mercoledì 29 dicembre 2021

Covid, oggi in Italia record di 98.020 contagi e 136 morti. Cdm, verso nuove regole quarantena e tamponi

Le ultime notizie e gli aggiornamenti sul Covid in Italia e nel mondo di oggi, mercoledì 29 dicembre 2021. Terminata la riunione del Cts: stop quarantena per i contatti di positivi che abbiano ricevuto la terza dose di vaccino e impiegati nei servizi essenziali, di 5 giorni per chi ha ricevuto il booster. Cabina di regia alle 16.30 e Cdm alle 19:30. Regioni a Governo: “Niente test a chi ha avuto solo contatti con positivi”. Nel bollettino di oggi 98.020 nuovi contagi e 136 morti. Intanto prosegue la campagna vaccinale: ad oggi sono 109.646.086 le dosi di vaccino Covid somministrate in Italia. Pfizer annuncia l'arrivo in primavera di un vaccino adattato alla variante Omicron. Ieri picco di somministrazioni: oltre 619mila dosi. Per Pregliasco, serve un lockdown per i non vaccinati. Vietate feste e veglioni in piazza a Capodanno: circolare del Viminale per aumentare i controlli.

Nel mondo 282.840.785 casi Covid. La Finlandia vieta l'ingresso agli stranieri non vaccinati. A New York ricoveri di minori aumentati di cinque volte. 

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Nuovo record di contagi Covid in Uk: 183mila casi 57 morti nelle ultime 24 ore

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«Reparto pieno di No vax aggressivi e troppi medici in quarantena»: l’allarme del primario di Malattie infettive di Catania

Il professor Cacopardo trascorrerà il Capodanno in corsia visto che gran parte dei medici sono in quarantena. A Open dice: «I No Vax strappano le bardature, rifiutano i trattamenti e non vogliono essere “toccati”»

«Siamo sommersi, la situazione è incandescente, il mio reparto è già pieno di malati Covid. Se domani dovesse venire un paziente che sta male, non potrei ricoverarlo. Abbiamo persino dovuto riaprire alcune aree dell’ospedale chiuse da mesi e ora dobbiamo fare i conti con la mancanza di medici». A parlare a Open è il professor Bruno Cacopardo, primario di Malattie infettive al Garibaldi di Catania. È stanco, è quasi senza voce. I ritmi sono frenetici e il peggio, forse, deve ancora venire. Bisognerà capire cosa succederà dopo le feste, dopo i baci, gli abbracci e le riunioni di famiglia di Natale e i (prossimi) festeggiamenti di fine anno. Cacopardo non nasconde lo stress: la notte dorme poco anche perché spesso è proprio lui, il primario del reparto, a dover sostituire i medici, molti dei quali a casa in quarantena perché contatti stretti di positivi. «Il Capodanno lo farò in ospedale – ci confida – La notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio ci sarò io, visto che ormai non c’è quasi più nessuno e bisogna “coprire” i medici in quarantena. Non avendo più personale sufficiente, arriveremo a dover spostare medici di altri reparti». Un film già visto, purtroppo. A questo si aggiunga la stanchezza ma anche il timore di essere aggrediti dai No vax: «Sono aggressivi. Ci minacciano, ci strappano le bardature, qualcuno rifiuta i trattamenti, altri ci aggrediscono se “prendiamo” una vena. Ci dicono “non voglio essere toccato”. Ma ci spiegate come facciamo a lavorare così, in queste condizioni?» Intanto il suo reparto continua a riempirsi come non mai. «In area non critica – spiega – abbiamo il 60 per cento di non vaccinati, il resto sono pazienti anziani, fragili o immunocompromessi vaccinati. Ma nelle terapie intensive e sub-intensive sono quasi esclusivamente No vax. Tutti i pazienti più gravi, infatti, sono non vaccinati».

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martedì 28 dicembre 2021

Covid, i nuovi dati dell’Iss: “Il tasso di decesso tra i non vaccinati è circa 20 volte superiore rispetto a chi ha ricevuto la terza dose”

Le ultime stime aggiornate dell'Iss confermano come il booster moltiplichi le difese dal rischio di sviluppare una malattia grave: nella fascia over 80 i No vax hanno un rischio 85 volte maggiore rispetto a una persona della stessa età con tripla dose. Nella fascia 6-11 circa un contagio su 8 dell'ultima settimana. Dopo 5 mesi cala ancora efficacia contro il contagio delle due dosi: 30,1%


Un non vaccinato over 80 corre un rischio di finire in terapia intensiva 85 volte maggiore rispetto a una persona della stessa età che ha ricevuto tre dosi. E le possibilità sono enormemente più alte anche comparando altre fasce di popolazione: 12,8 per i 60-79enni e 6,1 per i 40-59enni. Le ultime stime aggiornate dell’Istituto superiore di Sanità confermano come la dose booster moltiplichi le difese dal rischio di sviluppare una malattia grave nel caso in cui si venga contagiati dal virus.

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Covid oggi in Italia, record contagi: 78.313 casi e 202 morti

Numeri del Covid in Italia, regione per regione, nel bollettino di Protezione Civile e ministero della Salute

Sono 78.313 i nuovi contagi da Coronavirus in Italia oggi, martedì 28 dicembre 2021, secondo i dati e i numeri Covid - regione per regione - del bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute. Si registrano inoltre altri 202 morti.

