Una buona notizia per gli amanti delle torte: una fetta ogni giorno a
colazione renderà più dolce il nostro 2017 e sarà accettabile anche per
la nostra linea.
Il protagonista dei nostri menu nel 2017 sarà il
cioccolato, e ogni occasione sarà buona (anche come antipasto). Lo
conferma Liz Moskow, il direttore culinario presso la società di
pubblicità Sterling-Rice Group. La società in cui lavora Moskow crea
infatti strategie di marketing per le grandi multinazionali di cibo come
Kellog's e Heinz e ha dichiarato a Food Business News che i ristoranti che servono la colazione e il brunch introdurranno presto il menu dei desserts.
Due recenti studi sui benefici del cacao, associati all'idea che con
"ogni scusa è buona per mangiare della cioccolata", saranno basteranno a
creare la prossima tendenza in ambito culinario, con una formula
vincente in cui si uniscono gola e salute. La ricerca Maine-Syracuse
Longitudinal Study (MSLS), pubblicata sul giornale "Appetite",
spiega che il mangiare cioccolato tutti i giorni è direttamente
connesso alle nostre funzioni cognitive. A questo bisogna aggiungere lo
studio di una università di Tel-Aviv, come riporta il The Independent, che lega l'abitudine di mangiare dolci la mattina alla riduzione dell'appetito e alla perdita di peso.
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mercoledì 28 dicembre 2016
domenica 25 dicembre 2016
Salute in pericolo: i consigli da seguire quando si usa il telefono
L’uso prolungato di smartphone e computer portatili mette in pericolo la salute degli utenti: collo, occhi e schiena le parti più colpite
Vengono definite patologie 2.0. Stiamo parlando di tutte quelle malattie causate da smartphone, tablet e personal computer. Il mondo del lavoro ci obbliga sempre di più a utilizzare dispositivi tecnologici per restare collegati con ogni parte del mondo, ogni singolo minuto della nostra vita.
Ogni settimana passiamo almeno tra le cinquanta e le sessanta ore davanti a uno schermo. Nella maggior parte dei casi nemmeno ce ne accorgiamo, ma ci isoliamo dal resto del mondo puntando gli occhi sul nostro smartphone o tablet. Un isolamento che non fa altro che peggiorare il rapporto con i nostri migliori amici e con i colleghi di lavoro. Ma i dispositivi non hanno peggiorato solamente i legami tra le persone, ma molto spesso sono la causa principale dell’insorgere di malattie abbastanza dolorose. Quelle che all’inizio dell’articolo abbiamo definito patologie 2.0.
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I rischi del cellulare: 8 cose da tenere presente
Cellulari e tumori, la cassazione conferma il nesso con una pensione di invalidita'
giovedì 22 dicembre 2016
Riso venere: proprietà curative
Così come il riso integrale, anche il riso venere (o riso nero) offre numerosi benefici per la salute, che lo rendono un alimento consigliato per un’alimentazione sana. Rientra nella categoria dei “super alimenti”, per via delle proprietà curative che ha: vediamole nel dettaglio.
Il riso Venere include calcio e vitamine B, B3 e C, inoltre grazie alla presenza di particolari antiossidanti noti con il nome di antociani è in grado di proteggere le cellule dai danni dei radicali liberi. La presenza di antiossidanti nel riso Venere è addirittura superiore a quella dei mirtilli, che combattono l’azione dei radicali liberi, appunto, e che quindi contrastano l’invecchiamento cellulare.
Rappresenta una fonte sana di minerali, soprattutto di ferro; è ricco di crusca, che aggiunta regolarmente nella dieta promuove la salute, ed è associato a un miglioramento della memoria, alla diminuzione del rischio di malattie cardiache e del cancro. Benissimo includerlo nel proprio menu per combattere il colesterolo cattivo (LDL).
Secondo recenti studi il riso Venere si sarebbe dimostrato efficace nel combattere addirittura l’insorgenza del cancro, di malattie cardiache e di tenere a bada la pressione alta, caratteristiche che stanno consacrando il riso nero come vero e proprio super alimento.
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Ricetta pane nero con riso venere
venerdì 16 dicembre 2016
Insidia bancomat, la tastiera 'distribuisce' anche virus e batteri
Batteri, virus, funghi, tracce di cibo. Sulle metalliche tastiere dei bancomat
si nasconde un vero e proprio nido di germi. E nel periodo influenzale,
la macchina - apparentemente innocua - può trasformarsi in 'untore',
favorendo la circolazione di malattie stagionali. E' la conclusione di
uno studio dell'università di New York, pubblicato su 'mSphere', rivista
della società americana di microbiologia.
Già diverse ricerche avevano analizzato la presenza di microrganismi delle tastiere di numerose apparecchiature, dai pc ai telefoni fino ai distributori automatici di biglietti per il trasporto pubblico, rilevando sempre una buona quantità di microbi. Per quantificarne la presenza sui bancomat, i ricercatori hanno analizzato 66 macchine in diversi quartieri newyorkesi. "Le superfici degli Atm - hanno spiegato - presentano un'interessante biodiversità". I microrganismi più presenti sono quelli che si trovano, in genere, sulla pelle umana. Ma sono stati rilevati anche microbi intestinali o alcuni normalmente presenti sulla mucosa genito-urinaria.
