La gastrite è un’infiammazione della mucosa dello stomaco. I suoi
sintomi più comuni sono il dolore e bruciore di stomaco. In commercio,
esistono tantissimi farmaci che aiutano a combattere questo disturbo ma
ci sono anche tanti rimedi naturali che vi vogliamo consigliare.
SUCCO DI PATATA
Sbucciare le patate, grattugiarle e spremere fino a lasciar fuoriuscirne
il succo (latte). Prendetene un cucchiaio a digiuno o 30 minuti prima
dei pasti. Questo succo può essere consumato quando si avvertono dolori
perché allevia immediatamente i sintomi. Per il bruciore di stomaco:
prenderlo una volta al dì per una settimana. Per la gastrite: una volta
al dì per due settimane. Per l’ulcera: prendere una volta al dì per più
di un mese.
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martedì 29 marzo 2016
domenica 27 marzo 2016
I nutrizionisti assicurano: “Il cioccolato fondente è un farmaco naturale”
Molti studi confermano che a differenza della specialità al latte, il cioccolato fondente è un toccasana per l’organismo.
Non ci sono ragioni per rinunciare all’uovo di Pasqua. Se si tratta di cioccolato fondente, con un contenuto di cacao dal 70% in su, cedere alla tentazione può essere addirittura benefico. “Il fondente è un farmaco a tutti gli effetti. La fava di cacao, infatti, contienegrassi insaturi simili a quelli dell’olio d’oliva, è ricco dipolifenoli e contiene importanti quantità di minerali fondamentali come potassio, silicio, zinco. In quantità difficilmente presenti in altri alimenti”, spiega Ciro Vestita, nutrizionista e fitoterapeuta, che ricorda i vantaggi di uno degli ingredienti principali delle feste pasquali.
“Il cioccolato si divide in due grandi categorie – dice l’esperto all’AdnKronos Salute – quello al latte che è solo una golosità e il fondente. In genere il cioccolato al latte contiene il 40%, massimo il 50% del cacao. Questo vuol dire 60-50% di zuccheri. Un’esagerazione”, soprattutto se si mangia alla fine di un pasto abbondante o durante le feste, quando gli strappi alla regola sono più che frequenti.
“Molti studi hanno confermato gli effetti benefici del cioccolato amaro – continua Vestita – La ricchezza in polifenoli mette questo alimento ai primi posti per la prevenzione dei tumori. E molti sono i vantaggi cardiovascolari a partire dalla capacità di abbassare la pressione, mentre componenti simili a quelle dell’olio d’oliva hanno effetti anti-invecchiamento e proteggono da malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer”.
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Non ci sono ragioni per rinunciare all’uovo di Pasqua. Se si tratta di cioccolato fondente, con un contenuto di cacao dal 70% in su, cedere alla tentazione può essere addirittura benefico. “Il fondente è un farmaco a tutti gli effetti. La fava di cacao, infatti, contienegrassi insaturi simili a quelli dell’olio d’oliva, è ricco dipolifenoli e contiene importanti quantità di minerali fondamentali come potassio, silicio, zinco. In quantità difficilmente presenti in altri alimenti”, spiega Ciro Vestita, nutrizionista e fitoterapeuta, che ricorda i vantaggi di uno degli ingredienti principali delle feste pasquali.
“Il cioccolato si divide in due grandi categorie – dice l’esperto all’AdnKronos Salute – quello al latte che è solo una golosità e il fondente. In genere il cioccolato al latte contiene il 40%, massimo il 50% del cacao. Questo vuol dire 60-50% di zuccheri. Un’esagerazione”, soprattutto se si mangia alla fine di un pasto abbondante o durante le feste, quando gli strappi alla regola sono più che frequenti.
“Molti studi hanno confermato gli effetti benefici del cioccolato amaro – continua Vestita – La ricchezza in polifenoli mette questo alimento ai primi posti per la prevenzione dei tumori. E molti sono i vantaggi cardiovascolari a partire dalla capacità di abbassare la pressione, mentre componenti simili a quelle dell’olio d’oliva hanno effetti anti-invecchiamento e proteggono da malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer”.
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venerdì 25 marzo 2016
Torna l'ora legale, quest'anno con un giorno in più per adattarsi
Aumenta rischio ictus e infarti, ma calano incidenti stradali
Quest'anno il ritorno all'ora legale si preannuncia più 'soft', con un
giorno in più per riadattarsi al nuovo orario. Le lancette vanno infatti
spostate in avanti di un'ora nella notte tra sabato e domenica, ma
essendo Pasqua in molti avranno anche lunedì per poter recuperare.
