venerdì 2 gennaio 2009

Sani fino a 100 anni


La longevità è sempre stato un tema di grande interesse. Soprattutto oggi l’uomo è affascinato dall’idea di vivere a lungo, o forse ancora di più, di vivere in eterno.
Grazie ai progressi compiuti dalla medicina e dalla scienza in generale, oggi l’uomo ha più possibilità di vivere a lungo e di avvicinarsi alla fatidica soglia dei 100 anni.
Tutta l’attenzione è però concentrata sulla durata della vita e su come aumentarla, piuttosto che sulla qualità della stessa. Se da un lato oggi la possibilità che un giovane di 20 anni abbia una nonna ancora vivente sono maggiori di quelle che lo stesso giovane del 1900 avesse ancora la madre vivente, dall’altro lato le persone sono sempre più malate e la vecchiaia è ormai sinonimo di malattia.
Un secolo fa un adulto medio nel mondo occidentale trascorreva solo l’1% della propria vita in uno stato di malattia o malessere, mentre oggi la media è salita a oltre il 10%.
In tutto il mondo industrializzato la gente vive più a lungo, ma si ammala prima e il numero degli anni trascorsi da malati cronici sta aumentando.
Sembrerebbe quindi che più che aver allungato la vita, abbiamo prolungato la morte. In altre parole, abbiamo ampliato la durata della vita ma non quella della salute. La medicina moderna è ben attrezzata per prolungare la vita ma molto meno per favorire un invecchiamento in buona salute.
Esistono invece prove e ricerche che stanno dimostrando che abbiamo gli strumenti per vivere più a lungo rimanendo in salute fino alla fine.
Agli inizi degli anni ’70, la rivista National Geographic chiese al medico di fama mondiale Alexander Loaf di visitare e studiare le popolazioni più sane e longeve del mondo.
Egli identificò tre popolazioni particolarmente longeve nel mondo: gli abitanti della valle di Vilcabamba nell’Equador, quelli della regione di Hunza in Pakistan e quelli che risiedevano nell’Abkhazia, sulle montagne del Caucaso di quella che allora era l’Unione Sovietica.
A queste si aggiunse poi un quarto popolo che risiede presso le isole Okinawa in Giappone.
Da allora furono fatti molti altri studi, scoprendo in numerose regioni del mondo popoli che vivevano in salute fino a 100 anni e anche oltre.
Inizialmente, le prime ipotesi che vennero fatte sulla ragione di tale longevità riguardavano l’identificazione di un possibile fattore causante, come ad esempio l’ambiente in cui vivevano che era particolarmente sano, un tipo particolare di cibo, la genetica e così via, ma ben preso si vide come non fosse un singolo fattore, bensì il loro stile di vita in generale ad essere responsabile della loro salute e della loro longevità.

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lunedì 29 dicembre 2008

Dormire troppo può essere dannoso per cuore e salute

Una nuova ricerca effettuata da un team di studiosi di Singapore in collaborazione con un' equipe di scienziati statunitensi ha fornito ulteriori prove dell' importanza per la salute dell' organismo di dormire bene. Poche o troppe ore di sonno possono essere infatti dannose per il cuore. I ricercatori hanno inoltre osservato che il diabete e l' ipertensione possono contribuire ad accentuare ulteriormente questo tipo di connessione.
Gli studiosi, guidati dal dottor Anoop Shankar della West Virginia School of Medicine di Morgantown, hanno esaminato ben 58.044 uomini e donne di 45 anni di età o più anziani, che non soffrivano di malattie cardiache.

Ebbene, coloro che solitamente dormivano cinque ore o meno di cinque ore, e quelli che dormivano più di nove ore, hanno riportato significative e maggiori probabilità di morire di malattie cardiovascolari negli anni seguenti, rispetto ai pazienti che dormivano sette-otto ore a notte.
Questi risultati contraddicono in parte altri studi che suggerivano al contrario come le persone che dormivano più a lungo avessero maggiori rischi di soffrire di disturbi cardiaci.

Esattamente, il gruppo di persone che dormiva meno di cinque ore a notte aveva il 57% in più di probabilità di morire di malattie cardiache, mentre per le persone che dormivano nove o più ore la percentuale di rischio sale al 79%.

Se è vero che dormire troppo fa male al cuore, è altresì provato che riposare soltanto per poche ore a notte è altrettanto nocivo. L' ideale sarebbe, dunque, non eccedere ma nemmeno farsi mancare il riposo.