Frequenti anche le tracce di cibo, differenti da quartiere a quartiere: a Chinatown sono state riscontrate più tracce di molluschi e pesce, ad Harlem di pollo. Ma è lo zucchero, in generale, il residuo alimentare più frequente.
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Già diverse ricerche avevano analizzato la presenza di microrganismi delle tastiere di numerose apparecchiature, dai pc ai telefoni fino ai distributori automatici di biglietti per il trasporto pubblico, rilevando sempre una buona quantità di microbi. Per quantificarne la presenza sui bancomat, i ricercatori hanno analizzato 66 macchine in diversi quartieri newyorkesi. "Le superfici degli Atm - hanno spiegato - presentano un'interessante biodiversità". I microrganismi più presenti sono quelli che si trovano, in genere, sulla pelle umana. Ma sono stati rilevati anche microbi intestinali o alcuni normalmente presenti sulla mucosa genito-urinaria.
Frequenti anche le tracce di cibo, differenti da quartiere a quartiere: a Chinatown sono state riscontrate più tracce di molluschi e pesce, ad Harlem di pollo. Ma è lo zucchero, in generale, il residuo alimentare più frequente.
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lunedì 12 dicembre 2016
Zenzero candito: basta caramelle, ecco lo spuntino intelligente
Zenzero candito; in questa guida vi illustreremo come creare delle caramelle gommose a base di questa spezia che apporta molteplici benefici al nostro organismo. Vediamo insieme come fare
Volete sapere come fare lo zenzero candito in casa? Se adorate le caramelle gommose a base di questa spezia, vi consigliamo di leggere questa guida che vi illustrerà passo passo come fare lo zenzero candito direttamente a casa vostra. Ovviamente, lo zenzero, pur essendo candito, mantiene tutti i suoi benefici, come ad esempio quello di migliorare la digestione, calmare le nausee dovute al periodo di gestazione oppure alleviare i dolori dovuti da tensioni muscolari. Veniamo alla preparazione dello zenzero candito. Per prima cosa, dovrete procurarvi 500 grammi di zenzero già pulito, 500 g di zucchero, di canna o semolato, e un litro di acqua potabile.
Per pulire lo zenzero, non dovete fare altro che rimuovere la buccia con un coltello, dopodiché tagliarlo a fettine sottili, oppure a cubetti. A questo punto, dovrete mettere lo zenzero all’interno di una pentola contenente acqua fredda e portare a bollore. Ricordatevi che le fettine o i cubetti di zenzero devono essere alti almeno 3 mm. Lasciate bollire lo zenzero all’interno dell’acqua per almeno 30 o 40 minuti. In alternativa alla classica pentola, potete utilizzare quella a pressione; in questo caso il tempo di cottura si ridurrà a 15 minuti circa.
Quando lo zenzero sarà diventato abbastanza morbido, potrete
scolarlo e rimetterlo nella pentola con altra acqua. Dopo averlo fatto,
aggiungete 500 grammi di zucchero di canna e portate nuovamente a
bollore. Lasciate cuocere fino a quando non sarà evaporata tutta
l’acqua; in genere, questo procedimento impiega dai 20 ai 30 minuti. Una
volta trascorso il tempo necessario, dovrete prelevare lo zenzero
candito aiutandovi con un colino, dopodiché lasciarlo raffreddare per
almeno un’oretta. Dopo che il vostro zenzero candito si sarà
raffreddato, dovrete farlo asciugare utilizzando della carta assorbente o
della carta da forno.
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Volete sapere come fare lo zenzero candito in casa? Se adorate le caramelle gommose a base di questa spezia, vi consigliamo di leggere questa guida che vi illustrerà passo passo come fare lo zenzero candito direttamente a casa vostra. Ovviamente, lo zenzero, pur essendo candito, mantiene tutti i suoi benefici, come ad esempio quello di migliorare la digestione, calmare le nausee dovute al periodo di gestazione oppure alleviare i dolori dovuti da tensioni muscolari. Veniamo alla preparazione dello zenzero candito. Per prima cosa, dovrete procurarvi 500 grammi di zenzero già pulito, 500 g di zucchero, di canna o semolato, e un litro di acqua potabile.
Per pulire lo zenzero, non dovete fare altro che rimuovere la buccia con un coltello, dopodiché tagliarlo a fettine sottili, oppure a cubetti. A questo punto, dovrete mettere lo zenzero all’interno di una pentola contenente acqua fredda e portare a bollore. Ricordatevi che le fettine o i cubetti di zenzero devono essere alti almeno 3 mm. Lasciate bollire lo zenzero all’interno dell’acqua per almeno 30 o 40 minuti. In alternativa alla classica pentola, potete utilizzare quella a pressione; in questo caso il tempo di cottura si ridurrà a 15 minuti circa.
