Alla luce della crescita esponenziale dei casi di covid e delle ultime decisioni de governo di differenziare l’Italia in tre zone sulla base del rischio, è importante cercare di capire quali sono i sintomi più diffusi per diagnosticare l’avvenuto contagio da Sars-Cov-2. Il ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità hanno redatto una sorta di questionario con domande e risposte per aiutare le persone a valutare se, in caso di malessere, si tratti di influenza o di coronavirus. Innanzitutto occorre capire se si è a rischio contagio e quali sono i sintomi. I sintomi variano in base alla gravità della malattia, dalla loro assenza (asintomatici), alla presenza di febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più gravi, polmonite, insufficienza respiratoria, sepsi e shock settico, che possono portare anche alla morte.
I sintomi più comuni sono comunque: la febbre ≥ 37,5°C e i brividi, una tosse di recente comparsa, una difficoltà respiratoria, la perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o la diminuzione dell’olfatto (iposmia), la perdita del gusto (ageusia) o l’alterazione del gusto (disgeusia), avere il naso che cola, avere il mal di gola o la diarrea (soprattutto nei bambini).
Ci sono persone più a rischio? Sì, i soggetti con più di 70 anni e quelli con patologie preesistenti, come ipertensione, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche o cancro e pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori) hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia.
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