Insonnia e apnea durante la notte colpiscono principalmente gli uomini e a soffrirne sono il 10% degli italiani. Ma dall’inizio della pandemia i numeri sono in costante crescita. "Se da una parte, didattica a distanza e smartworking danno la possibilità di sincronizzare al meglio le esigenze del sonno, permettendo anche di svegliarsi più tardi o riposare durante le ore pomeridiane; dall’altra parte la Dad e il telelavoro sono un serio pericolo per la qualità del sonno”, ha spiegato Francesco Fanfulla, direttore del centro di medicina del sonno dell’Istituto Maugeri di Pavia (VIDEO).
"L’obbligo di rimanere a casa ha cambiato completamente il ritmo del sonno - ha aggiunto Fanfulla - ma anche rinunciare all’attività fisica e la lunga esposizione alla luce della tv e del pc, condizionano notevolmente il riposo notturno. Inoltre c’è un cambiamento sostanziale nel rapporto con il letto, fatto di dormite pomeridiane più lunghe che di conseguenza portano ad andare a letto più tardi. Tutto questo rappresenta un serio pericolo per la qualità del nostro riposo, a cui va aggiunta l’ansia, la depressione, le paure legate al virus e gli aspetti lavorati. Sono tutti elementi che vanno ad influire sulla perdita del sonno caratterizzato spesso anche dagli incubi", ha spiegato Fanfulla.
A tal proposito in occasione della Giornata mondiale del sonno in programma il 19 marzo, sono tante le iniziative volte a sensibilizzare i cittadini su un problema che se preso sottogamba rischia di avere conseguenze ben più gravi.
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