sabato 14 dicembre 2019

Salute e benessere: le alghe sono il cibo del futuro ecco perché

Si stanno diffondendo anche nelle nostre tavole. Sono ricche di vitamine e minerali, molto più di altri alimenti più comuni. Ma quelle d’acqua dolce stanno rivelando sorprendenti e sconosciute proprietà. Con una buona notizia per i vegani.  In molti pensano che le alghe siano estranee alla nostra tradizione alimentare e medica. In realtà già nel primo secolo dopo Cristo, si usavano le alghe marine nella cura della gotta, malattia molto diffusa tra la nobiltà romana, oppure si consigliava l’impiego contro le eruzioni cutanee, la gastrite e i disturbi dell’intestino e del fegato.

Per quanto riguarda le alghe di acqua dolce invece basti ricordare che le civiltà precolombiane ne avevano già scoperto le proprietà ricostituenti (tra gli aztechi erano utilizzate dai guerrieri). Le alghe marine inoltre fanno parte della tradizione alimentare degli abitanti delle coste atlantiche d’Europa, mentre nel nostro paese se ne è riscoperto l’utilizzo grazie alla diffusione della cultura macrobiotica proveniente dal Giappone che ne è il maggior produttore e consumatore al mondo. Inoltre già durante la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sull’alimentazione svoltasi nel 1974 un’alga, la Spirulina fu definita «il miglior cibo del futuro»  per le sue ottime proprietà nutritive, la cui coltura si sta estendendo dai paesi tropicali e subtropicali verso luoghi come Francia, Spagna e recentemente anche nel nostro Paese. Le alghe forniscono numerosi vantaggi, in particolare le microalghe, perché non devono essere coltivate su terreni arabili, ma nell’acqua di mare, e hanno un elevato rendimento e possono contribuire efficacemente alla produzione di alimenti perché sono ricche di grassi, proteine e carboidrati.

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venerdì 6 dicembre 2019

Nutella, Novi, Pernigotti… Cos’è cambiato negli ultimi anni tra le creme spalmabili al cacao e nocciole

Nutella è la crema spalmabile al cacao e nocciole più famosa nel mondo occidentale. Come già visto in un articolo di confronto realizzato alcuni anni fa, ci sono altre aziende italiane che propongono creme spalmabili a base di nocciole e cacao come: Novi, Pernigotti e diversi vasetti con le marche dei supermercati come: Carrefour, Coop ed Esselunga. A distanza di tre anni abbiamo voluto verificare cos’è cambiato. Nell’elenco delle marche commerciali abbiamo aggiunto Conad e il prodotto Terre d’Italia di Carrefour venduto a un prezzo maggiore rispetto alla media.
L’elemento decisivo per valutare la qualità di questi prodotti è la quantità di nocciole perché rappresentano l’ingrediente più pregiato, insieme al burro di cacao e al cacao. Nel vasetto di Novi la percentuale di nocciole arriva al 45%, seguita da Terre d’Italia 40% e dalle due varianti Pernigotti rispettivamente 33 e 29%. Nutella, Carrefour, Esselunga e Conad si trovano in coda con il 13%, mentre in ultima posizione troviamo Coop Solidal con il 10%.


Il secondo ingrediente di rilievo è lo zucchero presente in tutti i vasetti, ma in misura diversa. Si trova al primo posto nella lista degli ingredienti di Nutella e nelle spalmabili firmate: Coop, Carrefour, Esselunga e Conad. Anche gli oli vegetali hanno un ruolo molto importante. Rispetto a tre anni fa il panorama cambiato. Se nel 2015 prevalevano le marche con olio di palma, adesso solo Nutella, Conad e Carrefour mantengono nella ricetta l’olio tropicale. Coop Solidal ha optato per il girasole e anche Esselunga abbina girasole e burro di cacao. Grazie a questo cambiamento le due creme hanno quasi dimezzato il contenuto di acidi grassi saturi, Coop Solidal è scesa dal 13,1% al 7%, mentre Esselunga dal 10% al 5,1%. La scelta migliore è quella di Novi, Terre d’Italia e Pernigotti che, avendo un elevato contenuto di nocciole, usano ridotte quantità di grassi, che sono comunque di pregio come burro di cacao e burro di latte anidro.

