumorale a base di un virus parente del vaiolo, iniettato per via endovenosa, si è dimostrata efficace nell'attaccare solo le cellule malate, lasciando invece intatti nell'uomo i tessuti sani.
Il trial, coordinato dal dottor John Bell dell'Ottawa Hospital Research dell'università di Ottawa, in Canada, è stato effettuato su 23 pazienti colpiti da diversi tipi di cancro, in fase avanzata. Su di loro, documentano Bell e colleghi su Nature 1, è stato utilizzato il virus JX-594, ottenuto modificando geneticamente un ceppo virale usato comunemente come vaccino contro il vaiolo, reso ancora più potente contro i tumori. Che si è rivelato capace di distinguere le cellule sane da quelle malate, attaccando solo queste ultime. E, ancora più inaspettatamente, per una fase di sperimentazione iniziale come quella descritta dagli scienziati, è riuscito a tenere sotto controllo la crescita della malattia e in alcuni casi a farla regredire, con pochissimi effetti collaterali per i pazienti.
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giovedì 8 settembre 2011
Bcfn, taglio calorie 40% allunga vita 3 anni
Nel 2025 la popolazione mondiale raggiungera' gli 8 miliardi di
abitanti, secondo stime delle Nazioni Unite; l'aspettativa di vita,
infatti, e' quasi raddoppiata negli ultimi 100 anni, passando dai 45
anni di fine Ottocento ai circa 80 del 2010. Longevita' che si puo'
favorire con una riduzione dell'apporto calorico, fino al limite del
40%, secondo numerosi studi effettuati su topi che, messi a dieta, hanno
mediamente avuto vita piu' lunga da 39 a 56 mesi, corrispondenti a
circa 158 anni degli umani. Inoltre, i topi piu' longevi risultano
essere piu' giovanili nelle abilità fisiche e mentali e dimostrano una
superiore resistenza allo stress e alle malattie.
Al momento le evidenze scientifiche non permettono di consigliare la restrizione calorica in persone che hanno un peso normale, mentre e' altamente consigliabile nelle persone in sovrappeso o obese: e' sufficiente una riduzione del peso del 5-10% per migliorare il quadro metabolico/ormonale e ridurre significativamente il rischio cardiometabolico e tumorale nei soggetti obesi. Una riduzione media del peso corporeo di circa il 7%, inoltre, in situazioni di sovrappeso e obesita', puo' incidere sulla riduzione della possibilità di contrarre il diabete di tipo 2. Una dieta equilibrata e uno stile di vita sano possono pertanto essere alla base di un allungamento medio della vita pari a 3,3 anni. Invecchiare mantenendo un buono stato di salute diventa importante per il benessere ma anche per i costi sociali: in Italia la spesa annua per terapie e cure per patologie cardiovascolari, diabete e tumori e' di 40 miliardi di euro, pari a circa 700 euro a testa.
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Al momento le evidenze scientifiche non permettono di consigliare la restrizione calorica in persone che hanno un peso normale, mentre e' altamente consigliabile nelle persone in sovrappeso o obese: e' sufficiente una riduzione del peso del 5-10% per migliorare il quadro metabolico/ormonale e ridurre significativamente il rischio cardiometabolico e tumorale nei soggetti obesi. Una riduzione media del peso corporeo di circa il 7%, inoltre, in situazioni di sovrappeso e obesita', puo' incidere sulla riduzione della possibilità di contrarre il diabete di tipo 2. Una dieta equilibrata e uno stile di vita sano possono pertanto essere alla base di un allungamento medio della vita pari a 3,3 anni. Invecchiare mantenendo un buono stato di salute diventa importante per il benessere ma anche per i costi sociali: in Italia la spesa annua per terapie e cure per patologie cardiovascolari, diabete e tumori e' di 40 miliardi di euro, pari a circa 700 euro a testa.
