sabato 2 novembre 2019

Sport al mattino, prima di colazione è meglio: si bruciano più grassi

Secondo uno studio inglese, fare esercizio fisico a stomaco vuoto migliora la risposta dell'insulina e allontana il rischio di diabete


Sport al mattino? Meglio prima di colazione se l’obiettivo è bruciare i grassi. Basta non esagerare con lo sforzo fisico, ovviamente. Ma muoversi appena svegli, con lo stomaco vuoto, stimola il corpo ad usare proprio i lipidi come fonte energetica e migliora la risposta dell’insulina, l’ormone che tiene sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue, abbassando così il rischio di diabete di tipo 2 e di patologie cardiovascolari.

A dirlo è uno studio condotto da ricercatori delle università di Bath e Birmingham, che per sei settimane hanno seguito trenta uomini con problemi di peso. E alla fine è emerso che chi faceva sport prima di fare colazione bruciava la quantità doppia di grassi rispetto a chi mangiava prima e solo dopo si allenava. La differenza sarebbe legata proprio ai livelli di insulina: quando si è a stomaco vuoto, a digiuno dalla sera precedente, aumenta il consumo dei grassi, che vengono utilizzati come carburante per il movimento.

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giovedì 31 ottobre 2019

Gli abiti dei fumatori sono nocivi quasi quanto le loro sigarette, soprattutto per i bambini

La camicia indossata da un fumatore si impregna di nicotina al punto da risultare pericolosa per la salute di chi sta vicino a lui.


I fumatori non dovrebbero dimenticare che persino i vestiti impregnati del fumo di sigaretta possono trasformarsi in pericolosi contaminanti. Infatti i loro abiti - anche nel caso di chi fuma fuori casa - assorbono come spugne la nicotina e varie tossine che, secondo recenti studi, risultano pericolose per la salute.
CAMICIA. Per esempio, come spiega Manuela Martins-Green della University of California a Riverside, una camicia di cotone è un vero assorbi-fumo: e poco importa se un genitore accende la sigaretta soltanto fuori casa, perché quando torna dai figli la indossa ancora. Il consiglio? Togliersi subito la camicia, e in generale gli abiti impregnati di fumo, per poi lavarli.

SU TENDE E DIVANI. Si tratta del cosiddetto fenomeno del fumo di terza mano: la contaminazione che resta non solo sui vestiti e i capelli dei fumatori, ma anche sugli arredi delle case (come tende, divani, superfici tessili, ecc.), perfino dopo che il fumo di sigaretta si è disperso dall'ambiente. 

AMBIENTE. Il fumo di terza mano, infatti, è un insieme di composti che permane a lungo nell'ambiente. E che mischiandosi con altri inquinanti dell'aria dà origine a sostanze in alcuni casi cancerogene. Bambini e anziani sono particolarmente vulnerabili a questo residuo di nicotina: i primi perché sono spesso a contatto con tappeti e altre superfici impregnate e i secondi perché sono più vulnerabili.

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mercoledì 30 ottobre 2019

Integratori non sono curativi, dal ministero un Decalogo di consigli

Diffidare da prodotti 'miracolosi'. Non sostituiscono una dieta sana ed equilibrata


Gli integratori alimentari "non hanno una finalità di cura, prerogativa esclusiva dei farmaci, perché sono ideati e proposti per favorire nell'organismo il regolare svolgimento di specifiche funzioni o la normalità di specifici parametri funzionali o per ridurre i fattori di rischio di malattia". Vanno inoltre utilizzati con cautela e diffidando dai prodotti propagandati come "miracolosi" spesso presenti in canali di vendita sulla Rete. Ad affermarlo è il ministero della Salute, che ha pubblicato un Decalogo per un loro corretto uso.
Innanzitutto, si legge nel Decaologo, "l'impiego di integratori, per risultare sicuro e adatto alle specifiche esigenze individuali, deve avvenire in modo consapevole e informato sulla loro funzione e sulla valenza degli effetti svolti, senza entrare in contrasto con l'esigenza di salvaguardare abitudini alimentari e comportamenti corretti nell'ambito di uno stile di vita sano e attivo. Ricorda che una dieta varia ed equilibrata fornisce, in genere, tutte le sostanze nutritive di cui l'organismo ha bisogno". Ed ancora: "Ricorda che una dieta varia ed equilibrata fornisce, in genere, tutte le sostanze nutritive di cui l'organismo ha bisogno. Se intendi far uso di un integratore, accertati che gli effetti indicati in etichetta rispondano effettivamente alle tue specifiche esigenze di ottimizzazione della salute e del benessere e non superare le quantità di assunzione indicate.
Leggi sempre per intero l'etichetta e presta particolare attenzione alle modalità d'uso, alle modalità di conservazione e agli ingredienti presenti, anche in considerazione di eventuali allergie o intolleranze". 
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domenica 27 ottobre 2019

