mercoledì 5 gennaio 2022

La paralisi nel sonno è un nuovo sintomo associato alla variante Omicron: cos’è e come si manifesta

Con la diffusione della variante Omicron nel Regno Unito si stanno registrando sempre più casi di paralisi nel sonno. Ecco cos’è questo sintomo e cosa provoca.

Tra i nuovi sintomi associati alla variante Omicron (B.1.1.529) del coronavirus SARS-CoV-2 figura anche la famigerata “paralisi nel sonno”, un disturbo che impedisce di muoversi e parlare al risveglio o appena prima di andare a dormire. Il Sistema Sanitario Nazionale britannico (NHS) descrive tale esperienza sottolineando che “può essere spaventosa”, ma che fortunatamente “è innocua e la maggior parte delle persone la sperimenterà solo una o due volte nella vita”. Dallo scoppio della pandemia di COVID-19, tuttavia, questa condizione si sta manifestando più frequentemente, con un significativo incremento registrato nelle ultime settimane, proprio in concomitanza col dilagare della nuova variante emersa in Sudafrica. Basti pensare che il 4 gennaio nel Regno Unito sono stati registrati ben 218mila nuovi casi di positività, di gran lunga il picco record giornaliero dall'inizio della pandemia.

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Covid, in sette giorni quasi raddoppiati i bambini ricoverati

Chi finisce oggi in terapia intensiva? Secondo i dati degli ospedali sentinella si registra una brusca accelerazione (+25,8%) dei ricoveri che in gran parte riguardano i non vaccinati. Preoccupa l'aumento dei pazienti pediatrici

Accelera il tasso di crescita dei ricoveri Covid negli ospedali, un +25% secondo il monitoraggio degli ospedali sentinella della Fiaso Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. La proporzione tra pazienti vaccinati e no vax rimane stabile: i non vaccinati ricoverati in rianimazione sono il 72% del totale. Hanno tra i 18 e gli 83 anni e la metà godeva di buona salute e non aveva comorbidità.

Chi sono i vaccinati in terapia intensiva

I vaccinati in terapia intensiva sono il 28%: oltre due terzi sono affetti da altre gravi patologie che potrebbero aver determinato una ridotta efficacia del vaccino. Per l'85% dei casi sono persone a cui sono state somministrate due dosi di vaccino da oltre 4 mesi e non hanno ancora ricevuto la terza dose.  


"A differenza di un anno fa non siamo in lockdown e questo, abbinato alla contagiosità elevatissima del virus, sta creando una pressione fortissima sia sul percorso sporco che, soprattutto, sul percorso pulito: i cittadini chiedono giustamente di essere curati anche per patologie non Covid e, pur se positivi ma senza sintomatologia, arrivano in ospedale per altre malattie o per altri problemi. Penso a tutte le donne in gravidanza che necessitano di assistenza in ostetricia ma sono positive al Covid", commenta il Direttore generale dell'Ircss San Martino di Genova (ospedale sentinella) Salvatore Giuffrida.

"La riduzione dell'organico - aggiunge - determinata dalla sospensione del personale non vaccinato, sta mettendo sotto stress il sistema che arriva da ormai due anni di forte tensione.

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martedì 4 gennaio 2022

Allarme del Sant’Orsola di Bologna: “Un No Vax in terapia intensiva costa 3mila 300 euro al giorno”

La direttrice del Policlinico, Gibertoni: «È un costo stratosferico. Dispiace vedere queste risorse impiegate così in un Paese che ha scelto la vaccinazione gratuita a tutti. Forse dovremmo iniziare a presentare il conto virtuale»

Da una decina di giorni alla Cardiochirurgia del Sant'Orsola di Bologna ci sono tre pazienti Covid-19, tra 50-60 anni, non vaccinati, che hanno necessità di essere trattate con l'Ecmo, tecnica che supporta le funzioni vitali con circolazione extracorporea. Questo - ha spiegato la direttrice generale del policlinico, Chiara Gibertoni - richiede un infermiere che segue il paziente tutto il giorno, significa sei infermieri sulle 24 ore e una macchina dedicata. È un costo stratosferico. Un paziente in terapia intensiva Covid costa 3.300 euro al giorno, qui siamo sugli ottomila euro. Dispiace vedere queste risorse impiegate così in un Paese che ha scelto la vaccinazione gratuita a tutti. Forse dovremmo iniziare a presentare il conto virtuale...". In questo caso i pazienti hanno forme di polmonite da Covid-19 molto severe, per cui non riescono più a scambiare l'ossigeno. Si opta per questa tecnica estrema, una sorta di dialisi polmonare, quando si ritiene che il paziente, ha spiegato Gibertoni, "abbia un minimo di capacità di resistere, per cui non la offri sopra i 70 anni". Si può proseguire per un paio di mesi, poi o il paziente guarisce o si valuta un trapianto di polmoni - ma al Sant'Orsola non è ancora mai successo - oppure il paziente muore.

