Negli ultimi anni si sta assistendo ad un crescendo di navi che dalla Cina sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. Un commercio che va reso trasparente con l’obbligo ad indicare in etichetta l’origine degli alimenti che attualmente vale in Italia solo per la passata di pomodoro, ma non per il concentrato o per i sughi pronti. A rischio c’è uno dei settori simbolo del Made in Italy nel mondo a causa della concorrenza sleale del prodotto importato, ma anche la sicurezza alimentare.
La Cina ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una recente elaborazione sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti relativa al 2015. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15%) hanno riguardato il gigante asiatico.
Continua qui
Nessun commento:
Posta un commento