New York - La Johnson & Johnson deve pagare circa 4,7 miliardi di dollari fra danni compensativi e punitivi alle donne che puntano il dito sulle fibre di amianto presenti nel suo borotalco, ritenute responsabili del loro cancro alle ovaie: a deciderlo una giuria del tribunale americano di St. Louis al termine di un processo durato 5 settimane, durante il quale sono stati ascoltare decine di esperti.
L’azienda ovviamente non ci sta, e ha annunciato che farà appello: il verdetto «è il prodotto di un processo fondamentalmente ingiusto», ha detto Carol Goodrich, portavoce della Johnson & Johnson, spiegando che i prodotti della società non contengono asbesto e non causerebbero il cancro alle ovaie; secondo la portavoce, «i molti errori presenti in questo processo sono stati peggiori di quelli nei precedenti processi che sono poi stati capovolti».
La giuria di St. Louis ha stabilito prima i danni compensativi, fissandoli a 550 milioni di dollari, ovvero circa 25 milioni per ognuna delle 22 donne rappresentate nel caso; poi, dopo essersi riunita nuovamente per un’ora, ha deliberato i danni punitivi quantificandoli in 4,14 miliardi, portando così il totale a 4,69 miliardi di dollari.
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