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Zenzero secco: proprietà e valori nutrizionali
sabato 3 dicembre 2016
Pane integrale: quale e perché sceglierlo e come farlo in casa
Pane bianco o pane integrale? Qual è la scelta migliore? Indubbiamente consumare un prodotto realizzato con una farina integrale e dunque non raffinata è meglio, ancora di più poi se è fatto in casa con prodotti di qualità e lievito naturale.
Nel momento in cui andiamo ad acquistare il pane integrale al forno o al supermercato sorge però un problema. La farina con cui è realizzato è davvero integrale?
Spesso la risposta è no, in quanto si tratta di prodotti da forno
realizzati con una normale farina bianca (quindi raffinata) a cui sono
stati aggiunti crusca rimacinata o cruschello, scarti
del processo di raffinazione. Si tratta quindi in realtà non solo di un
prodotto non davvero integrale ma di farina sottoposta a due processi e
definita per questo "integrale ricostituita”.
Tutto ciò è perfettamente legale, nel senso
che la legge n.187 del 9 febbraio 2001 stabilisce che una farina può
definirsi integrale quando il tasso di ceneri (minerali) è compreso tra
1,30 e 1,70 su cento parti di sostanza secca. Ciò significa che si può etichettare come integrale anche un prodotto realizzato con farina raffinata
a cui è stata aggiunta successivamente della crusca per renderla più
scura. La maggior parte delle farine “integrali” in commercio e i
prodotti “integrali” sono realizzati proprio così.
Ma veniamo dunque al perché scegliere il pane integrale (quello vero).
PERCHE’ SCEGLIERE IL PANE INTEGRALE
Scegliere il pane integrale è un’opzione consigliabile in quanto si tratta di un alimento più completo rispetto alla variante bianca
generalmente più consumata. Ciò è dovuto al fatto che la farina con cui
si realizza questo pane è ottenuta da tutto il chicco di grano e dunque
contiene maggiori nutrienti. E’ in particolare il buon apporto di fibre
che è utile al nostro organismo in molti sensi: dal benessere
gastrointestinale alla riduzione dell’indice glicemico dell’alimento e
del suo apporto calorico.
I motivi per cui è meglio consumare pane integrale piuttosto che bianco possono essere riassunti così:
• Contiene tutte le parti del chicco ed è per questo un alimento completo
• Contiene minerali e vitamine
• E’ ricco di fibre (che aiutano il transito intestinale)
• Tende a saziare di più
• E’ meno calorico
• Ha un minore indice glicemico
• Riduce l'assorbimento di grassi e colesterolo
• I cereali integrali proteggono da alcune malattie come diabete tipo 2 e cancro al colon-retto
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venerdì 2 dicembre 2016
Quanto inquina davvero l’olio di palma? Un lettore si chiede quale sia il vero impatto del grasso tropicale, tra incendi, deforestazione e trasporto
Spesso si afferma che la coltivazione dell’olio di girasole
libera nell’atmosfera più CO2 di quanto ne liberi la coltivazione
dell’olio di palma e che, dunque, la coltivazione dell’olio di palma
contribuisce meno al riscaldamento globale della coltivazione dell’olio
di girasole. Ammesso che ciò sia vero, forse da adesso in poi l’olio di
palma produrrà meno CO2 rispetto all’olio di girasole. Ma prima? Spesso
ci si dimentica del prima. Perché, per predisporre la coltivazione
dell’olio di palma in Indonesia, è stata bruciata un’area di foresta
tropicale pari alla Germania e quegli incendi hanno prodotto anidride
carbonica.
Allora mi chiedo: è stato messo in conto anche il CO2 liberato nell’atmosfera dagli incendi delle foreste? Perché se dovessimo includere nel conto dell’anidride carbonica prodotta per la coltivazione dell’olio di palma anche quello degli incendi, io non sarei più tanto sicuro che il saldo finale vada a vantaggio dell’olio di palma! Purtroppo, per valutare la bontà di una scelta (nel nostro caso quella di coltivare l’olio di palma) si guarda troppo spesso al solo al guadagno futuro, dimenticandosi di includere nel conto le perdite passate.
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Allora mi chiedo: è stato messo in conto anche il CO2 liberato nell’atmosfera dagli incendi delle foreste? Perché se dovessimo includere nel conto dell’anidride carbonica prodotta per la coltivazione dell’olio di palma anche quello degli incendi, io non sarei più tanto sicuro che il saldo finale vada a vantaggio dell’olio di palma! Purtroppo, per valutare la bontà di una scelta (nel nostro caso quella di coltivare l’olio di palma) si guarda troppo spesso al solo al guadagno futuro, dimenticandosi di includere nel conto le perdite passate.
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Ecco cosa si nasconde dietro l'olio di palma sostenibile: sfruttamento minorile e violazione dei diritti umani
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