Normalmente, affermano diversi studi, questa pratica che da noi è in uso
dagli anni '60 può provocare un aumento degli infarti e degli ictus,
oltre che dei disturbi del sonno.
''L'inizio dell'ora legale -
scrivono ad esempio i ricercatori de Karolinska Institut di Stoccolma -
sono come un enorme esperimento naturale. In particolare noi abbiamo
notato un aumento del 4% degli attacchi cardiaci nella settimana
successiva all'introduzione''.
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martedì 22 marzo 2016
Ictus, Ecco i campanelli d’allarme da non sottovalutare
Esaminiamo ora i diversi tipi di ictus:
– Ictus ischemico, il più frequente in assoluto che colpisce in genere I soggetti maschili over 70.
– Ictus emorragico intraparenchimale, che colpisce i soggetti più giovani, prevalentemente maschi e rappresenta il 20% dei casi di ictus.
– Emorragia subaracnoidea che colpisce prevalentemente le donne di circa 50 anni di età.
La sola arma che si ha per cercare di uscirne indenni, oltre alla prevenzione conducendo un certo tipo di stile di vita, è la rapidità di intervento. Intervenendo nelle 3-6 ore successive alla crisi è possibile limitare i danni.
Pensare di limitare I danni chiamando il medico di famiglia o la guardia medica oppure sdraiarsi e aspettare che I sintomi spariscano è assolutamente sconsigliato. I sistomi maggiori a cui bisogna fare attenzione sono:
– Disturbi del linguaggio e difficoltà nel capire ciò che dicono gli altri.
– Perdita di sensibilità a un braccio o a una gamba, formicolio agli arti e difficoltà nel muovere le dita di mani e piedi.
– Dolore alla testa improvviso quanto insopportabile e oltre tutto inspiegabile.
– Alterazione della vista.
– Vertigini, capogiro e perdita dell’equilibrio.
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lunedì 21 marzo 2016
Il 21 marzo si celebra la giornata mondiale sulla sindrome di Down
Il 21 marzo si celebra il World Down Syndrome Day, la Giornata mondiale sulla Sindrome di Down giunta alla sua 11esima edizione. Il tema del 2016 è “vivere una vita ricca di relazioni sociali soddisfacenti grazie al supporto della comunità, della famiglia, degli amici, dei colleghi di lavoro”, dicendo “no” alla discriminazione e ai pregiudizi.
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Una capsula nel cervello per prevenire l’Alzheimer
mercoledì 16 marzo 2016
Birra e corsa: tutto quello che avreste voluto sapere
Alla fine di una corsa e dopo il traguardo
di una gara, una birra fresca sembra essere il premio più ambito e
tanto bramato, ecco i pro e i contro.
Birra sì o birra no?
Considerando i componenti naturali della birra questa bevanda sembra davvero essere una miscela che si presta al recupero di zuccheri e minerali. Non solo: secondo alcuni studi i polifenoli del luppolo (xantumolo) sembrano avere preziosi benefici nell’attivazione dei principali meccanismi di difesa cellulare dell’organismo dagli agenti nocivi e sembrano ridurre efficacemente le infiammazioni. Fermandoci a questa analisi, pertanto, la birra sembrerebbe una preziosa bevanda. Se non fosse per il suo contenuto di alcol. L’alcol è un vasodilatatore: inibisce il riassorbimento renale dell’acqua e aumenta la diluizione delle urine e del sudore e la loro concentrazione di minerali, inoltre favorisce la perdita della fame istintiva e favorisce l’insorgere dell’ipoglicemia reattiva.
Considerando i componenti naturali della birra questa bevanda sembra davvero essere una miscela che si presta al recupero di zuccheri e minerali. Non solo: secondo alcuni studi i polifenoli del luppolo (xantumolo) sembrano avere preziosi benefici nell’attivazione dei principali meccanismi di difesa cellulare dell’organismo dagli agenti nocivi e sembrano ridurre efficacemente le infiammazioni. Fermandoci a questa analisi, pertanto, la birra sembrerebbe una preziosa bevanda. Se non fosse per il suo contenuto di alcol. L’alcol è un vasodilatatore: inibisce il riassorbimento renale dell’acqua e aumenta la diluizione delle urine e del sudore e la loro concentrazione di minerali, inoltre favorisce la perdita della fame istintiva e favorisce l’insorgere dell’ipoglicemia reattiva.
