lunedì 19 marzo 2012

Mal di denti: riscoperto un antico efficace rimedio

Dall’antico popolo Inca si è riscoperto un rimedio efficace nel sedare il mal di denti e trattare ascessi e ulcere. Potrebbe anche sostituire le attuali anestesie

Antichi rimedi per mali antichi – e moderni – come il mal di denti. Un male che spesso assume proporzioni difficili da gestire e che può davvero essere insopportabile.
I rimedi? Quello più immediato, un antidolorifico – ammesso che faccia effetto – e poi recarsi al più presto dal dentista.
Ma, a parte il dentista, ci sono alternative all’uso degli antidolorifici che, come tutti i farmaci, possono avere effetti indesiderati? A quanto sembra sì. Ed è pure efficace.
È una pianta tropicale conosciuta con il nome di Acmella oleracea. Altresì nota con il nome di Crescione di Para, è un piccola pianta riconoscibile dai suoi bei fiori gialli. Nella medicina tradizionale si conosce da tempo per le sue doti diuretiche, digestive e antiscorbutiche. Oggi, però, una ricercatrice dell’Università di Cambridge ne ha riscoperto l’uso come analgesico che era già in essere presso l’antica popolazione Inca.

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martedì 13 marzo 2012

Troppa carne rossa accorcia la vita. Più longevi con pesce e noci

Secondo uno studio della Harvard School of Public Health di Boston, il consumo quotidiano aumenterebbe di oltre il 20% il rischio di una morte prematura per problemi cardiaci o cancro. I ricercatori hanno seguito un campione di 120.000 individui per 28 anni

di VALERIA PINI


ROMA - Per qualcuno è una passione che non si controlla. Bistecche enormi, spesso cotte alla griglia. C'è chi poi preferisce mangiarle al sangue, quasi crude. Ma il consumo di carne rossa non è salutare se eccessivo e, secondo una ricerca 1 della Harvard School of Public Health di Boston 2, rischia di fare vivere  meno a lungo, perché chi la sceglie come alimento quotidiano ha più possibilità di trovarsi ad affrontare con il tempo problemi cardiaci o tumori. Secondo lo studio appena pubblicato sulla rivista Archives of Internal Medicine 3, le probabilità di ammalarsi di cancro e malattie cardiovascolari aumenta del 20%. Se invece si sceglie una dieta ricca di pesce e carni bianche, il rischio complessivo di morte si riduce. Il 9,3% e il 7,6% dei decessi rispettivamente per maschi e femmine sarebbe evitabile riducendo le porzioni di carne rossa consumate.

Solo 42 grammi al giorno. L'importante, rivelano gli esperti, è limitarsi a mettere nel piatto solo 42 grammi di carne rossa al giorno, l'equivalente di una grossa bistecca a settimana. Una scelta di questo tipo può prevenire un decesso precoce fra gli uomini e uno su 13 fra le donne. "Abbiamo aggiunto ulteriori evidenze dei rischi per la salute derivanti dal consumo di elevate quantità di carne rossa, alimento già associato a diabete di tipo 2, malattia coronarica, ictus e alcuni tipi di cancro in altri studi",  spiega An Pan, primo autore dello studio e ricercatore del Dipartimento di nutrizione dell'Harvard School of Public Health.

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sabato 10 marzo 2012

Proteine, le nuove linee guida Efsa

Di quante proteine abbiamo bisogno ogni giorno? D'ora in poi la risposta potrà essere calcolata con più precisione. L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha infatti pubblicato un vademecum che stabilisce i quantitativi di assunzione delle proteine. Con Andrea Ghiselli, nutrizionista dell'Istituto Nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, abbiamo "simulato" degli esempi per uomini e donne indicando per ciascuno cosa mangiare per assumere il giusto quantitativo di proteine ogni giorno


a cura di IRMA D'ARIA

 

