martedì 10 maggio 2022

Long Covid, l’Ecdc a Fanpage: “Donne e obesi più a rischio. Impatto devastante anche sui bambini”

L’intervista di Fanpage.it a Diamantis Plachouras dell’Ecdc: “Stiamo monitorando le evidenze scientifiche, cliniche ed epidemiologiche dell’impatto del Long Covid. Bisogna capire il meccanismo alla base di questa condizione. Più a rischio donne e obesi. Anche chi ha avuto sintomi lievi può soffrirne”.

"Del Long Covid si sa ancora poco, studi sono ancora in corso ma ciò che è certo è che si tratta di una condizione che interessa un numero crescente di pazienti che hanno avuto l'infezione e che continuano ad avere alcuni sintomi anche dopo la guarigione". A parlare a Fanpage.it è Diamantis Plachouras, esperto di resistenza antimicrobica e infezioni associate all'assistenza sanitaria dell'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha fatto il punto della situazione Long Covid nel Vecchio Continente sulla base delle informazioni raccolte fino a questo momento, mentre proseguono le analisi legate alla scoperta del meccanismo alla base di questa condizione.

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Peste suina africana: arriva a Roma. Dal 27 dicembre 2021, 114 animali morti fra Liguria e Piemonte

 

La peste suina africana è arrivata a Roma: il primo esemplare contagiato è un cinghiale individuato nei pressi del parco dell’Insugherata, zona nord-ovest della Capitale. L’allarme è scattato subito perché gli animali nella regione sono migliaia. A questo punto i casi di peste suina accertati dall’inizio dell’anno, contando anche Liguria e in Piemonte, salgono da 114 a 115 e le regioni diventano tre. La situazione non è certo ottimale, perché molti speravano di avere localizzato e arginato il problema nelle due regioni del nord colpite ma non è andata così. L’unica cosa rassicurante è che la peste suina africana (Psa) non rappresenta un pericolo per l’uomo. Almeno, non dal punto di vista sanitario, perché si tratta di un virus che colpisce solo maiali e cinghiali. Stiamo parlando di un virus piuttosto contagioso e difficile da eradicare, che viene trasmesso dagli animali malati o da materiale contaminato, per esempio scarti di alimenti dispersi nell’ambiente che possono essere mangiati dai cinghiali. 

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Sardegna, milioni di cavallette sull’isola: “Situazione fuori controllo. Colpiscono i campi e lasciano il deserto dietro di loro”

Le locuste hanno invaso 25mila ettari di terreni: i campi sono stati distrutti "come se ci fosse stato un incendio", rendendo vani mesi di lavori e investimenti. È il quarto anno che si verifica il problema e oggi si somma alle difficoltà causate dalla pandemia, dal rincaro prezzi e dalla siccità. La denuncia di Coldiretti: "I nostri soci non hanno avuto un euro di indennizzo per i danni subiti"

Nel centro Sardegna c’è un’invasione di cavallette: sciami di milioni di locuste stanno divorando i raccolti delle campagne della provincia di Nuoro: da Noragugume a Bolotana, Illorai, Olzai, Teti, Sarule, Sedilo, Barbagia di Nuoro, a Ottana, piana in cui si trova l’epicentro dell’invasione. “Una situazione ormai fuori controllo – secondo Copagri – in cui milioni di questi insetti”, che minano la necessità delle aziende agricole di produrre nell’isola, “invadono i campi e lasciano il deserto dietro di loro”.

L’invasione di cavallette sta colpendo in totale circa 25mila ettari di terreni in Sardegna: dopo il loro passaggio i campi risultano distrutti “come se ci fosse stato un incendio“, rendendo vani mesi di lavori e investimenti. Come sottolineano da Coldiretti, le cavallette sono polifaghe, quindi devastano non solo le coltivazioni in campo, ma anche orti e giardini provocando una “catastrofe biologica” che sta mettendo in ginocchio centinaia di aziende e allevamenti del luogo. In pochi giorni gli enti hanno visto sparire il foraggio e sono stati costretti ad ulteriori spese per l’acquisto del mangime: “Un paradosso, con tutto quello che sta succedendo e con la necessità di produrre qui in Sardegna, costringere le aziende agricole a non farlo a causa delle cavallette. Ad oggi i nostri soci non hanno ancora ricevuto un euro di indennizzo per i danni subiti“.