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mercoledì 7 settembre 2011
Dieta equilibrata da' longevita'
Bcfn,80% anziani ha malattia cronica ma benessere parte a tavola
ROMA, 5 SET - Nel 2050 saranno 2 miliardi le persone di eta' over 65, che nell'80% dei casi soffrono di almeno una malattia cronica, e cio' comporta solo in Italia una spesa annua in terapie e cure per patologie cardiovascolari, diabete e tumori di 40 miliardi di euro. Ma la longevita' puo' aumentare fino a 3 anni grazie a uno stile alimentare sano. Lo sottolinea Barilla Center for Food & Nutrition (Bcfn) che l'8 settembre su www.barillacfn.com esplora il rapporto tra longevita' e benessere.
Fonte
domenica 4 settembre 2011
Ho la diarrea. Devo preoccuparmi?
A tutti almeno una volta nella vita è capitato un episodio di
diarrea, in genere di breve durata e a risoluzione spontanea; il
problema tuttavia può essere ben più serio se pensiamo alla diarrea
infettiva infantile come causa di mortalità infantile nei paesi in via
di sviluppo.
La diarrea può essere definita come emissione di feci liquide o semiliquide tre o più volte al giorno.
E' essenziale distinguere la forma acuta, che compare improvvisamente ed in genere non dura più di 5-10 giorni, dalla forma cronica di lunga durata.
Esistono cinque meccanismi completamente diversi secondo i quali può comparire diarrea e spesso due o più meccanismi possono essere presenti nello stesso paziente, in particolare si distingue:
Il problema fondamentale della diarrea soprattutto acuta è che può provocare anche rapidamente disidratazione con conseguenze serie soprattutto nel bambino e nel paziente anziano.
La diarrea può essere definita come emissione di feci liquide o semiliquide tre o più volte al giorno.
E' essenziale distinguere la forma acuta, che compare improvvisamente ed in genere non dura più di 5-10 giorni, dalla forma cronica di lunga durata.
Esistono cinque meccanismi completamente diversi secondo i quali può comparire diarrea e spesso due o più meccanismi possono essere presenti nello stesso paziente, in particolare si distingue:
-
diarrea secretoria: in questo caso l’ intestino
riversa più liquidi al suo interno o ne assorbe meno sia a livello dell’
ileo, sia a livello del colon. E’ in genere causato da malattie
infettive quali ad esempio il colera.
-
diarrea osmotica:una quantità eccessiva di acqua
viene richiamata dal sistema circolatorio nel lume intestinale per la
presenza di sostanza contenute nel lume stesso (intolleranza al lattosio
ad esempio) o assunzione di lassativi osmotici.
-
diarrea motoria: l’ aumento della motilità
intestinale è il meccanismo alla base del fenomeno con conseguente
ridotto tempo di assorbimento come succede ad esempio nel colon irritabile
-
diarrea infiammatoria: la mucosa intestinale è
infiammata come conseguenza in genere di un’ infezione o di una malattia
infiammatoria intestinale cronica (morbo di Crohn, colite ulcerosa) o
di varia natura
-
dissenteria associata in genere a sangue e conseguente a infezioni da Salmonella, Shigella o Entoameba hystolitica
Il problema fondamentale della diarrea soprattutto acuta è che può provocare anche rapidamente disidratazione con conseguenze serie soprattutto nel bambino e nel paziente anziano.
Cause di diarrea
Le cause possono essere svariate e molto diverse tra loro, riassumibili in sintesi in:- infezioni batteriche (ad esempio tifo)
- infezioni virali (comuni nel bambino)
- infezioni parassitarie (ad esempio Giardia Lamblia)
- malattie intestinali funzionali (classica la sindrome dell’ intestino irritabile)
- malattie infiammatorie croniche intestinali (colite ulcerosa e morbo di Crohn)
- intolleranze alimentari ( al lattosio, celiachia)
- secondarie a farmaci (antibiotici, chemioterapici, antiacidi contenenti magnesio ad esempio)
- esiti di interventi chirurgici (resezioni ileali ad esempio )
- cause endocrine ( ipertiroidismo, diabete)
- cause vascolari (insufficienza mesenterica)
- neoplasie (linfomi, carcinomi intestinali)
- malattie immunitarie ( gastroenterite eosinofila)
giovedì 1 settembre 2011
Acqua corporea e bilancio idrico
L'acqua è un nutriente molto importante per il nostro organismo, tant'è vero che in sua assenza la morte
sopraggiunge nell'arco di pochi giorni.
