domenica 24 maggio 2015

Ecco gli alimenti che combattono i tumori

Intervista allo chef stellato Moreno Cedroni, volto della campagna Airc “Eccellenza italiana” a sostegno della ricerca sul cancro, che ha dedicato una ricetta speciale alle lettrici di DiLei

Dopo l’appuntamento con “L’azalea della ricerca”, simbolo della battaglia contro i tumori femminili, Airc propone il progetto “Eccellenza italiana” che coinvolge il meglio della ristorazione made in Italy, proprio in concomitanza con L’Expo di Milano. La campagna è online fino al 7 giugno su Groupon e ha l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno della ricerca sul cancro. Tra i Testimonial Airc e volto del progetto lo chef stellato Moreno Cedroni (GUARDA LA FOTOGALLERY) che abbiamo intervistato.

Il claim del suo sito ufficiale recita “L’immortalità del cibo”, quanto incide l’alimentazione nella vita di una persona?
Credo che sia determinante. Lo sappiamo tutti, noi siamo quello che mangiamo. Non solo, determina anche il nostro rendimento psicofisico. Siamo migliori se ci nutriamo meglio.
Aderendo all’iniziativa di Airc “Eccellenza italiana”, in che senso la cucina italiana diventa un messaggio positivo di solidarietà?
Il messaggio positivo sta nel cercare di spingere le persone a fare qualcosa per gli altri, anche di piccolo. Nel momento in cui riusciamo a dedicare un po’ di tempo, malgrado la frenesia delle nostre vite, o a donare degli euro a favore di una buona causa, ecco questo è ciò che di meglio possiamo fare.
La dieta mediterranea è considerata tra le più equilibrate al mondo, potrebbe essere un primo passo per adottare uno stile di vita sano che aiuti a prevenire i tumori?Sicuramente. Non è semplicemente il primo stadio, l’alimentazione sana è la base di prevenzione dei tumori. E questo è il messaggio che vuole dare Airc con la sua iniziativa, “Eccellenza italiana”.

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venerdì 22 maggio 2015

Salute, 10 falsi miti da sfatare una volta per tutte

Dalla presunta correlazione tra vaccini e autismo al fabbisogno giornaliero di acqua, dall'alimentazione ai medicinali generici. Luoghi comuni e dicerie che vanno smentite

 

1. I vaccini possono provocare l’autismo.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità nessi scientifici non esistono: “I dati epidemiologici disponibili indicano che non vi sono prove di un legame tra morbillo-parotite-rosolia (Mmr) e disturbi dello spettro autistico – si legge in un documento – studi precedenti che suggerivano un nesso di causalità si sono poi rivelati gravemente fallaci

2. I farmaci generici sono meno efficaci di quelli di marca Il decreto Balduzzi del 2012 ha cambiato le carte in tavola, spingendo la crescita degli equivalenti grazie all’indicazione, rivolta ai medici, di esplicitare sulle ricette il nome del principio attivo (ma solo per le malattie acute). In ogni caso, differenze di efficacia non ce ne sono: “I medicinali equivalenti non sono identici agli originali: possono avere, per esempio, una differente composizione in eccipienti o non essere formulati con identica tecnologia farmaceutica – si legge sul sito dell’Aifa – tuttavia sono prodotti di pari valore (equivalenti, appunto) degli originator o bioequivalenti.

3. In Italia si spende troppo per la sanità. In realtà, ha spiegato Lorenzin, “spendiamo meno di tutti. Ed è un falso mito che spendiamo troppo in farmaci. Il Fondo sanitario nazionale è legato al Pil, una percentuale che abbiamo bisogno di aumentare”. Che si impieghino molte risorse è vero (15% della spesa pubblica, 80% di quella regionale) tuttavia confrontando i dati Ocse (relativi al 2012) si rileva una spesa media di 3.440 dollari per abitante. In Italia sono poco più di tremila. Gli altri? Dai mille del Messico ai 4.650 della Germania.

4. Le ferite guariscono più rapidamente se lasciate all'aria aperta: Al contrario, perché la guarigione avvenga prima sarebbe meglio che rimanessero umide.

5. Per stare bene, bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno. Uno dei miti più radicati è che bisogna bere almeno due litri di acqua al giorno, sempre e comunque. Ma i medici statunitensi dell´università della Pennsylvania hanno voluto verificare e non hanno trovato alcuna prova che tanta acqua migliora la pelle, fa perdere peso e aiuta l'organismo a disintossicarsi. In realtà, dipende dall´organismo di ciascuno. Come regolarsi? Semplice: se l´urina è di colore giallo paglierino, vuol dire che si sta bevendo a sufficienza e non serve bere di più.

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giovedì 21 maggio 2015

Posta su Facebook foto del proprio seno: «Attenzione alle fossette»

Una mamma inglese 42enne fa informazione usando i social media e raggiunge oltre 72mila condivisioni. I consigli dell’esperta: «Attente ai noduli, ma non solo»

 

Il linguaggio è quello dei social media, che sempre più spesso diventano un mezzo per fare prevenzione e informazione sui tumori, raggiungendo con la velocità di un click centinaia di migliaia di persone. Così la 42enne britannica Lisa Royle ha pensato di condividere la sua storia e lo scorso 11 maggio ha postato immagine e commento sul suo profilo Facebook: «Non avrei mai pensato di pubblicare una foto delle mie tette, ma ho deciso di farlo prima che vengano sferruzzate settimana prossima». Ad oggi, potenza di internet, il messaggio ha ricevuto oltre 46.200 «mi piace», 75 commenti ed è stato condiviso da altre 72mila persone. Un enorme successo, soprattutto se si considera che la foto è assai casta e completamente incentrata su quelle «leggere fossette» sotto il seno che hanno impensierito Lisa e l’hanno spinta giustamente a farsi vedere da un medico. La mamma di Manchester ha raggiunto il suo scopo: informare il più largo numero di persone sui possibili segnali della presenza di un carcinoma mammario.

