venerdì 12 febbraio 2021

Test dell'orologio per diagnosticare disturbi mentali

Il test dell’orologio è una prova molto semplice per effettuare una diagnosi di disturbo mentale. La sua finalità è valutare il deterioramento cognitivo del soggetto e poter diagnosticare eventuali disturbi neurologici e psichiatrici. Da quando è stata realizzato per la prima volta nel 1953, è divenuto uno dei test comuni per identificare precocemente l’ Alzheimer o altre demenze.

È più che probabile che, ad oggi, se diciamo che questa prova si basa “solo” sul chiedere al paziente di disegnare un orologio le cui lancette segnino le 11 e 10, più di una persona può dubitare della sua validità ed efficacia diagnostica. Tuttavia, dobbiamo tenere in considerazione alcuni aspetti pratici sui quali si fonda questa prova (all’apparenza) tanto semplice.

Disegnare un orologio è talmente semplice che risulta quasi incredibile che possa essere una delle prove più efficaci quando si tratta di rilevare disturbi cognitivi come il Parkinson o l’Alzheimer.

In primo luogo, è necessario comprendere l’ordine impartito: “disegni un orologio che indichi questa ora”. In seguito, la persona dovrà pianificare, fare attenzione alla sua esecuzione motoria, aggiustare la sua percezione visiva, la sua coordinazione visivo-motoria e la sua capacità visivo-costruttiva. Non è, dunque, una cosa così semplice; di fatto, l’efficienza cognitiva richiesta dal test dell’orologio lo rende una delle prove più utili, soprattutto se la confrontiamo con altre più complesse, più costose e meno affidabili.

Test dell’orologio per valutare un deficit delle capacità cognitive

Questa prova è stata sviluppata e applicata per la prima volta nel 1953. Si cercava di avvalorare l’aprassia costruttiva (abituale nelle demenze) e di identificare l’entità delle lesioni della corteccia parietale. A poco a poco, e vedendo la sua efficacia, è divenuto uno strumento essenziale per diagnosticare il deterioramento cognitivo associato soprattutto alle prime fasi dell’Alzheimer.

Lo svolgimento di questa prova, come abbiamo già detto, è molto semplice. Tuttavia, deve comunque essere guidata e analizzata da uno psicologo qualificato, dato che sulla base del test dell’orologio è possibile identificare diversi disturbi, deficit o lesioni cerebrali. Occorre inoltre dire che vi sono fino a 15 modi diversi di valutare detta prova.

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Scuole chiuse per varianti Covid, aumentano nuovi focolai: dove si torna alla didattica a distanza

Dove sono state chiuse le scuole per impennata di casi Covid tra alunni e personale scolastico? Dall’Umbria alla Lombardia, dall’Abruzzo alle Marche passando per Lazio e Alto Adige, ecco dove si stanno registrando i nuovi focolai, spesso legati alle varianti del virus, che hanno costretto le amministrazioni locali a decidere per il ritorno alla didattica a distanza. Galli (Sacco): “Questo è un problema”.

Anche se non c'è un collegamento scientificamente provato tra circolazione delle varianti Covid e aumento dei contagi tra i bambini, è un dato di fatto che la maggior parte dei focolai collegati alle mutazioni del virus, in particolare a quella inglese, siano stati registrati nelle scuole. E il numero di comuni e Province che stanno decidendo di tornare alla didattica a distanza sta crescendo ora dopo ora per evitare che la trasmissione dell'infezione diventi incontrollabile. Numerose classi sono finite in quarantena, per altre è stato predisposto lo screening, insieme anche al personale docente e non docente, per scoprire la presenza di ulteriori casi. "Stando a ciò che dicono gli esperti inglesi – ha detto Massimo Galli, primario dell'ospedale Sacco di Milano -, i primi riscontri confermano che la variante inglese si trasmette più velocemente tra i più giovani. Varie evidenze vanno in questa direzione. Se confermato, questo è un problema per diversi motivi. Ricordiamoci che per i ragazzi e i bambini non abbiamo ancora un vaccino sperimentato. Inoltre, i giovanissimi di solito si infettano meno degli adulti, perché hanno una min

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Covid: test saliva efficace, conferma dal 98% tamponi positivi

Studio condotto su oltre 5.500 dipendenti Università Padova

Uno studio condotto da ottobre a dicembre scorsi su oltre 5.500 dipendenti dell'Università di Padova ha dimostrato l'efficacia del test salivare molecolare per la ricerca dell'infezione del virus SarsCov-2.

Dall'8 ottobre al 24 dicembre 2020, 5.579 dipendenti hanno aderito al programma, per un totale di 19.850 campioni salivari, valutati con tecnica molecolare per Ssrs-CoV-2. Una piccola percentuale di persone ha abbandonato il programma dopo la prima raccolta, ma i restanti 5.350 dipendenti hanno ripetuto il test della saliva (con batuffolo di cotone, masticato al risveglio) da un minimo di 3 a un massimo di 5 volte, per 11 settimane.

