"Il ruolo dei medici di medicina generale è cruciale e va portato al centro della gestione dei malati. In queste ore è pronto per una sua valutazione concertata con i medici un documento che è stato promosso su iniziativa del ministro e che vuole essere una linea di indirizzo" spiega il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli
Da tempo veniva richiesto un protocollo di cure domiciliari per il Covid per coloro che sviluppano la malattia, ma non hanno necessità di ricovero ovvero la stragrande maggioranza delle persone che vengono infettate da Sars Cov 2.
Adesso è stata realizzata una bozza del documento “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SarsCov2′”alla cui stesura ha contribuito il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. “Il ruolo dei medici di medicina generale è cruciale e va portato al centro della gestione dei malati. In queste ore è pronto per una sua valutazione concertata con i medici un documento che è stato promosso su iniziativa del ministro e che vuole essere una linea di indirizzo. Ciò per dare indicazioni sia sul monitoraggio che sulla linee terapeutiche per evitare sovraccarico degli ospedali. Il documento è pronto e verrà condiviso e concertato con i medici” ha detto nella conferenza stampa al ministero della Salute per l’analisi della situazione epidemiologica.
In primis c’è la misurazione periodica dell’ossigeno con il saturimetro. Il consiglio è il ricorso a trattamenti sintomatici come il paracetamolo e di non modificare terapie croniche in atto; corticosteroidi, eparina e antibiotici sono da utilizzare in precise situazioni e comunque su prescrizione e consiglio del medico; non sono raccomandati supplementi vitaminici e integratori (lattoferrina, vitamina D ecc) per cui non esistono evidenze solide di efficacia. Tra le indicazioni c’è quella di non utilizzare l’idrossiclorochina; non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri.
Il saturimetro misura la quantità di ossigeno arterioso presente nel sangue. In condizioni normali, la saturazione dell’emoglobina arteriosa si avvicina al 100 per cento. In presenza di malattie respiratorie o situazioni critiche conseguenti a traumi, questo valore tende a calare. I valori ottimali dell’emoglobina satura di ossigeno si aggirano intorno al 97-98%. Quando i valori scendono al 90% si parla di ipossiemia (ridotta quantità di ossigeno nel sangue). In pazienti giovani e sani la percentuale non deve scendere al di sotto del 95%, in pazienti anziani o con patologie respiratorie e cardiovascolari concomitanti croniche la soglia critica è 92%.
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