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Non solo carote, anche uva 'amica' della vista
Aiuta a contenere danni stress ossidativo su retina
Non solo le carote, anche l'uva e' 'amica' della vista. Una dieta che
ricomprenda questo frutto, infatti, aiuta a contrastare i danni dello
stress ossidativo, cioè l'eccessiva produzione di radicali liberi che
può portare processi di invecchiamento, preservando la retina e il suo
funzionamento. Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista
Nutrition, condotto su topi di laboratorio in modelli di degenerazione
della retina dai ricercatori della University of Miami Miller School of
Medicine. Gli studiosi hanno alimentato i topi con una dieta che
ricomprendeva uva liofilizzata in polvere (in una quantità
corrispondente a tre porzioni al giorno nell'uomo), una dieta di
controllo basata sugli zuccheri e un'altra basata invece su
un'alimentazione normale. I risultati, dopo cinque settimane di regime
alimentare controllato prima dell'intervento di stress ossidativo, hanno
evidenziato che nel gruppo nutrito con una dieta che comprendeva l'uva
sia la struttura della retina che il suo funzionamento risultavano
preservate. In particolare, la retina manteneva il suo spessore, la
quantità di fotorecettori (cellule che rispondono alla luce e che con le
malattie degenerative della retina muoiono portando in molti casi a una
progressiva perdita della vista) e la qualità della loro attività.
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martedì 15 marzo 2016
Brescia, latte infetto sul mercato: 30 persone indagate
Brescia - Mettevano sul mercato latte che sarebbe stato infetto. Per questo 30 persone, tra allevatori e titolari di caseifici, sono stati indagate dalla Procura di Brescia.
Il latte sarebbe stato infetto da aflatossine, ritenute le tossine più cancerogene esistenti, che venivano in qualche modo coperte miscelando il latte infetto con latte sano. Miscelazione vietata dalla legge.
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Il latte sarebbe stato infetto da aflatossine, ritenute le tossine più cancerogene esistenti, che venivano in qualche modo coperte miscelando il latte infetto con latte sano. Miscelazione vietata dalla legge.
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Naturale non è uguale a buono: il chimico che attacca ambientalisti e Slow Food
domenica 13 marzo 2016
Cardioaspirina: influisce sui battiti durante la corsa?
Prendo la cardioaspirina, influisce sui battiti cardiaci quando mi alleno?
La domanda è
interessante per diversi aspetti e per uno soltanto è invece poco
chiara. Anzitutto la cardioaspirina è un farmaco che, inibendo l’enzima
ciclo ossigenasi, riduce la produzione di trombossano a livello
piastrinico causando quindi un’azione antiaggregante piastrinica (vale a
dire rendendo il sangue “più fluido”. Senza dilungarsi sul farmaco
occorre però indicarne almeno i principali effetti collaterali: la
gastrolesività (inibisce anche la produzione di sostanze che proteggono
la mucosa gastrica) e la maggior tendenza al sanguinamento (ulcere,
varici, traumi, mestruazioni ecc) dovuta appunto alla sua azione
“fluidificante”.
In ambito
sportivo può venire utilizzata, specialmente prima delle attività di
endurance, come ergogeno metabolico ed il più delle volte sinergicamente
alla caffeina in quanto aumenta il metabolismo corporeo (mobilizzando
una maggior quantità di substrati energetici utilizzabili per l’attività
fisica). Dal punto di vista terapeutico è utilizzata in tutti quei casi
(numerosissimi e tra i più vari) in cui è necessaria una maggior
fluidità ematica (sia in modo preventivo che curativo).
giovedì 10 marzo 2016
Tai Chi fa bene al cuore e diminuisce anche il colesterolo
Arti marziali cinesi migliorano qualità di vita dei cardiopatici
ROMA - Arti marziali cinesi come il Tai Chi abbassano pressione del
sangue, triglicridi e colesterolo, migliorando la salute di persone che
soffrono di cuore. La conferma arriva da ricercatori dell'Università
dello Sport di Shanghai, che hanno esaminato 35 studi in materia in
un'analisi pubblicata sul Journal of American Heart Association.
Forza, flessibilità e equilibrio sono le qualità che le arti marziali
cinesi potenziano, combinandole insieme ad attività fisica dolce,
meditazione, consapevolezza del corpo e attenzione ad una corretta
respirazione. Precedenti ricerche ne avevano confermato i benefici per
pazienti con demenza e tumore. Nella nuova revisione di studi
scientifici sono stati presi in considerazione i dati relativi a 2.249
pazienti con malattie cardiovascolari provenienti da 10 diversi paesi.
