domenica 15 aprile 2018

Gli antenati del Viagra. Storia millenaria degli afrodisiaci, dagli antichi romani alle parole in chat

Evelyn De Morgan (1855 - 1919). La Pozione d’Amore
Andrea Cionci
Sono appena passati vent’anni dalla prima commercializzazione del Viagra, la pillola azzurra che ha, in gran parte, risolto la disfunzione erettile. Fu una rivoluzione epocale nel campo dell’andrologia che, prima del Viagra, basava le terapie soprattutto su fastidiose iniezioni.

«Oggi, ad avvalersi di questo medicinale vasodilatatore a base di Sildenafil – spiega l’urologo Alberto Pansadoro - sono soprattutto uomini sopra i 50, spesso diabetici, o magari con 30 anni di fumo alle spalle. Il tabagismo è, infatti, tra le principali cause di impotenza: rovina le arterie e siccome quelle del pene sono molto piccole e delicate, sono fra le prime ad essere danneggiate. Tuttavia, il medicinale è prescritto anche per quei giovani che hanno problemi di natura psicologica. A volte, capita che di fronte a qualche primo “insuccesso”, essi entrino in un circolo vizioso di inibizione. Il Viagra costituisce allora un appiglio per la propria sicurezza».

L’ENERGIA PSICHICA DI AFRODITE

Per quanto la pillola blu agisca dal punto di vista puramente organico è interessante notare come l’erezione maschile sia l’unica manifestazione del corpo umano che, da sola, non dipende dalla volontarietà e, al tempo stesso, non è una funzione spontanea come, ad esempio, la digestione o la respirazione. Essa è legata alla più vitale fra le pulsioni umane, la libido, un’energia psichica, una spinta vitale che esula dalla sfera sessuale e può esser sublimata e investita in interessi come l’arte, la politica, lo studio, la ricerca, insomma, in tutto ciò che è alla base della civiltà umana. 

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sabato 14 aprile 2018

La ricerca dimostra che il fluoro calcifica la ghiandola pineale

La ghiandola pineale è nota come la “sede dell’anima” da centinaia di anni. Il fluoro, un vettore di tossicità onnipresente nel mondo moderno, potrebbe effettivamente calcificare questa ghiandola e trasformarla in pietra?


La scoperta

Una ricerca pubblicata nel 2001 ha mostrato che i depositi di fluoro (F) nella ghiandola pineale avvenuti con l’età  sono associati alla sua calcificazione. Furono sezionate le ghiandole di undici cadaveri di soggetti anziani e le conclusioni furono:
“C’era una correlazione positiva tra la concentrazione pineale di F [fluoro ] e di Ca [ calcio] (r = 0.73, p <0.02) ma nessuna correlazione tra la concentrazione pineale di F e quella dell’osso. Nella vecchiaia la ghiandola pineale ha accumulato F e la sua Il rapporto F / Ca è più alto dell’osso. ”

Questa non è la prima ricerca che incolpa il fluoro dicontribuire alla cosiddetta calcificazione ectopica o alla calcificazione dei tessuti molli.

Cos’è la ghiandola pineale?

E’ una piccola ghiandola endocrina nel cervello dei vertebrati, ed è talvolta chiamata il “terzo occhio” in quanto è un organo sensibile alla luce, situato in posizione centrale con caratteristiche cellulari che assomigliano alla retina umana.

La ghiandola pineale è meglio conosciuta per il suo ruolo nel produrre l’ormone melatonina dalla serotonina (innescata dall’assenza di luce) e influenza i ritmi di veglia / sonno e i ritmi stagionali / circadiani. E’ grande come una piccola pigna a forma di pisello, si trova vicino al centro del cervello, tra i due emisferi ed è una struttura cerebrale unica poiché non è protetta dalla barriera emato-encefalica. Questo potrebbe anche spiegare perché è univocamente sensibile alla calcificazione tramite esposizione al fluoro.

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giovedì 12 aprile 2018

Lo sapevi che...

Fonte

Unicef, 700 bambini al giorno muoiono per acqua non pulita

Giornata Mondiale Acqua, due miliardi senza accesso

ROMA - Ogni giorno oltre 700 bambini muoiono per malattie legate ad acqua non pulita e scarse condizioni igienico-sanitarie. Lo evidenzia l'Unicef in occasione della Giornata mondale dell'acqua che ricorre il 22 marzo. Nel mondo circa 2,1 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua pulita e almeno 263 milioni di persone impiegano più di 30 minuti per raccogliere acqua, ricorda il Fondo dell'Onu per l'infanzia, che sottolinea come siano i bambini le prime vittime della mancanza d'accesso alle risorse idriche.
"Quando un bambino ha accesso ad acqua sicura è meno esposto a rischi e pericoli vitali per la sua crescita. L'accesso all'acqua ancora oggi rimane un 'lusso' per miliardi di persone in tutto il mondo", dichiara Giacomo Guerrera, presidente dell'Unicef Italia.