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martedì 3 dicembre 2019

Povertà: più di 12 milioni di italiani non si curano perché non possono

Sono un milione 200mila in più rispetto all’anno precedente. Penalizzati soprattutto non autosufficienti, malati cronici, meridionali. Liste di attesa sempre più lunghe, per una mammografia si attendono in media 122 giorni


L’anno scorso 13 milioni di italiani hanno avuto difficoltà a pagare di tasca propria prestazioni sanitarie che non sono riusciti ad avere nel servizio pubblico soprattutto a causa di lunghe liste di attesa, quasi otto milioni hanno dovuto utilizzare tutti i propri risparmi o indebitarsi per curarsi, quasi due milioni di italiani sono entrati nell’area della povertà a causa di spese sanitarie private. Ma ci sono anche quelli che non riescono a curarsi perché non possono permetterselo: sono più di 12 milioni gli italiani che l’anno scorso hanno rinunciato o rinviato almeno una prestazione sanitaria per motivi economici, un milione 200 mila in più rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal 7° Rapporto di Censis e Rbm Assicurazione Salute, intitolato “La sanità italiana al tempo dell’universalismo selettivo” e presentato a Roma nel corso del «Welfare Day 2017».
Più invecchi, più spendi
«Ammonta a 35 miliardi la spesa privata degli italiani per avere prestazioni sanitarie, compreso il pagamento dei ticket, con un aumento del 4,2% tra il 2013 e il 2016 – spiega uno dei curatori della ricerca, Francesco Maietta, responsabile dell’area politiche sociali del Censis – . Per gli italiani è la nuova normalità pagare per la sanità: non solo i benestanti pagano per avere prestazioni sanitarie ma anche il 64% di persone a basso reddito, il 76% sono malati cronici». Più si ha bisogno di sanità più si spende di tasca propria. Fatta 100 la spesa sanitaria privata pro-capite degli italiani, per un malato cronico si arriva a 121, per un anziano a 146, per una persona non autosufficiente a 212. E aumentano le disuguaglianze sociali. «13 milioni di persone hanno dovuto ridistribuire i consumi per far fronte alle spese sanitarie – sottolinea Maietta –. La spesa sanitaria privata pesa di più su chi ha meno (oltre il 74% di persone a basso reddito), su chi vive in territori più disagiati (53,8% dei cittadini meridionali rispetto al 22% di quelli settentrionali), su chi ha più bisogno della sanità per curarsi (il 51% delle famiglie ha una persona non autosufficiente in casa)». 

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domenica 1 dicembre 2019

Il primo dicembre è la giornata mondiale contro l’Aids. E quest’anno ci porta due buone notizie

La giornata mondiale di lotta all’Aids quest’anno ci consegna due buone notizie. Il 12 novembre si è svolta una consensus conference tra rappresentanti della comunità scientifica, tra le quali la Simit, Società italiana di malattie infettive e tropicali, l’Icar, l’Italian conference on Aids and antiviral research e varie associazioni tra cui la Lila, la Lega italiana per la lotta contro l’Aids, nella quale è stato definitivamente confermato, in base alle evidenza scientifiche, il principio U=U (Undetectable=Untrasmittable), che significa non rilevabile=non trasmissibile: i soggetti sieropositivi, con carica virale non rilevabile, già in terapia da alcuni mesi e che mantengono una buona compliance con l’assunzione dei farmaci, non trasmettono l’Hiv.
L’impatto di questa scoperta scientifica è rivoluzionario: dopo 36 anni dalla scoperta del virus le persone sieropositive, che si trovano nella situazione sopra descritta, possono scrollarsi di dosso il timore di costituire un rischio per altri, innanzitutto per i/le loro partner; la maggioranza degli uomini e delle donne Hiv+ in terapia non rischieranno infatti di trasmettere il virus. Questa verità costituisce anche uno strumento formidabile per combattere i pregiudizi e le discriminazioni verso i sieropositivi.
Ovviamente la liberazione dall’uso del profilattico, almeno come strumento di prevenzione dell’Hiv, è strettamente correlata al rispetto dei tempi e delle modalità corrette di assunzione dei farmaci e ai controlli periodici della viremia e delle difese immunitarie. Una vera rivoluzione, almeno per quelle generazioni che hanno vissuto la sessualità, all’epoca della loro adolescenza e giovinezza, mentre imperversava la pandemia dell’Hiv.


sabato 23 novembre 2019

Datteri, superfood ideale per chi fa sport

Grazie ai sali minerali, in particolare potassio e magnesio, combattono i crampi e aiutano il recupero muscolare


L’avvicinarsi del Natale regala un superfood dolcissimo e ricco di proprietà benefiche per l’organismo: parliamo dei datteri. Originari del Medio Oriente e del Nord Africa, questi piccoli frutti spuntano in negozi e supermercati italiani soprattutto durante questo periodo dell’anno. Ma sono molto più di uno sfizio. Ricchi di sali minerali e vitamine del gruppo B, sono una miniera di energia particolarmente adatta a chi fa sport. 