Tutti erano stati seguiti per al massimo un anno, durante il quale hanno
praticato esercizi tradizionali cinesi, come quelli del Tai chi o del
Qui Gong, senza altri cambiamenti nelle abitudini quotidiane. I benefici
erano evidenti: in media si notava una riduzione della pressione
arteriosa sistolica di oltre 9,12mmHg (millimetri di mercurio) e della
pressione diastolica di oltre il 5 mmHg, insieme a significative
riduzioni nei livelli di colesterolo cattivo e trigliceridi. Inoltre a
diminuire era anche la depressione.
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lunedì 7 marzo 2016
Ribes nero
Questo piccolo frutto è un potente alleato per il nostro cervello. In
una recente ricerca sono state analizzate un gruppo di persone adulte,
di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che hanno bevuto 250 ml di queste
tre bevande: un placebo (farmaco terapeutico inattivo) arricchito con lo
zucchero, una bevanda arricchita con l’estratto di ribes nero e una
bevanda ottenuta dalla spremitura a freddo del “Blackadder”(un
particolare tipo di ribes della Nuova Zelanda). I partecipanti, hanno
poi iniziato a svolgere una serie di test che richiedevano un alto
livello alle prestazioni mentali. I risultati hanno dimostrato come,
dopo aver bevuto entrambi le bevande contenenti la bacca di ribes, si
miglioravano l’umore, la precisione nel risolvere i compiti assegnati ed
infine l’attenzione alle cose, diminuendo la fatica mentale. La
tipologia del Blackadder, ha mostrato i risultati più stupefacenti; si è
dimostrata capace di diminuire l’attività degli enzimi
monoamino-ossidasi (MAO), che controllano nel cervello i livelli di
serotonina e dopamina. Un gruppo di farmaci, chiamati inibitori MAO,
agiscono proprio in questo modo e sono stati utilizzati per trattare
depressione e patologie come il morbo di Parkinson.
Fonte
Fonte
domenica 6 marzo 2016
La salvia e le sue proprietà
La salvia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome proveniente da salvo che significa appunto “salvare”. I Galli,
in particolare, riteneva no che la salvia avesse la capacità di guarire
tutte le malattie e che guarisse la febbre e la tosse. Alcuni
addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per
questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici.
La salvia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome proveniente da salvo che significa appunto “salvare”. I Galli,
in particolare, riteneva no che la salvia avesse la capacità di guarire
tutte le malattie e che guarisse la febbre e la tosse. Alcuni
addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per
questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici.
La salvia si presenta come un arbusto sempre verde dal fusto eretto, che può raggiungere al massimo 70 cm e con foglie lunghe, abbastanza affusolate a forma di lancia che si presentano piuttosto spesse e dure.
I fiori della salvia, di un colore che va dal blu al viola, compaiono generalmente in primavera, prediligendo il sole, nonostante sia possibile trovarla anche in climi piuttosto rigidi. Essa si trova generalmente nelle zone mediterranee e negli orti coltivati mentre è molto difficile riconoscerla allo stato selvatico. Il suo “ciclo” dura circa 5 anni, trascorsi i quali va piantata di nuovo.E’ una pianta caratteristica dell’Europa meridionale, in Italia cresce spontanea nelle zone centro-meridionali e nelle isole.
Salvia: cenni storici
La salvia è conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà salutari, ciò che spiega il suo nome proveniente da salvo che significa appunto “salvare”. I Galli, in particolare, riteneva no che la salvia avesse la capacità di guarire tutte le malattie e che guarisse la febbre e la tosse. Alcuni addirittura credevano che avesse il potere di resuscitare i morti e per questo veniva anche utilizzata nella preparazione di riti magici.Continua qui
sabato 5 marzo 2016
Mangiare cioccolato fa bene al cervello e lo rende più attivo e funzionante
Il cioccolato fa bene, ormai è stato più volte accertato. Adesso una nuova ricerca aggiunge un tassello in più ai già tanti benefici assodati del consumo del cacao: chi lo ama e lo mangia almeno una volta a settimana ha un cervello più attivo e funzionante.
Lo studio arriva dall’altra parte del mondo e più precisamente dall’University of South Australia e ha dimostrato come un consumo moderato ma costante di cioccolato sia utile a potenziare le funzioni cognitive, in particolare memoria e apprendimento.
La ricerca si è svolta su un campione di 968 consumatori di cioccolato di età compresa tra i 23 e i 98 anni
monitorati per 30 anni. Le funzioni cerebrali delle persone analizzate
sono state messe alla prova grazie ad una serie di test che miravano a
valutarne la memoria visiva, di lavoro e le capacità verbali.