Gli studiosi hanno tuttavia dimostrato come in molti pazienti i problemi di sonno fossero una conseguenza di altre patologie, come diabete e ipertensione. Dunque una serie di fattori che farebbero dormire male e renderebbero più esposti alle malattie cardiovascolari proprio i diabetici e gli ipertesi, tra i soggetti risultati maggiormente a rischio nello studio. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica American Journal of Epidemiology.

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sabato 27 dicembre 2008

Piangi che ti passa














Chi l’ha detto che piangere fa male? Secondo recenti studi è esattamente il contrario. Il pianto è la perfetta valvola di sfogo e, soprattutto negli uomini, aiuta a star meglio. A sostenerlo sono stati dei ricercatori americani ed olandesi, i quali, facendo delle indagini approfondite congiunte su oltre 3000 persone di 30 Paesi diversi hanno raggiunto la conclusione che piangere fa bene.

Non solo da bambini. Infatti, oltre a dare sfogo alle proprie emozioni di gioia, rabbia, rancore o dolore, le quali se tenute dentro fanno ancora più male, possono anche aiutare a trovare una soluzione. Si diceva soprattutto negli uomini. Infatti le donne, perché sono più emotive, o solo per un retaggio culturale, piangono di più e quindi è più usuale vederle con le lacrime agli occhi. Vedere invece un uomo che piange fa scattare automaticamente in noi un senso di pericolo, ci fa capire che c’è qualcosa di serio che non va, e allora ci fa avvicinare alla persona triste. Questa empatia aiuta l’uomo a non sentirsi solo e magari a sentirsi risollevato, ma poi anche lo aiuta, grazie alla cooperazione, a trovare la soluzione al problema che ha provocato il pianto.

La ricerca è partita dall’idea di Jonathan Rottenberg, assistente di psicologia alla University of South Florida di Tampa, che voleva analizzare cosa accadeva nel cervello umano al momento del pianto, dato che oggi si hanno molte informazioni sul pianto dei neonati, ma quasi nulla su quello degli adulti. Ad aiutarlo nella raccolta dei dati e nella pubblicazione ci sono stati Lauren M. Bylsma e Ad J.J.M. Vingerhoets della Tilburg University, in Olanda, che hanno reso noto il loro studio su Current Directions in Psychological Science, una delle riviste di psicologia più autorevoli a livello mondiale.

I dati della ricerca parlano chiaro. Sulle 3 mila persone osservate, circa due terzi di loro ha ammesso di essersi sentito meglio dopo il pianto, e solo uno su 10 ha detto di star peggio. Un metodo importante e naturale per risolvere i tanti guai psicologici del nostro secolo.

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mercoledì 24 dicembre 2008

Pesce, toccasana per le arterie

Salmone, aringhe, tonno, sardine se consumati almeno un paio di volte a settimana riducono il rischio di malattie cardiovascolari del 10 per cento.

“A tavola non s’invecchia”, dice un proverbio che oggi anche gli esperti sottoscrivono. Ma con le opportune precisazioni. Se è vero infatti che si dimostra l’età che hanno le nostre arterie, è evidente che và fatto di tutto per mantenerle sane e pulite. Molto, moltissimo dipende dall’alimentazione. A tavola si può non invecchiare, ma ci si può anche fare del male.



Una corretta prevenzione cardiovascolare inizia proprio con il controllo dell’alimentazione. In una dieta equilibrata non devono mai mancare il pesce e l’apporto degli acidi grassi omega-3 da essi derivati. Da questo punto di vista, il pesce più “a cuore” ai cardiologi è il salmone, re della tavola grazie al suo elevato contenuto (1,83 grammi a porzione) in omega-3 , i grassi salva-cuore, abbassa-trigliceridi e alza-colesterolo buono.

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di Pierluigi Montebelli
Dossier Salute e star bene

domenica 21 dicembre 2008

Omega - 3 con gusto

La prescrizione di assumere pesce due volte a settimana, come fonte di omega - 3, è valida per tutti.
Ma chi ha già fatto i conti con un infarto o un ictus dovrebbe aumentare un pò la dose.
In questo caso, il consumo di pesce, va associato a integratori a base di omega - 3 (un grammo al giorno).
L'unico vero inconveniente di questa terapia è rappresentato da un retrogusto non particolarmente
gradevole, ma l'industria farmaceutica si sta attrezzando. I veri produttori di omega - 3, infatti,
non sono i pesci ma le micro-alghe, che rappresentano appunto il nutrimento dei pesci grassi. A breve dovrebbero dunque essere disponibili integratori omega - 3 vegetali, dal gusto più gradevole perchè
estratti direttamente dalle alghe.

giovedì 18 dicembre 2008

Memoria a rischio con una dieta senza carboidrati


Eliminare completamente i carboidrati dalla propria dieta non è il modo più salutare di perdere peso, sembra inoltre possa avere delle conseguenze sulle capacità cognitive e sulla memoria. Rinunciare a pane e pasta potrebbe ridurre di molto la memoria e la capacità di concentrazione, almeno stando ai risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Tufts University di Boston. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Appetite (Dicembre 2008).

