mercoledì 14 marzo 2018

Croste di formaggio: si possono mangiare? Risponde il professore Antonello Paparella

C’è chi la scarta senza pensieri, per altri è la parte più gustosa, ma le croste di formaggio si può sempre mangiare? Alcune sono facili da riconoscere e scartare perché si tratta di rivestimenti costituiti da cere (come per il Gouda, l’Edamer, alcune caciotte e pecorini semistagionati), da tessuto (come in una varietà di Cheddar) o da altri materiali non commestibili (come nei pecorini e nella toma affinati nella paglia o nel formaggio sardo con l’argilla).

Più difficile è invece capire come comportarsi con tutte le altre croste. Per esempio sono da evitare le croste di formaggio trattate con l’E235 (natamicina), un conservante con funzione antifungina impiegato in particolare per il trattamento superficiale di formaggi a pasta dura e semidura, come alcuni pecorini. Lo stesso trattamento è effettuato anche sulle superfici di alcuni prodotti di capra freschi o i DOP quali l’Asiago, il Montasio e il Piave. In tutti questi casi leggere l’etichetta può esserci d’aiuto, visto che queste sostanze vanno segnalate.

“Per quanto riguarda le altre croste, in linea generale sono commestibili – spiega Antonello Paparella, microbiologo alimentare dell’Università di Teramo – ma alcune sono poco palatabili per via del sapore o della consistenza come nel caso della Fontina e del Caciocavallo Silano. Tuttavia le croste di alcuni celebri formaggi stagionati, come il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, non sono utilizzabili direttamente a causa della loro consistenza ma possono essere consumate cotte. Basta lavarle con cura ed eliminare lo strato esterno con una grattugia o un coltello, fino a far scomparire le scritte, per utilizzare la parte rimanente come gustoso ingrediente di zuppe e minestre.”

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Frutti di bosco: 10 straordinari benefici per la salute


Lamponi, mirtilli neri, mirtilli rossi, more, ribes e fragoline di bosco sono preziosi alleati per la salute. Questi straordinari frutti di bosco sono ricchi di antiossidanti, sostanze benefiche che ci proteggono dalle malattie e che ci aiutano a prevenire e a contrastare le infezioni.

La scienza si sta dimostrando sempre più attenta alle proprietà benefiche dei frutti di bosco. Ora che sono di stagione possiamo approfittare delle passeggiate in montagna e in campagna per raccoglierli e per poterli consumare freschi. Andiamo alla scoperta delle principali proprietà dei frutti di bosco.

1) Fanno bene al cuore

Le fragole e i mirtilli, ma in generale tutti i frutti rossi e i frutti di bosco, sono ricchi di vitamine e davvero salutari. Gli esperti statunitensi e britannici si sono concentrati sulle condizioni di salute delle donne e hanno messo in luce come i frutti di bosco possano essere benefici per il loro cuore. Per proteggere il cuore nello studio in questione gli esperti indicano che dovremmo mangiare fragole e frutti di bosco almeno tre volte alla settimana.
 

2) Prevengono l'invecchiamento

Uno studio sui frutti di bosco condotto dall'Università di Parma ha messo nero su bianco gli effetti benefici di questi frutti nella prevenzione dell'invecchiamento. In questo caso i benefici dei frutti di bosco sono dovuti soprattutto alla ricchezza di polifenoli, delle molecole fondamentali per arginare i danni causati dai radicali liberi e per prevenire patologie croniche, oltre che per migliorare le capacità cognitive.

3) Aiutano a dimagrire

Se fate fatica a dimagrire, il segreto potrebbe essere nei frutti di bosco. Mangiare tre porzioni di frutti di bosco al giorno infatti aiuterebbe a bruciare i grassi e consumare calorie per produrre energia. Sarebbe merito soprattutto degli antiossidanti secondo un nuovo studio condotto negli Stati Uniti che evidenzia i benefici del resveratrolo contenuto nei frutti di bosco.

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venerdì 9 marzo 2018

Lo sport è un farmaco naturale che fa vivere 7anni di più

In Italia da sedentarieta' malattie cuore e 16% casi di cancro al seno

 

Un farmaco naturale che, assieme ad un corretto peso corporeo, permette di vivere circa 7 anni piu' a lungo rispetto a chi non ne fa uso. E' l'attivita' fisica, protettiva come un medicinale, con l'ulteriore effetto di ridurre anche lo stress. L'invito a modificare I propri stili di vita all'insegna di un maggiore movimento arriva dai cardiologi, a Napoli per il congresso nazionale della Societa' italiana per la prevenzione cardiovascolare Siprec.

La sedentarieta', afferma Roberto Pedretti, presidente del Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa e Preventiva, "e' un importantissimo fattore di rischio cardiovascolare. Secondo i dati dell’Oms l’inattività fisica è il quarto fattore di rischio di mortalità globale, responsabile del 5-6 per cento di tutti decessi, pari a oltre 3 milioni di persone per anno. Come causa di morte a livello mondiale, essa è preceduta solo dall’ipertensione arteriosa, dal fumo e dall’iperglicemia.

L’inattività fisica è nel mondo causa di circa il 21-25 per cento dei tumori di mammella e colon, del 27 per cento dei casi di diabete e di circa il 30 per cento dei casi di cardiopatia ischemica. Nonostante questo, purtroppo, troppe persone continuano ad essere fisicamente non attive". In Italia, secondo i dati del Progetto PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità, continuano ad essere fisicamente non attive circa 4 persone su 10. 