150mila italiani con il 'gene-Jolie'. Oncologi, il test sia rimborsabile

Sos fake news, da sodio a urinoterapia ma non esistono cure miracolose


Sono 150mila gli italiani che presentano una mutazione dei geni Brca 1 e 2, il ribattezzato 'gene Jolie' dal nome dell'attrice che ha reso noto di esserne affetta, secondo una stima sulla base della frequenza di tale mutazione nella popolazione europea. Il test genetico per individuare la mutazione è fondamentale sia per i pazienti con alcuni tipi di tumore, per poter accedere a cure mirate e più efficaci, sia per i loro familiari per poter prevenire l'insorgenza di neoplasie: per questo, gli oncologi chiedono che sia rimborsabile per entrambi. A puntare i riflettori sul tema è l'Associazione italiana di oncologia medica Aiom in occasione del XXI Congresso nazionale in corso a Roma.
La situazione nel Paese, affermano gli oncologi, è a macchia di leopardo: solo 7 Regioni garantiscono infatti l'esenzione dal pagamento dell'intero percorso di cura. La mutazione dei 2 geni determina una predisposizione a sviluppare alcuni tipi di tumore (in particolare della mammella, ovaio, pancreas e prostata) più frequentemente rispetto alla popolazione generale. Il rischio di trasmissione dai genitori ai figli delle mutazioni Brca è del 50%. La maggior parte di queste persone non sa di essere portatore della mutazione e, quindi, del rischio oncologico correlato, perché i test genetici per individuarla non sono ancora abbastanza diffusi, soprattutto fra le persone sane. Per estendere a questi cittadini programmi mirati di prevenzione è necessario che, in caso di individuazione dell'alterazione genetica in un paziente, il test sia effettuato anche sui familiari sani per poter avviare appunto un percorso mirato. Il punto critico è proprio la mancata adozione in maniera uniforme sul territorio nazionale dei Protocolli di Diagnosi, Trattamento e Assistenza per Persone ad Alto Rischio Eredo-Familiare (PDTA AREF), oggi presenti solo in 8 Regioni (Emilia-Romagna, Liguria, Lazio, Veneto, Campania, Toscana, Sicilia, Piemonte). Soltanto 7, rileva l'Aiom, hanno però deliberato anche l'esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie previste dai protocolli di sorveglianza (Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Campania, Toscana, Sicilia e Piemonte).
Sos fake news, due pazienti su tre cercano cure 'alternative' sul web
Dal bicarbonato di sodio alla 'urinoterapia', attenzione alle bufale spacciate come cure miracolose contro i tumori. A rilanciare l'allerta sono gli oncologi, riuniti a Roma per il XXI Congresso nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). Gli utenti del web sono, infatti, sempre più alla ricerca di informazioni sulle cosiddette "cure alternative" contro il cancro. Due pazienti (o familiari) su tre, colpiti da una neoplasia, consultano internet alla ricerca di metodi "non ufficiali" per vincere il cancro. Per fortuna, rilevano gli esperti, solo una minoranza si rivolge poi a santoni e ciarlatani, con gravi rischi per la salute. La malattia può, infatti, evolvere sfavorevolmente a causa del mancato ricorso a terapie efficaci e approvate dagli enti regolatori. Dagli oncologi dell'Aiom arriva dunque un messaggio forte e chiaro: "Attenzione alla pericolosità di alcune scelte: non esistono terapie oncologiche miracolose. È invece indispensabile seguire sempre e solo le indicazioni terapeutiche degli specialisti".
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lunedì 14 ottobre 2019

Cibo, Coldiretti: «In Italia uno scandalo alimentare al giorno»

I pericoli maggiori? Tonno e pescespada spagnoli per l’alto contenuto di mercurio e quello francese per il parassita Anisakis. La classifica per conoscerli e tutelarsi


Tonno spagnolo? Sgombro francese? E i pistacchi sono turchi o americani? La provenienza del cibo potrebbe fare la differenza, almeno in base a un’analisi fatta da Coldiretti sugli allarmi alimentari che si sono verificati in Italia quest’anno: più di uno al giorno, che in oltre quattro prodotti su cinque hanno riguardato prodotti pericolosi per la sicurezza alimentare provenienti dall’estero: su un totale di 281 allarmi notificati a Bruxelles, 124 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (44 per cento) e 108 da Paesi extra Ue (39 per cento). L’analisi è stata presentata al Forum Internazionale dell’agroalimentare a Cernobbio (Como) dove è stata apparecchiata la tavola dei cibi più pericolosi venduti in Italia nel 2019 sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf, Rapid Alert System for Food and Feed) relative ai primi nove mesi.
I maggiori pericoli? «Il pesce spagnolo, come tonno e pescespada, con alto contenuto di mercurio – precisa la Coldiretti – e quello francese, sgombro in primis, per l’infestazione del parassita Anisakis, ma sul podio del rischio ci sono anche i materiali a contatto con gli alimenti (i cosiddetti «Moca»), per i quali si riscontra la cessione di sostanze molto pericolose per la salute del consumatore (cromo, nichel, manganese, formaldeide), in particolare per quelli importati dalla Cina». Come per esempio i pelati. Nella black list alimentare ci sono poi i pistacchi dalla Turchia e le arachidi dall’Egitto per l’elevato contenuto di aflatossine cancerogene, presenti anche nei pistacchi dagli Stati Uniti e la salmonella enterica nelle carni avicole polacche.