I ricercatori si sono concentrati sugli effetti di una dieta basata sulla quasi eliminazione dei carboidrati (zuccheri, pane e pasta), una dieta conosciuta con il nome di Atkins (il nome deriva dal Robert Atkins, il cardiologo che la mise a punto). Già in passato alcuni studi dimostrarono i notevoli effetti collaterali di questo regime alimentare: problemi respiratori, acidosi metabolica, stitichezza, crampi, ecc. Ora la lista sembra allungarsi.

Il Dottor Holly Taylor, coordinatore dello studio, spiega che in base ai dati raccolti si è rilevato che il cibo che si mangia può avere un impatto immediato sulle capacità cognitive. Il risultato a breve termine è inquietante, le persone che seguono una dieta povera di carboidrati mostrano un'evidente perdita di lucidità, un rallentamento delle capacità cognitive e una parziale perdita della memoria.

I dati raccolti sono frutto di un'indagine che ha coinvolto 19 donne, con un'età compresa tra i 22 e i 55 anni, divise in due gruppi. Un gruppo, quello di controllo, doveva seguire una dieta equilibrata, l'altro, invece, una dieta povera di carboidrati. Già dopo una settimana le donne del secondo gruppo, rispetto al primo, mostravano un evidente peggioramento delle capacità cognitive e mnemoniche.

Secondo i ricercatori la spiegazione di questi effetti collaterali risiederebbe nelle quantità di glucosio nel sangue che viene trasportato al cervello. Il basso contenuto di carboidrati riduce la quantità di glucosio che è fondamentale per il cervello in quanto è utilizzato dalle cellule nervose come energia.

Una dieta dove l'apporto di pane e pasta e minimo, se non nullo, non fornisce al cervello dei livelli di "carburante" sufficienti ad alimentare i neuroni. Questo studio dovrebbero far riflettere sull'importanza di una dieta equilibrata, privarsi di determinati alimenti potrebbe dare degli apparenti "benefici" per la inea a discapito della salute. Infine, i ricercatori hanno evidenziato che entrambi i gruppi esaminati hanno perso esattamente gli stessi chili.

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venerdì 12 dicembre 2008

Il buongiorno si vede dal mattino...

...e dalla prima colazione

Un breakfast sano ed equilibrato aiuta non solo ad affrontare
gli impegni della giornata ma anche a mantenere la pelle giovane

Qualche idea per cominciare bene

ROSSO CORSA Flavonoidi, licopene, antocianosidi: tutte le virtù del rosso
Due fette di pane integrale con un velo di burro e marmellata di lamponi al naturale,
un centrifugato di pomodoro e ravanello, un caffè con zucchero di canna, acqua.

VIA CON L'ENERGIA Partire con la carica giusta per una giornata impegnativa o per l'attività sportiva
Una tazza di riso soffiato, polvere di frutta secca e latte. Una spremuta di pompelmo, caffè al ginseng con
fruttosio, una banana, acqua.

IN CASO DI SOLE Per un'abbronzatura più bella
Una tazza di latte di soia con fiocchi di mais, una coppa di macedonia di melone, fragole e mango, un
centrifugato di arancia, carota e limone, acqua.

FAST BREAKFAST Per chi va di fretta
Uno yogurt naturale con kiwi e fragole in pezzi, spremuta di arancia, caffè d'orzo con zucchero di canna,
acqua, una mela.

DIURETIFAST Per scrollarsi di dosso i liquidi di troppo
Una coppa di macedonia di ananas, mela, melone, banana, centrifugato di finocchio, ravanello e zucchina,
tè verde, acqua.

RISVEGLIARSI PIU' GIOVANI L'invecchiamento si combatte al mattino
Due fette di pane integrale, burro e marmellata di more, una spremuta d'arancia, uno yogurt al naturale,
tè verde, acqua.

di Eleonora Grassi

La Stampa - Dossier Salute Star Bene

Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...