Uno studio identifica 3 'spie': i risultati ottenuto da un gruppo di ricercatori Humanitas
Perché, a parità di sintomi Covid, alcuni pazienti Covid possono essere curati a casa mentre altri sviluppano un quadro clinico che necessita di ricovero in ospedale? Cosa distingue gli uni dagli altri, e come è possibile riconoscerli rapidamente in modo da adottare la strategia terapeutica migliore? Cercando di rispondere a queste domande, un gruppo di ricercatori Humanitas ha identificato fra saliva e sangue tre nuovi marcatori 'spia' utili a tracciare un identikit predittivo del malato Covid grave.
Lo studio, pubblicato su 'Gastro Hep Advances', è coordinato da Maria Rescigno, capo del Laboratorio di immunologia delle mucose e microbiota di Humanitas e docente di patologia generale di Humanitas University, che con il suo team ha affiancato Antonio Voza, responsabile del Pronto soccorso di Humanitas, ed Elena Azzolini, responsabile del Centro vaccinale Humanitas. Il lavoro apre alla messa a punto di nuovi test. Di fronte allo tsunami delle prime ondate pandemiche, quando in Pronto soccorso si riversavano migliaia di pazienti e le conoscenze sul decorso della malattia erano ancora poche - ricordano da Humanitas - l'équipe di studiosi ha messo a frutto le competenze sul microbiota e sulle mucose per individuare nuovi marcatori di gravità che funzionassero precocemente. Rescigno e Chiara Pozzi, immunologa ricercatrice Humanitas, si sono concentrate sul microbiota della saliva e sull'insieme dei metaboliti, cioè dei prodotti che derivano da un processo chimico legato alla digestione o ingestione di alimenti.
Continua qui