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Covid, oggi in Italia record di 170.844 casi e 259 morti: Governo pensa a Super Green pass a lavoro: ultime notizie e bollettino

Ultimi aggiornamenti sull'emergenza Covid-19 in Italia e nel mondo. I dati del bollettino con i contagi di oggi: 170.844 casi e 259 morti, tasso di positività al 3,9% (-1,4%). Oggi Conferenza delle Regioni e incontro tra ministro Bianchi e sindacati sul nodo scuola: il Governo tira dritto, no a rinvii e si riparti il 10 gennaio. Domani Cdm: all'ordine del giorno ipotesi di Super Green pass sul posto di lavoro. Siglato l'accordo tra Figliuolo e le farmacie per le mascherine Ffp2 al prezzo calmierato di 75 centesimi. Prosegue, intanto, la campagna di vaccinazione: somministrate al momento 20.410.468 dosi di richiamo di vaccino.

Nel mondo 292.560.622 contagi e 5.449.495 morti per Covid.

Omicron, cosa sappiamo finora...

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Regno Unito, Johnson: "Pandemia non è finita ma niente lockdown"

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Covid, nuova variante scoperta in Francia: “Parente della Omicron, 67 casi positivi”

In Francia è stata scoperta una nuova variante ritenuta lontana parente di Omicron: attualmente sono stati rilevati 67 casi positivi.

Gli scienziati hanno rilevato in Francia una nuova variante del Covid che presenta 46 mutazioni e viene definita una lontana parente di Omicron. Il paziente zero è stato identificato in un viaggiatore proveniente dal Camerun e per il momento sono stati riscontrati in totale 67 casi.

Nuova variante in Francia

L’abbiamo trovata a inizio dicembre dell’anno scorso in 12 pazienti nella città di Forcalquier, a un centinaio di chilometri da Marsiglia“, ha spiegato il professor Philippe Colson. Da allora, ha aggiunto, non si è diffusa rapidamente. L’Oms non le ha ancora dato un nome e gli scienziati francesi l’hanno chiamata IHU e depositata sulla rete di condivisione scientifica Gisaid con il nome B.1.640.2.

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La variante Omicron potrebbe essere nata nei topi

Lo suggerisce una delle ipotesi sull’origine di Omicron secondo cui la variante di Sars-Cov-2 potrebbe essersi evoluta da un progenitore virale passato dall’uomo ai topi, nei quali avrebbe accumulato una serie di mutazioni, per poi tornare a infettare gli esseri umani.

Da quando, due anni fa, il nuovo betacoronavirus Sars-Cov-2 è stato isolato e sequenziato, la comunità scientifica ha provato a risalire all’origine della pandemia negli esseri umani, ritenendo probabile che si sia verificato un salto di specie (uno spillover), ovvero una trasmissione zoonotica da un animale all’uomo. Questo evento non sarebbe il solo ad essere accaduto in principio (gli studiosi hanno ipotizzato che inizialmente possano essersi verificati due spillover distinti, che in primo luogo hanno portato alla circolazione contemporanea di due ceppi di Sars-Cov-2, denominati A e B) ed evidentemente non l’unico salto di specie che il virus ha compiuto dallo scoppio della pandemia in avanti.

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Arriva anche in Liguria la pillola anticovid Molnupiravir: a chi sarà somministrata e qual è la sua efficacia

A marzo invece dovrebbe iniziare la distribuzione della pillola prodotta da Pfizer, il Paxlovid, la cui efficacia dovrebbe arrivare all'89%

Da oggi, martedì 4 gennaio, arriva anche in Italia la pillola anticovid prodotta da Merck, il Molnupiravir. In Liguria, proprio oggi, arriveranno le prime 1080 confezioni, che verranno distribuite a tutte le strutture ospedaliere della regione. Si tratta di un antivirale orale che, secondo le disposizioni dettate da Aifa, dovrà essere destinato al trattamento di "pazienti non ospedalizzati con malattia lieve-moderata di recente insorgenza e con condizioni cliniche concomitanti che rappresentino specifici fattori di rischio per lo sviluppo di Covid-19 grave".

Andrà somministrato entro 5 giorni dall'insorgenza dei primi sintomi, assumendo 4 compresse da 200mg, due volte al giorno per 5 giorni. E' già utilizzato in Gran Bretagna, dov'è stato autorizzato lo scorso 4 novembre, ma non è certo la soluzione a tutti i problemi visto che la stessa azienda produttrice ha annunciato che la sua efficacia è del 30%, ben al di sotto quindi del 50% annunciato negli studi preliminari di fase 3. 

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Frutta secca amica della vista: uno studio svela quale protegge gli occhi

Tra i benefici della frutta secca c'è anche quello di proteggere la retina. I risultati di uno studio. Frutta secca che passione. Da qua...