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lunedì 5 marzo 2012

Frutti antichi per la salute: fichi, uva melograne e nespole

Fico:
E’ un frutto nutriente, sia quando è fresco, sia quando è secco. All’apparenza i fichi sembrano contenere un’eccessiva quantità d’acqua, ma in realtà quest’acqua è un liquido prezioso che, dopo la riduzione per essiccamento, si trasforma in sostanze azotate e grasse e, principalmente, in zucchero. Ricchi di vitamina A (della crescita), di vitamina B ( antinevritica), di vitamina C, che mantiene la coesione cellulare, i fichi si rivelano un alimento bilanciato dal punto di vista vitaminico. Lassativi ed espettoranti, drenano in maniera eccellente le vie respiratorie e intestinali. Tra le sue virtù curative, se cotto nell’acqua, o meglio nel latte, tagliato in due e applicato ben caldo su un ascesso o un foruncolo, ne affretterà la maturazione; sulla gengiva, in caso di ascesso dentario, ne agevola l’evoluzione e dà un immediato sollievo. Un tempo veniva utilizzato anche come sciroppo per il mal di gola e la tosse; si ottiene facendo cuocere cinque o sei fichi secchi in poca acqua: lo si beve a cucchiaiate a volontà. Per vincere anche la stitichezza, si prendono alcuni fichi, si lavano, si mettono a macerare per una notte in un pò d’acqua e si mangiano il mattino seguente a digiuno, per diverse settimane di seguito.
Uva:
E’ un alimento energetico, ricco di glucidi: glucosio, fruttosio, dulcite e mannite, e di minerali: potassio, calcio, magnesio, fosforo, manganese, ferro, iodio e arsenico. Contiene inoltre moltre pectine, acidi organici, le vitamine A, B, C ed essenze aromatiche. L’uva è un alimento estremamente digeribile, perchè il suo zucchero, che è un fattore costitutivo del sangue normale, è assimilabile e rappresenta il punto estremo dell’elaborazione di tutti i carboidrati. Ha diverse proprietà terapeutiche: è innanzitutto lassativa e diuretica. Le principali indicazioni sono dispepsia, stitichezza, emorroidi, calcolosi epatica e urica, gotta, intossicazioni da mercurio e da piombo. Un altro suo vantaggio è quello di essere povera di albumine da consentire d’intraprendere la cura intensa di questo frutto senza rischi di accumulazione di scorie azotate. Povera di cloruro di sodio, l’uva è adatta anche ai sofferenti di gastrite iperacida. Aumentando la quantità d’urina, facilità l’eliminazione di tossine dall’organismo. Il suo succo contribuisce alla scomparsa dei disturbi causati dall’ipertensione arteriosa. Inoltre, la presenza di polifenoli, rendono questo piccolo frutto un potente antitumorale, antibatterico e anti-invecchiamento. La presenza di acido ellagico nell’uva svolge un’azione protettiva contro i danni del fumo.

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mercoledì 29 febbraio 2012

Curarsi mangiando

Ci sono sostanze che, oltre a rendere gustosi i nostri piatti, fungono da antinfiammatori naturali. Abbiamo presentato la lista della spesa a un esperto di medicina integrata di Paola Scaccabarozzi

 

Nella vita capita spesso di dover usare degli antinfiammatori. Ma hai mai pensato di "curarti" con il cibo? Ci sono sostanze che, oltre a rendere molto piacevoli e gustosi i nostri piatti, fungono da veri e propri antinfiammatori naturali. Per scoprire quali sono e soprattutto come e quando usarli abbiamo sottoposto un "elenco della spesa" a Bruno Brigo, medico-chirurgo specializzato in Medicina Interna e Riabilitativa e autore di numerosi testi di Medicina Integrata per Tecniche Nuove Edizioni.