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Covid oggi Italia, l'allarme: "Ancora 3 settimane, poi terapie intensive piene"

Il presidente degli anestesisti ospedalieri italiani Vergallo: "Abbiamo sempre il 75-80% dei pazienti che è non vaccinato". Allarma anche l'assistenza no-Covid

Nell'Italia alle prese con una nuova ondata di contagi da covid e variante Omicron, "abbiamo ancora 3-4 settimane prima che le terapie intensive arrivino a riempirsi. E' il tempo che passa tra un contagio, la progressione della malattia severa, il ricovero e poi la terapia intensiva. A metà gennaio potremmo avere i posti letto di rianimazione Covid totalmente occupati. Tutto questo potrebbe essere ancor più diluito nel tempo se le ultime strette sulle misure prese dal Governo avranno degli effetti. Ma attenzione, ci sono poi alcune Regioni che hanno dati peggiori e già oggi sono in sofferenza". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), commentando i dati dell'Agenas che indicano come l'Italia ha già raggiunto il 12% per l'occupazione dei posti in terapia intensiva superando la soglia critica fissata al 10%.

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Omicron, sintomi spesso lievi (e di breve durata) nei vaccinati: dal raffreddore al mal di gola

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità nove pazienti su dieci hanno disturbi comuni. I primi dati del progetto inglese «Zoe Covid»

Si sta rafforzando, dagli studi preliminari e dall’osservazione dei pazienti, l’ipotesi che la variante Omicron (che ha cominciato a diffondersi in diversi Paesi il 26 novembre) provochi sintomi più lievi rispetto alla Delta . Servirà più tempo per confermare questo dato, ma la speranza è che possa essere iniziata quella fase discendente che ci condurrà a una convivenza «pacifica» con Sars-CoV-2. Poco prima di Natale è stato il direttore regionale dell’Oms Europa (Organizzazione mondiale della sanità), Hans Kluge, ad affermare che «sulla base dei primi casi di Omicron segnalati, l’89% dei soggetti ha riportato sintomi comuni: tosse, mal di gola, febbre». Oggi, soprattutto nei vaccinati, può essere difficile distinguere una forma lieve di Covid dall’influenza o da un semplice raffreddore: tanto più è necessario rivolgersi al proprio medico, in caso di sintomi, e seguire le terapie prescritte, dopo aver fatto un tampone molecolare.

I rischi per i non vaccinati

Sembra comunque di poter affermare che, nei vaccinati con 2 o 3 dosi, l’infezione si stia manifestando come un’influenza leggera e di breve durata. I sintomi — seppure variabili da persona a persona — durano pochi giorni, poi spariscono. Più difficile dire cosa possa comportare l’infezione da Omicron nei non vaccinati: come abbiamo imparato, Covid è un «terno al lotto» e non è sempre possibile prevedere chi avrà forme gravi. Nell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità si legge che il rischio di ricovero in terapia intensiva per i non vaccinati rispetto a chi ha ricevuto la terza dose è 85 volte maggiore per gli over 80, 12,8 volte maggiore per la fascia 60-79 anni, 6,1 volte maggiore per i 40-59enni.


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Vaccini anti-covid: perché non dobbiamo temere effetti a lungo termine

I vaccini Pfizer e Moderna a mRNA sono frutto di decenni di ricerca, sviluppo e sicuri. Il Prof. Burioni spiega perché sono sicuri e non dobbiamo temere presunti effetti a lungo termine.

Le ragioni citate più di frequente da chi ha scelto di non vaccinarsi per il Covid-19 sono la rapidità con cui i nuovi vaccini sono stati approvati, e quindi si sottintende i ridotti standard di qualità e sicurezza del processo, e la paura di effetti a lungo termine, ovvero di conseguenze per la propria salute, anche gravi, che potrebbero emergere ad anni di distanza.

Eppure, dopo un anno di somministrazioni e quasi 3 miliardi di persone vaccinate in dose completa, molte da più di 10 mesi, i vaccini per Covid-19 risultano tra i più efficaci e sicuri mai realizzati: secondo gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità, la protezione che conferiscono dalla malattia grave supera il 90% e gli effetti collaterali sono rarissimi. 

Se davvero la tecnologia di questi vaccini è così recente e il processo di sviluppo frettoloso come si sente dire, com’è stato possibile raggiungere un risultato simile? E chi ci assicura che non si manifesteranno effetti collaterali a distanza di anni?

In realtà, il successo dei vaccini per Covid-19 è tutt’altro che un colpo di fortuna: le tecnologie impiegate sono frutto di decenni di ricerca, anche clinica. E, d’altro canto, non c’è ragione di temere effetti collaterali a scoppio ritardato: un fenomeno mai accaduto nella storia dei vaccini, e per una buona ragione.

Cerchiamo di capire perché insieme al prof. Roberto Burioni, ordinario di Virologia e Microbiologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

L’evidenza storica sulla sicurezza a lungo termine dei vaccini

“Dobbiamo innanzitutto partire dallevidenza storica, che è incontrovertibile: i vaccini sono i più sicuri tra tutti i tipi di farmaci

Questo è vero anche per gli effetti avversi che compaiono entro poche ore, giorni o settimane dalla somministrazione, ma è ancora più impressionante quando guardiamo gli effetti a lungo termine - spiega il prof. Burioni -.

Non esistono, infatti, casi di vaccini che abbiano avuto effetti indesiderati comparsi più tardi di 8 settimane dopo la somministrazione. Anzi, in genere si manifestano, pur nella loro rarità, entro poche ore o giorni.”

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...