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mercoledì 11 aprile 2018

Diabete, addio aghi. Per la misura della glicemia arriva un cerotto

Sviluppato in GB, potrebbe aiutare a gestire meglio la malattia

 Addio aghi per i diabetici, 'arriva' un cerotto per misurare la glicemia che si appiccica sulla pelle e dà una misura molto accurata ogni 10-15 minuti, senza punture.


    Funziona 'risucchiando' lo zucchero presente nei fluidi sottocutanei per poi misurarlo.


    Il cerotto - che potrebbe rivoluzionare la gestione quotidiana del diabete per i pazienti - è stato presentato in un lavoro oggi sulla rivista Nature Nanotechnology, condotto presso la britannica University of Bath da Richard Guy del Dipartimento di Farmacia e Farmacologia.


    Nel diabete l'organismo non riesce più a tenere sotto controllo la concentrazione dello zucchero nel sangue (glicemia) e il paziente ha bisogno di assumere farmaci e/o insulina (l'ormone cardine che regola la glicemia) per evitare pericolosi picchi di zuccheri (in eccesso o in difetto). Per la gestione delle terapie diviene dunque fondamentale per il paziente il monitoraggio della glicemia, che il paziente esegue tutti i giorni in autonomia con degli apparecchietti portatili che leggono la glicemia su una goccia di sangue.

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martedì 10 aprile 2018

Abbuffata di plastica, più di 100 particelle a ogni pasto

Arrivano nel piatto con le polveri di casa

Una vera 'indigestione' di plastica giornaliera: sono più di 100 le minuscole particelle di questo materiale che ingoiamo ad ogni pasto. Dai mobili e i tessuti sintetici di casa, le minuscole particelle di plastica finiscono nelle polveri domestiche e, con queste, 'atterrano' nel piatto. E' quanto emerge dalla ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Pollution e condotta dall'università Heriot-Watt di Edimburgo.

La scoperta, per quanto sorprendente, è avvenuta in modo semplice: gli studiosi hanno posto delle piastre di Petri (i tipici piatti di vetro utilizzati in laboratorio per le colture cellulari in laboratorio) vicino ai piatti nei quali venivano consumati i pasti in tre abitazioni. Speciali 'trappole' di polvere all'interno delle piastre hanno permesso di contare fino a 14 minuscoli frammenti di plastica (microplastiche) alla fine di un pasto di 20 minuti, l'equivalente di 114 fibre di plastica su un piatto più grande, come quello da portata. Il che significa che in un anno nello stomaco di ogni individuo possono finire, a sua insaputa, fino a 68.415 fibre di plastica potenzialmente pericolose.

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Obesità: un'epidemia che aumenta l'incidenza di tumori in età giovanile

Per il sovrappeso si abbassa l'età in cui si presentano ben 13 tipi di cancro legati all’età avanzata. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Obesity


STIAMO diventando sempre più grassi. È un fatto: dal 1975 ad oggi il numero di bambini obesi sul pianeta è decuplicato. E anche se non ci piace ricordarlo, la cosa ci riguarda da vicino perché l’Italia è in prima fila tra i paesi occidentali in cui i cittadini pesano di più. Una tendenza inarrestabile – se non autentica epidemia come l’ha definita di recente l’Oms – che sta modificando anche la storia naturale di alcune patologie. A sancirlo, una volta per tutte, è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Obesity, che svela come alcuni tipi di tumori caratteristici dell’età avanzata o della terza età stiano iniziando ad apparire sempre più precocemente, di pari passo con il progredire dell’attuale epidemia di obesità infantile.

LEGGI - Obesity day, 10 volte più bambini obesi rispetto al 1975


• I TUMORI LEGATI ALL’OBESITÀ
La nuova ricerca è, più precisamente, una review della letteratura scientifica sul tema: una riflessione a firma dell’onco-ematologo Nathan Berger, della Case Western Reserve University di Cleveland, che fa il punto sul rapporto tra cancro e obesità infantile analizzando i risultati di oltre 100 studi scientifici. Per iniziare, l’autore circoscrive il campo di studi rifacendosi alle conclusioni dell’Iarc (l’organismo dell’Oms dedicato alla ricerca sul cancro), che in una delle sue monografie pubblicata nel 2016 ha confermato l’obesità come fattore di rischio per 13 specifiche forme di tumore. Tra questi, due big killer come il tumore al seno e quello al colon retto, e altri meno comuni come il tumore alla tiroide, quello al fegato, il tumore endometriale, il mieloma o adenocarcinoma esofageo.


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LEGGI - L'obesità aumenta il rischio di ammalarsi di 13 tipi di cancro

Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...