Paolo Russo
Roma
Dopo una passeggera crisi di vocazione i ragazzi hanno ripreso a
fare a spinte per entrare nelle facoltà di medicina, ma tra blocchi
delle assunzioni e numeri troppo chiusi nelle ancora più ambite scuole
di specializzazione nei prossimi dieci anni dai nostri ospedali
rischiano di sparire 40mila camici bianchi. Una desertificazione di
ambulatori e corsie che, insieme agli altri 16mila medici di famiglia
mancanti da qui a sette anni, rischia di mandare in tilt il nostro
sistema di assistenza sanitaria. Anche perché a mancare all’appello
saranno soprattutto chirurghi, ginecologi, pediatri, internisti,
specialità delle quali non si può fare a meno. A lanciare l’allarme sulla fuga dagli ospedali d’Italia è uno studio condotto dall’Anaao, il più forte sindacato di categoria, pronto allo sciopero sotto le feste se il governo non metterà sul piatto proposte concrete per arginare il problema e soldi per rinnovare un contratto fermo al palo da sette anni.
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Tra sette anni un italiano su tre non avrà più il medico di famiglia
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