Curcuma
È una spezia molto utilizzata in Oriente e in particolare in India. Appartiene alla famiglia delle zingibaracee, è di un colore giallo intenso, simile a quello dello zafferano e per questo veniva utilizzata fin dall’antichità per colorare i tessuti. Aggiunta al curry oppure sotto forma di polvere, la curcuma è un ingrediente fondamentale di numerose ricette asiatiche, in grado però di rendere più piacevoli anche i piatti della nostra tradizione. La si può aggiungere alla zuppa di verdura, alla pasta, piuttosto che alle insalate che risultano così più colorate e saporite, con il grande vantaggio di fornirci anche un ottimo apporto di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie. E, a quanto pare, non solo. Numerosi sono infatti gli studi epidemiologici da cui è emerso che un uso regolare della curcuma ci aiuta a prevenire il tumore all’intestino, a risolvere problemi di stipsi e a prevenire persino le malattie degenerative come il morbo di Parkinson e l’alzheimer. Basta consumarne quotidianamente un cucchiaio raso da minestra e un cucchiaino da caffè per i bambini, perché questa spezia non ha alcuna controindicazione, tranne per chi soffre di diverticoli o dissenteria. Quindi può essere piacevolmente utilizzata da tutta la famiglia.  

Zenzero
Anche questa è una pianta originaria dell’Asia e appartiene anch’essa alla famiglia della zingibaracee. Lo zenzero lo si trova sia fresco che in polvere. È ottimo per rendere aromatica e gustosa una tazza di tè. E utilissimo per prevenire infiammazioni di varia natura. Da quelle del colon, come è emerso da uno studio pubblicato su Cancer Prevention Research, all’artrosi del ginocchio, come testimoniano altre ricerche. Ma lo zenzero è efficacissimo anche contro la nausea e la cefalea. È dunque un vero toccasana per prevenire l’emicrania, l’importante è che ci si abitui a consumarlo regolarmente, almeno una fettina una volta al giorno nelle tisane, oppure sotto formula di capsule o caramelle. Va bene sia per adulti che per bambini.


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lunedì 27 febbraio 2012

Lo stress ci fa invecchiare

Invecchiamento precoce e malattie legate all’età pare si sviluppino con più facilità quando siamo sottoposti a stress

Invecchiare è inevitabile, fa parte della vita. Tuttavia si può invecchiare bene e quasi non patire delle conseguenze che questo processo a volte porta con sé. Al contrario, si può non solo invecchiare precocemente ma anche sviluppare tutte quelle malattie legate all’avanzare dell’età come, per esempio, la demenza – una situazione, questa, che può assumere anche connotati drammatici. Ma anche cancro, malattie cardiovascolari e ictus.

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mercoledì 22 febbraio 2012

Sessualità: in 100 anni di studi nessuna prova sulla esistenza del Punto G

Ma chi crede è ancora in tempo a non arrendersi: anche se gli scienziati finora non hanno trovato nessuna prova evidente della sua esistenza, si può ancora cercare.

Inutile accanirsi a cercarlo, sbagliato sentirsi frustrate da una vita di tentativi falliti: se il 'punto G' non si trova e' perche', molto semplicemente, non esiste.
A sentenziare la possibile fine di un mito e' un team di scienziati americani, che analizzando qualcosa come 100 studi pubblicati in 60 anni ha provato a fare chiarezza su uno dei misteri piu' fitti dell'amore in rosa: la presenza di un 'interruttore del piacere' nell'organo sessuale femminile, una sorta di area nascosta a forma di fagiolo, dalla cui stimolazione dipenderebbe la felicita' completa di una donna sotto le lenzuola.
Dal 1950, quando il punto G e' stato descritto per la prima volta dal ginecologo tedesco Ernst Grafenberg, sulla reale esistenza del punto G si e' scatenata un'accesa querelle scientifica fatta di conferme e smentite a stretto giro.
Qualche esempio. Nel 2008, in uno studio di ecografia transvaginale pubblicato sul 'Journal of Sexual Medicine', il sessuologo italiano Emmanuele Jannini ha addirittura prodotto la foto dell'agognato 'bottone'.
Una notizia rimbalzata dalla Penisola in tutto il mondo. Nel 2010, pero', in una delle piu' ampie ricerche in materia (1.800 donne coinvolte) gli scienziati del King's College di Londra hanno decretato l'assenza di evidenze scientifiche che autorizzassero a credere al punto G.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...