L'acqua svolge infatti innumerevoli e vitali funzioni:
L'acqua presente nel nostro organismo viene suddivisa in due compartimenti, quello intracellulare (i 2/3 del volume totale) e quello extracellulare (comprendente il plasma, la linfa, il liquido interstiziale e quello cefalorachidiano).
I compartimenti liquidi dell'organismo sono separati tra loro da membrane semipermeabili. Il plasma, per esempio, è separato dal liquido interstiziale attraverso le pareti dei vasi sanguigni. Le membrane cellulari impediscono invece il contatto diretto tra il liquido interstiziale e quello intracellulare.
Per l'organismo è infatti fondamentale mantenere l'omeostasi volumetrica dei due compartimenti.
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L'acqua svolge infatti innumerevoli e vitali funzioni:
è un ottimo solvente per numerose sostanze chimiche;Quantitativamente l'acqua è il costituente principale dell'organismo. In un uomo adulto di taglia media (70 Kg) rappresenta approssimativamente il 60% del peso corporeo, cioè circa 40 Kg. Le donne, rispetto all'uomo, hanno un contenuto minore di acqua, pari a circa il 50% del peso corporeo. Infatti il gentil sesso possiede maggiori riserve di tessuto adiposo che, a differenza di quello muscolare (più abbondante nell'uomo), è povero di acqua (circa il 10%). Analogo discorso può essere fatto per le persone obese e per gli anziani. Nei neonati, al contrario, tale percentuale arriva al 75% del peso corporeo.
regola il volume cellulare e la temperatura corporea;
favorisce i processi digestivi;
consente il trasporto dei nutrienti e la rimozione delle scorie metaboliche.
L'acqua presente nel nostro organismo viene suddivisa in due compartimenti, quello intracellulare (i 2/3 del volume totale) e quello extracellulare (comprendente il plasma, la linfa, il liquido interstiziale e quello cefalorachidiano).
I compartimenti liquidi dell'organismo sono separati tra loro da membrane semipermeabili. Il plasma, per esempio, è separato dal liquido interstiziale attraverso le pareti dei vasi sanguigni. Le membrane cellulari impediscono invece il contatto diretto tra il liquido interstiziale e quello intracellulare.
Per l'organismo è infatti fondamentale mantenere l'omeostasi volumetrica dei due compartimenti.
Totale acqua corporea come % del peso | |||
Bambino | Uomo | Donna | |
Magro | 80 | 65 | 55 |
Normale | 70 | 60 | 50 |
Grasso | 65 | 55 | 45 |
L'acqua corporea è distribuita principalmente nel tessuto non adiposo e costituisce circa il 72% della massa magra
|
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giovedì 25 agosto 2011
Otto ore di sonno e pasti sani Così si resta in forma anche col caldo
Da sfatare il luogo comune secondo cui d'estate si dimagrisce più
facilmente. Niente di più falso, dicono gli esperti. Di solito si
rientra dalle ferie sempre con tre-quattro chili in eccesso. "Il sonno è
una variabile importante nell'approccio ai disturbi alimentari e al
conseguente sovrappeso o obesità, è ormai un'evidenza scientifica" dice
l'endocrinologo Piernicola Garofalo presidente di Ame onlus. L'esperto
spiega che le alterazioni del ritmo sonno-veglia incidono sul consumo
energetico e dunque sulle calorie introdotte durante i pasti. Dormire le
sei-sette ore per notte con un riposino pomeridiano aiuta a mantenere
il giusto peso. "Quando si riducono le ore di sonno diminuisce la
produzione dell'ormone leptina che da un lato stimola il senso di
sazietà dall'altro riduce il grasso corporeo e regola la spesa
energetica - spiega Garofalo - al tempo stesso aumenta la ghrelina,
ormone oressizzante che viceversa stimola l'appetito ed è sempre
coinvolto quando si prende peso". Il consiglio? Evitare le "trappole"
estive (di MARIAPAOLA SALMI)
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