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domenica 13 ottobre 2019

PERCHÉ MANGIARE CACHI FA BENE ALLA SALUTE?

Frutto tipicamente autunnale, dolcissimo e saporito, il cachi fa parte della frutta di stagione a ottobre. L’albero (Diospyros kaki, che in greco significa cibo degli dei), appartenente alla famiglia delle Ebenacee, è conosciuto con nomi diversi, caco, loto o kako, ed è in grado di raggiungere anche un’altezza di 15 metri. Il cachi frutto, invece, ha un caratteristico colore arancione vivace che tinge allegramente prati e boschi di pianura e collina nei mesi di ottobre e novembre.
Proveniente dall’Asia orientale, il kaki trova la sua specifica zona di origine nella Cina centro-meridionale dove, più di 2000 anni fa nacque la sua coltivazione, una delle più antiche al mondo. In Italia le prime coltivazioni risalgono ai primi anni del 900, dapprima nelle regioni meridionali, per poi diffondersi in tutta la penisola. Attualmente le maggiori coltivazioni, rinomate per l’alta qualità e con esportazioni anche all’estero, sono in Sicilia.
Il cachi ha proprietà e benefici molto preziosi per la nostra salute, scopriamo quali sono insieme alla dott.ssa Francesca Evangelisti – biologa nutrizionista bolognese.

VARIETÀ DEI CACHI E COMPOSIZIONE

L’albero kaki, che vive in media 30-40 anni, comincia a produrre i frutti solo a partire dal quarto anno di vita, mentre la loro maturazione avviene tipicamente in autunno, nei mesi di ottobre e novembre, quindi quando la pianta ha ormai completamente perso tutte le foglie e risulta completamente spoglia. Come ci spiega la dottoressa, si conoscono due tipi principali di cachi: “il caco-mela, dal sapore vanigliato e polpa soda e croccante, molto simile a quella delle mele, ed il caco comune, molto dolce e dalla polpa morbida e cremosa. Le varietà più note sono il loto di Romagna, il Fuyu, il Kawabata e i Suruga”.
Per quanto riguarda i valori nutrizionali, “Il cachi presenta un elevato contenuto di acqua (80%) ed è molto ricco di zuccheri (12%). La quantità di fibra è buona (3,6%), mentre proteine e lipidi sono presenti solo in piccolissime quantità (rispettivamente 0,6 grammi e 0,3 grammi per 100 grammi di prodotto fresco). È un frutto molto ricco di minerali, soprattutto potassio, calcio, magnesio e fosforo, così come di vitamine, come la A (presente in altissima concentrazione), la C, la E e alcune del gruppo B (niacina, tiamina e riboflavina). Anche il contenuto in antiossidanti è notevole, in particolare per quanto riguarda betacarotene, licopene e zeaxantina, per citarne alcuni. Tuttavia, le calorie del cachi sono abbondanti, in quanto 100 grammi di frutto ne apportano circa 70”.
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sabato 5 ottobre 2019

Frutta secca per non ingrassare: una manciata al giorno tiene lontani i chili di troppo

Bastano 14 grammi di noci, nocciole e mandorle per mantenere la linea ed evitare l’aumento di peso fisiologico con il passare degli anni. Un aspetto importante per uno sportivo praticante


Via libera a noci, nocciole, pistacchi e mandorle. Una manciata di frutta secca ogni giorno sembra infatti in grado di evitare l’aumento di peso fisiologico con il passare degli anni, soprattutto se noci e simili vengono mangiate come snack al posto di altri spuntini poco salutari come patatine, merendine o carni processate come wurstel e salumi.
LO STUDIO – Uno studio americano condotto da ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health e del Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School ha infatti dimostrato che una manciata di frutta secca mista (per l’esattezza 14 grammi) al giorno è in grado di prevenire l’aumento cronico di peso in uomini e donne, che mediamente mettono su mezzo chilo l’anno (dopo una certa età, s’intende, che però spesso arriva prima di quanto si immagini…).
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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...