“Grazie al loro contenuto di magnesio e, soprattutto, potassio (si pensi che ne contengono una quantità doppia rispetto alle banane, che già ne sono ricche) i datteri sono molto utili per il recupero muscolare e si rivelano particolarmente indicati per runner e ciclisti e in generale per chi percorre lunghe distanze”, spiega la dottoressa Jessica Falcone, biologa nutrizionista presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro e RAF First Clinic di Milano.
Poveri di grassi e proteine, sono facilmente digeribili e reintegrano i sali minerali che vengono persi durante lo sport. “Per questo si rivelano efficaci anche contro i crampi muscolarima anche per il metabolismo energetico, grazie all’alto contenuto di vitamine del gruppo B”, aggiunge la dottoressa. “Oltre a potassio e magnesio, i datteri contengono anche ferro, e quindi sono utili per chi segue una dieta vegetariana o vegana o ha problemi di anemia”. 
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sabato 16 novembre 2019

Metabolismo, come accelerarlo? I 6 spuntini che aiutano a dimagrire


Metabolismo, come accelerarlo? I 6 spuntini che aiutano a dimagrire
Mangiare poco ma più volte al giorno non interrompe il processo di dimagrimento ma lo asseconda: su Napoli Today i consigli alimentari del dott. Marty Fierro
Metabolismo, come accelerarlo? I 6 spuntini che aiutano a dimagrire
Alla base di ogni dieta sana ed equilibrata c’è la stimolazione del metabolismo, processo necessario per bruciare rapidamente le calorie assunte con il cibo. Bisogna, dunque, mangiare più volte al giorno, frazionando i pasti e optando per alimenti che accelerino il senso di sazietà e rallentino l’assorbimento di zuccheri e grassi. Mangiare poco ma più volte al giorno non interrompe, quindi, il processo di dimagrimento ma lo asseconda purché si stia attenti a ciò che si mangia quando si ha voglia di uno spuntino.
Quali sono i cibi giusti, adatti a una pausa salutare, saziante e che stimoli il metabolismo? Napoli Today lo ha chiesto al biologo nutrizionista Marty Fierro che ha elencato 6 spuntini spezza-fame ideali.
Frutta di stagione. Nel mese di novembre possiamo scegliere tra le mele, le melegrane, le arance, le pere, i mandarini, i kiwi, i pompelmi, i fichi d’India, l’uva e i cachi. Questi frutti, ricchi di sali minerali e vitamine, sono ottimi alleati contro la tosse e il raffreddore (malanni tipici di questa stagione), oltre a vantare importanti proprietà diuretiche e lassative.
- Yogurt. In commercio se ne trovano diverse tipologie: il magro, il greco, il parzialmente scremato, l’intero, il vegetale. Tutti contengono miliardi di fermenti lattici vivi, la cui funzione è rivitalizzare la flora intestinale. Consumare 1 yogurt al giorno è, quindi, un’ottima abitudine alimentare per il benessere non solo dell’intestino ma dell'intero organismo.
- Frutta secca. Si consiglia di consumarne 15/30 grammi al giorno. Le mandorle, le noci e le nocciole sono una importante fonte di calcio, magnesio e fosforo. Inoltre, contenendo Omega 3, sono in grado di prevenire le malattie cardiovascolari.

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domenica 10 novembre 2019

XmasYoga, speciale inverno: come combattere il freddo grazie allo yoga e altri rimedi

La nuova stagione porta con sé gioia natalizia, ma anche tanto freddo. Gli amanti degli sport non si lasciano scoraggiare, ecco come aiutare umore e circolazione con lo Yoga e altri “rimedi-coccola”


Oltre a garantire benefici su equilibrio, postura, umore e rilassamento, lo yoga è un toccasana anche per il nostro sistema cardio-circolatorio. Per questo può diventare un ottimo alleato per combattere freddo e stanchezza, sintomi tra i più comuni di questa stagione. Molti pensano si tratti di una pratica “poco aerobica” e/o “lenta e noiosa”, ma si tratta di una convinzione in parte errata: se eseguita con un certo ritmo, una comune yoga-session può diventare un intenso workout. Risultato? Aumento del respiro, del battito cardiaco e quindi più ossigeno nel sangue: riscaldamento assicurato. In ogni caso, quale che sia il vostro livello o obiettivo, consultatevi sempre con gli specialisti prima di iniziare il vostro percorso.

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...