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venerdì 15 maggio 2015

Un po’ di chiarezza sull’olio di palma


Sempre più persone ci stanno contattando per chiederci delucidazioni sull’olio di palma. Negli ultimi tempi infatti si è sentito sempre più parlare di questo grasso vegetale che sembra ritrovarsi in moltissimi prodotti dolciari confezionati, anche di larghissimo consumo, ad esempio nella Nutella, di cui si era già occupato a novembre il nostro Neil. Ma che cosa è questo olio di palma? Fa male alla salute? Distrugge le foreste? Perché non se n’è sentito parlare fino a qualche anno fa? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. Cercherò di trattare l’argomento in maniera più breve ed esauriente possibile nei suoi aspetti principali, e nel caso che ci fosse bisogno di approfondimenti sarò felice di poterci lavorare ulteriormente.

Come ci spiega Wikipedia:
L’olio di palma e l’olio di semi di palma o olio di palmisto sono degli olii vegetali saturi non idrogenati ricavati dalle palme da olio, principalmente Elaeis guineensis ma anche da Elaeis oleifera e Attalea maripa.
Nel 2007, con 28 milioni di tonnellate di produzione globale, era il secondo olio commestibile più prodotto, dopo l’olio di soia, che adesso potrebbe aver superato. È anche un componente o una materia prima importante di molti saponi, prodotti alimentari (come la Nutella), polveri detergenti e prodotti per la cura della persona (…)
Dal frutto della palma da olio si ricavano olio di palma (dal frutto) e olio di palmisto (dai suoi semi): entrambi sono solidi o semi-solidi a temperatura ambiente, ma con un processo di frazionamento si possono separare in componente liquida (olio di palma bifrazionato, usato per la frittura) e solida.

Ok, facciamo finta (…) che io non ci capisca niente di queste cose, e spieghiamo per filo e per segno che cosa significa tutto ciò, cercando di usare i termini più semplici possibili.
L’olio di palma è un grasso saturo. Generalmente gli oli vegetali sono grassi insaturi, ovvero quelli che non fanno aumentare il “colesterolo cattivo” ma solo quello “buono” (qui ve lo spiega Wikipedia). I grassi saturi, principalmente grassi animali (come il burro, per intenderci) fanno aumentare invece il cosiddetto “colesterolo cattivo”. L’olio di palma è un grasso saturo, il che lo accomuna, in quanto a effetti sull’organismo, più o meno al burro.

L’olio di palma, però, è un grasso non idrogenato. L’idrogenazione è un processo chimico che potete trovare spiegato con cura su Wikipedia, e anche questo sito mi pare che dia una spiegazione piuttosto esauriente e ricca di esempi basata su manuali di nutrizione clinica. Vi basti sapere che tramite questo processo i grassi liquidi diventano solidi. Questi grassi vengono usati in un sacco di snack confezionati, sia dolci (merendine, ad esempio) che salati (patatine in busta) e si ritrovano in gran parte degli alimenti da fast food. È ormai appurato da anni che tali grassi sono dannosi per la nostra salute in quanto contenenti molecole lipidiche di grassi trans; già nel 2002 l’Accademia Nazionale delle Scienze degli USA ne ha raccomandato la totale eliminazione dalla dieta. Un’altra spiegazione esauriente qui.

Da allora l’olio di palma ha conosciuto una rapidissima diffusione in quanto valida alternativa a tali grassi, di cui era ormai stata appurata la nocività per l’alimentazione umana. Inoltre, da quest’anno è entrato in vigore l’obbligo di specificare il tipo di grassi vegetali nelle etichette degli ingredienti dei prodotti confezionati e questo ha scoperchiato il vaso di Pandora, poiché si è scoperto che in tanti, tantissimi prodotti è presente il suddetto olio di palma.
Dunque: l’olio di palma è un grasso saturo vegetale, fa più o meno male quanto ne fa il burro (ovvero per niente o quasi, se utilizzato con moderazione, un po’ come tutte le cose), ma nemmeno lontanamente quanto altri grassi trattati chimicamente, ed è per questo motivo che negli ultimi anni è andato a sostituire in moltissimi prodotti alimentari i grassi idrogenati di cui si sconsiglia l’utilizzo, in quanto dannosi per la salute.

Allora perché ormai da mesi siamo bombardati da informazioni confuse e a volte contraddittorie che demonizzano i prodotti che lo contengono?
Le obiezioni al suo utilizzo sono principalmente queste tre: andiamo ad analizzarle e cercare di chiarire.

immagine-olio-di-palma-novembre1

Lo sfruttamento da parte delle multinazionali

Si è detto che l’olio di palma è l’ennesimo prodotto che arricchisce le multinazionali a scapito degli abitanti dell’Indonesia e della Malesia che sono i maggiori produttori di olio di palma, con una produzione superiore al 90% del totale mondiale. Si parla di land grabbing, ovvero della sottrazione delle terre ai legittimi proprietari da parte delle solite, cattivissime multinazionali.

Ma, come spiega questo interessante articolo,
Da una parte il land grabbing è in evoluzione, dall’altra non esistono monitoraggi e dati complessivi, ma soltanto casi studio. (…) non abbiamo a che fare con una semplice compravendita arcaicamente colonialista. È un coacervo di investimenti in costante espansione. Un giro di miliardi di dollari. Un trend economico globale.
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Oli ideali per friggere 

 
<p style="display: none;"><cite><a href="http://www.my-personaltrainer.it/oli-friggere.htm">Oli per friggere</a></cite> da http://www.my-personaltrainer.it/oli-friggere.htm</p>


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