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Vaccini: stimati 30mila bimbi non in regola

Signorelli, difficile sapere quanti non saranno ammessi a scuola

Potrebbero essere circa 30mila i bambini sotto i sei anni non in regola con la documentazione per le vaccinazioni, ma di questi è impossibile sapere quanti non saranno ammessi a scuola, perchè ogni Regione si comporterà in modo diverso. Lo afferma il past president della Societa' italiana di Igiene Carlo Signorelli alla vigilia della scadenza del termine del 10 marzo per la presentazione dei certificati vaccinali necessari per evitare l'esclusione da nidi e materne.

"Al momento numeri certi non ce ne sono - sottolinea l'esperto -, l'unica base di partenza sono i 120mila in arretrato nelle coorti 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Di questi circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30mila non siano in regola. Difficilmente però non verranno riammessi a scuola, ci sono Regioni che hanno una proroga perchè hanno l'anagrafe vaccinale, altre che danno un appuntamento d'ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Come minimo ci dovrebbe essere un ultimo colloquio con la Asl prima di arrivare all'esclusione. I conti si potranno fare solo a giugno".

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giovedì 8 marzo 2018

Tisana Liquirizia Zenzero e Limone Bio


Abbiamo aggiunto una nuova  Tisana" Depur" alla nostra gamma  di Tisane Bio composta da Liquirizia Zenzero Limone Bio, ve la presentiamo.

Quella tra  liquirizia zenzero e limone Bio, sembra essere l’unione perfetta per migliorare lo stato di salute generale dell’organismo.

La tisana  liquirizia zenzero e limone Bio, è una bevanda depurativa  molto apprezzata:
è indicata in caso di raffreddore, ipercolesterolemia (lo zenzero contrasta la formazione del colesterolo cattivo),
per chi segue una dieta ipocalorica e  chi vuole migliorare il metabolismo e desidera dimagrire.

Curiosità sullo Zenzero
Lo zenzero  è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Zingiberaceae.
Molto utilizzato in cucina, possiede alcune proprietà antinfiammatorie e digestive che lo rendono utile per stomaco e cuore.

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martedì 6 marzo 2018

Zuppe pronte fresche: ingredienti semplici e buona qualità nutrizionale. Il confronto tra DimmidiSì, Conad e Pam


Le inchieste sui consumi alimentari degli italiani evidenziano due tendenze apparentemente in contrasto fra loro: da un lato aumentano le vendite di prodotti salutistici – sostituti della carne, frutta secca, alimenti arricchiti di fibre o vitamine – dall’altro vanno a gonfie vele i piatti pronti. Secondo i dati Nielsen, il mercato italiano delle zuppe fresche, nel 2017, ha chiuso a 97 milioni di euro, con una crescita del 28% rispetto all’anno precedente.

Cucinare in casa, utilizzando ingredienti freschi, permette di avere un maggior controllo su ciò che mangiamo, di limitare sale, zucchero e grassi, ed evitare additivi vari come conservanti, antiossidanti, addensanti ed emulsionanti spesso presenti nei piatti pronti venduti al supermercato. Ma è pur vero che cresce il numero di persone con poco tempo da dedicare ai fornelli o che preferiscono fare altro. Per questo il mercato offre sempre di più prodotti che abbinano caratteristiche salutari e praticità.

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lunedì 5 marzo 2018

Lo stress è contagioso come il raffreddore

A sostenerlo uno studio sui topi pubblicato su Nature Neuroscience. Analizzata l'impronta che un soggetto può lasciare sul cervello dei propri simili, con il solo contatto



LO STRESS può essere contagioso, e può esserlo così tanto da alterare il cervello del nuovo infettato allo stesso modo con cui modifica quello dell'individuo che ne soffre. A svelare la natura del contagio è un nuovo studio pubblicato su Nature Neuroscience, che ha analizzato l'impronta che un soggetto stressato – in questo caso topi – può lasciare sul cervello dei propri simili, con il solo contatto.

Gli esseri umani, così come i primati o i roditori, sono animali sociali e sono capaci di fornire consolazione a individui stressati, alleviando il disagio. Ma questo tipo di interazioni, ricordano gli autori, possono anche trasmettere sensazioni di stress e disagio, come un contagio. Ma in che modo questo avvenga non è del tutto chiaro. E possibile, si è chiesto il team guidato da Jaideep Bains della University of Calgary, che queste interazioni sociali siano così profonde da modificare anche il cervello da un individuo all'altro?


LO STRESS ALTRUI MODIFICA IL CERVELLO. Per capirlo i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti su alcune coppie di topi, maschi o femmine. Lo studio era disegnato in modo tale che uno dei membri della coppia a un certo punto venisse allontanato dalla gabbia, sottoposto a stress moderato e poi riportato nuovamente vicino al proprio partner. Gli scienziati hanno così osservato che lo stress, sperimentato sulla propria pelle o contagiato, aumenta i livelli di cortiocosterone, una sostanza coinvolta nelle risposte da stress appunto. Ma cè di più. "I neuroni che controllano la risposta del cervello allo stress hanno mostrato cambiamenti nei partner non stressati identici a quelli che abbiano osservato negli animali sottoposti a stress", spiega Toni-Lee Sterley, tra gli autori della ricerca. Dal punto di vista etologico un comportamento simile è perfettamente spiegabile, perché favorisce coalizioni, prepara i consimili alle mosse successive da compiere senza esporli direttamente al pericolo. Infatti, spiegano i ricercatori, anche il partner allertato può a sua volta allertare un terzo membro del gruppo e così via.


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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...