Si è potuto vedere così un effetto decisamente positivo del consumo di cioccolato
in particolare in quelle persone che lo consumavano settimanalmente
almeno una volta. Le funzioni che miglioravano era soprattutto quella
della memoria spazio-visuale e organizzativa e del ragionamento astratto.
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venerdì 4 marzo 2016
Le donne alte e magre rischiano di avere ossa fragili
Attenzione a diete e chirurgia bariatrica. Gli specialisti: «Se una
donna alta 160 cm da 60 chili raggiunge i 54, notiamo alterazione in
senso negativo sul metabolismo scheletrico»
Mettersi a dieta è uno dei buoni propositi più diffusi con
l’arrivo dell’anno nuovo e, soprattutto, della buona stagione. Se
l’obiettivo è quello di perdere peso per rimettersi in forma, non
andrebbe mai dimenticato che un regime dietetico, pur equilibrato ma a
ridotto apporto calorico, potrebbe avere delle ripercussioni sulla
salute delle nostre ossa.
«Una dieta troppo ferrea, anche per periodi medio-lunghi, può mettere a rischio la salute delle ossa» avverte il professor Andrea Giustina, endocrinologo dell’Università degli Studi di Brescia e Presidente del Gioseg, il gruppo di lavoro di Specialisti Endocrinologi che si dedicano allo studio dello scheletro, che spiega come basti «un calo ponderale del 10% per osservare una riduzione del 2% nella massa ossea. Se una donna alta 160 cm da 60 chili raggiunge i 54, già notiamo una alterazione in senso negativo sul metabolismo scheletrico. Stessa cosa per un uomo di 90 chili che raggiunga un peso di 81».
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Nicla Panciera
«Una dieta troppo ferrea, anche per periodi medio-lunghi, può mettere a rischio la salute delle ossa» avverte il professor Andrea Giustina, endocrinologo dell’Università degli Studi di Brescia e Presidente del Gioseg, il gruppo di lavoro di Specialisti Endocrinologi che si dedicano allo studio dello scheletro, che spiega come basti «un calo ponderale del 10% per osservare una riduzione del 2% nella massa ossea. Se una donna alta 160 cm da 60 chili raggiunge i 54, già notiamo una alterazione in senso negativo sul metabolismo scheletrico. Stessa cosa per un uomo di 90 chili che raggiunga un peso di 81».
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Le 10 regole per proteggere le ossa dalle fratture
mercoledì 2 marzo 2016
La menopausa può durare 30 anni. Nuovo farmaco allevia i sintomi
Novità dalla «Le donne e la menopausa» condotta da GfK Italia per conto
di Msd Italia. I risultati presentati al 17° World Congress della
Società di ginecologia endocrinologica
Oggi una donna trascorre circa 30 anni, ovvero quasi un terzo della sua vita, in post-menopausa e le over 50 rappresentano oggi il gruppo sociale più numeroso anche in considerazione della maggiore longevità femminile. Ma qual è la reazione delle italiane a questa fase della vita?
OGNI DONNA REAGISCE A MODO PROPRIO
Le «rassegnate» la tollerano, le «serene» la vivono con tranquillità, ma le «eterne ragazze» e le «performanti» si attivano per trovare soluzioni. A dirlo è la ricerca «Le donne e la menopausa» condotta da GfK Italia per conto di Msd Italia i cui risultati sono stati presentati oggi in occasione del 17° World Congress della Società internazionale di ginecologia endocrinologica (Isge), dove è stato presentato anche un nuovo farmaco per la terapia ormonale sostitutiva.
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Oggi una donna trascorre circa 30 anni, ovvero quasi un terzo della sua vita, in post-menopausa e le over 50 rappresentano oggi il gruppo sociale più numeroso anche in considerazione della maggiore longevità femminile. Ma qual è la reazione delle italiane a questa fase della vita?
OGNI DONNA REAGISCE A MODO PROPRIO
Le «rassegnate» la tollerano, le «serene» la vivono con tranquillità, ma le «eterne ragazze» e le «performanti» si attivano per trovare soluzioni. A dirlo è la ricerca «Le donne e la menopausa» condotta da GfK Italia per conto di Msd Italia i cui risultati sono stati presentati oggi in occasione del 17° World Congress della Società internazionale di ginecologia endocrinologica (Isge), dove è stato presentato anche un nuovo farmaco per la terapia ormonale sostitutiva.
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