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Così l’Italia ha fornito a Putin il virus del Covid per il grande affare del vaccino Sputnik

 

  • A marzo 2020, i ricercatori italiani dell’Istituto Spallanzani hanno consegnato il coronavirus vivo, che erano riusciti ad isolare e mettere in coltura tra i primi al mondo, agli scienziati russi, che così hanno potuto sviluppare i due vaccini sovietici di stato - Sputnik V e EpiVacCorona.
  • In quei giorni, a inizio pandemia, isolare il virus in coltura significava avere a disposizione un materiale biologico preziosissimo a cui ambivano tutti i laboratori di ricerca pubblici e privati del pianeta. Chi aveva il virus in coltura poteva sviluppare un vaccino.
  • Fino a quel momento, solo tre altri laboratori – uno cinese, uno statunitense e uno inglese – erano riusciti a farlo. In sostanza, gli scienziati dello Spallanzani possedevano una vera e propria miniera d’oro.

lunedì 9 maggio 2022

In autunno 20 milioni di contagi, servirà quarta dose

Pregliasco: la nuova ondata Covid in autunno contagerà un italiano su tre. Cosa succederà con vaccini e mascherine

Iniziano i preparativi per la prossima ondata Covid, quella prevista in autunno che colpirà in Italia 20 milioni di persone. Anche gli Stati Uniti si stanno preparando all'arrivo delle sottovarianti Omicron 4 e 5, con l'assunzione di nuovi medici: previsti 100 milioni di contagi. Cosa succederà il prossimo autunno con vaccini e mascherine? Chi dovrà fare la quarta dose?

Covid: in autunno sarà contagiato un italiano su tre 

La pandemia sembra essere sotto controllo. Il via libera alle restrizioni anti Covid, con l'eliminazione dell'obbligo delle mascherine anche all'aperto a partire dal 1° maggio (ad eccezione di pochissimi casi), ha riportato il buon umore tra gli italiani. Molti gli inviti alla cautela e al buon senso visto che il virus continua a circolare. A preoccupare però è l'autunno: le stime parlano di circa 20 milioni di contagi, praticamente un italiano su tre.

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Il caldo anomalo in India e Pakistan sta mettendo alla prova i limiti umani

L’ondata di caldo anomalo in India e Pakistan continua e quasi 100 milioni di persone stanno vivendo a temperature limite per la sopravvivenza. I monsoni sono l'unica speranza

Da settimane in diverse regioni di India e Pakistan si vive a temperature decisamente più elevate rispetto alla media. A preoccupare però non è tanto l’intensità, quanto la durata di questi fenomeni. Le ricadute sociali sono considerevoli e il rischio che la temperatura non permetta la vita è reale. Le ondate di calore in questi periodi dell'anno sono frequenti, ma la durata di quella in atto è anomala: c'entra anche il cambiamento climatico. 

L'Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite ha affermato che le temperature in India e Pakistan sono "Coerenti con ciò che ci si aspetta in un clima che cambia. Le ondate di caldo sono più frequenti e più intense e iniziano prima rispetto al passato”. Si stima che i cambiamenti climatici accentueranno sempre più queste ondate di calore, prolungandole nel tempo. 

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Inferno in India e Pakistan: temperature fino a 65 gradi (video)




Covid, oggi in Italia 17.155 casi e 84 morti, Costa: “Dopo 15 giugno condizioni per estate senza restrizioni”: news e bollettino

Le ultime notizie in tempo reale sul Covid in Italia e nel mondo gli aggiornamenti di oggi, lunedì 9 maggio 2022. Nel bollettino di oggi 1.119 nuovi casi in Veneto e 750 in Toscana. Costa: "Dopo 15 giugno condizioni per estate senza restrizioni". Preoccupano le reinfezioni che sono sopra il 5% e le nuove sottovarianti della Omicron. Palù: "In Autunno vaccini aggiornati". Burioni: “La variante Omicron è già praticamente sparita". Pregliasco: "Reinfezioni preoccupanti, in autunno ondata di 20 milioni contagi". Crisanti: "Vicini a immunità di gregge, ma si muore ancora".  

Nel mondo continua il lockdown in Cina.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...