In questo lasso di tempo sono stati identificati 62 campioni positivi, con una frequenza dello 0,31%. Tutti i dipendenti positivi alla saliva sono stati sottoposti entro 24 ore al tampone nasofaringeo (Nps): i test hanno avuto una concordanza nel 98% dei casi. L'unico paziente con test salivare positivo, ma nasofaringeo negativo,presentava una bassa carica virale (Ct>33).

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Covid: variante inglese in scuola a Bollate

Sono 59 i positivi, al via i test rapidi per tutti

(ANSA) - MILANO, 11 FEB - E' emersa la presenza della variante "inglese" del Covid 19, dall'analisi genotipica di alcuni dei 59 tamponi positivi rilevati nella scuola materna Munari e nella scuola elementare Marco Polo di Ospiate (frazione di Bollate) nel milanese).

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mercoledì 10 febbraio 2021

A 44 anni muore a causa del Covid. Santeramo piange la maestra Maria

Maria Lobefaro aveva 44 anni e insegnava nella scuola primaria di Santeramo in Colle. La donna è deceduta a causa del Covid-19 dopo 10 giorni trascorsi in ospedale. Per lei suo fratello aveva rilasciato diversi appelli a mezzo stampa per procurare il plasma utile alle cure. La donna potrebbe aver contratto il virus a scuola: proprio tra i banchi, infatti, si registra l’80% dei nuovi casi.

Aveva 44 anni Maria Lobefaro, insegnante di sostegno in una scuola primaria nel Barese. La donna, deceduta a causa del Covid-19, viveva a Santeramo in Colle e insegnava nel primo circolo didattico Hero Paradiso. Non aveva patologie pregresse note e viveva con la madre, anche lei positiva al Covid. Maria aveva compiuto 44 anni da poco ed era una docente molto apprezzata nel piccolo comune. "Oggi per noi è un giorno di lutto – ha scritto su Facebook il sindaco Fabrizio Baldassarre -. Ho appena saputo dalla dirigente scolastica della Hero Paradiso della morte di Maria Lobefaro, 44 anni appena compiuti, docente di sostegno nella primaria. Non ha superato la sua battaglia contro il Covid-19 ed è volata in cielo dopo diversi giorni in ospedale".

Maria avrebbe passato almeno 10 giorni in ospedale prima del tragico decesso. Per lei suo fratello Beppe aveva rilasciato diversi appelli a mezzo stampa per procurare il plasma utile alle cure.

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Covid: 12.956 nuovi casi, 336 le vittime

Eseguiti 310.994 tamponi, tasso positività al 4,1%

Sono 12.956 i nuovi casi di coronavirus in Italia registrati nelle ultime 24 ore. Le vittime sono, invece, 336.

 

Lo si apprende dal nuovo bollettino del ministero della Salute. 

Eseguiti nelle ultime 24 ore in totale 310.994 tamponi, con un tasso di positività rispetto ai nuovi casi (12.956) che sale al 4,1% dal 3,9%.

Le persone attualmente positive sono 410.111 (-3.856), mentre i guariti o dimessi sono 2.165.817 (+16.467).

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Molise, boom casi Covid e 27 comuni in zona rossa: “Virus aggressivo, oggi sapremo che variante è”



Coronavirus, identificata nuova mutazione

Ultime notizie sullo studio condotto dai ricercatori della Statale Milano

(Adnkronos)

Identificata una nuova mutazione del coronavirus Sars-CoV-2. La scoperta arriva da uno studio, pubblicato su 'Emerging Microbes & Infections', condotto dai ricercatori dei laboratori di virologia dell'università Statale di Milano, coordinati da Pasquale Ferrante, Serena Delbue e Elena Pariani, in collaborazione con l'Istituto clinico di Città Studi del capoluogo lombardo. La mutazione, secondo le ultime notizie, è presente nel gene codificante per la proteina accessoria Orf-6.

Come ampiamente riportato in letteratura - ricordano dalla Statale - l'analisi della sequenza dei diversi isolati di Sars-CoV-2 ha evidenziato la notevole importanza delle mutazioni che il virus introduce casualmente durante la sua replicazione e che, talvolta, gli conferiscono una maggiore capacità replicativa e di 'evasione' del sistema immunitario. Nella maggior parte dei casi, le mutazioni segnalate come determinanti per l'infettività virale si trovano sulla proteina Spike, ossia la parte più esterna del virus, che funge da recettore e da target del sistema immunitario. Nel caso studiato dai ricercatori milanesi, la significativa alterazione della proteina accessoria Orf-6 non riguarda direttamente le capacità infettanti del virus, ma può essere un fattore in grado di alterare i meccanismi patogenetici della malattia Covid-19.

Dal momento che il ruolo di questa proteina nel corso della replicazione virale è quello di modulare la risposta immunitaria dell'ospite, interferendo con la produzione degli interferoni, la sua modificazione potrebbe avere conseguenze sulla diffusione del virus nell'organismo umano infettato e sull'evoluzione clinica della malattia, spiegano gli studiosi.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...