lunedì 14 ottobre 2019

Cibo, Coldiretti: «In Italia uno scandalo alimentare al giorno»

I pericoli maggiori? Tonno e pescespada spagnoli per l’alto contenuto di mercurio e quello francese per il parassita Anisakis. La classifica per conoscerli e tutelarsi


Tonno spagnolo? Sgombro francese? E i pistacchi sono turchi o americani? La provenienza del cibo potrebbe fare la differenza, almeno in base a un’analisi fatta da Coldiretti sugli allarmi alimentari che si sono verificati in Italia quest’anno: più di uno al giorno, che in oltre quattro prodotti su cinque hanno riguardato prodotti pericolosi per la sicurezza alimentare provenienti dall’estero: su un totale di 281 allarmi notificati a Bruxelles, 124 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (44 per cento) e 108 da Paesi extra Ue (39 per cento). L’analisi è stata presentata al Forum Internazionale dell’agroalimentare a Cernobbio (Como) dove è stata apparecchiata la tavola dei cibi più pericolosi venduti in Italia nel 2019 sulla base delle elaborazioni del sistema di allerta Rapido (Rassf, Rapid Alert System for Food and Feed) relative ai primi nove mesi.
I maggiori pericoli? «Il pesce spagnolo, come tonno e pescespada, con alto contenuto di mercurio – precisa la Coldiretti – e quello francese, sgombro in primis, per l’infestazione del parassita Anisakis, ma sul podio del rischio ci sono anche i materiali a contatto con gli alimenti (i cosiddetti «Moca»), per i quali si riscontra la cessione di sostanze molto pericolose per la salute del consumatore (cromo, nichel, manganese, formaldeide), in particolare per quelli importati dalla Cina». Come per esempio i pelati. Nella black list alimentare ci sono poi i pistacchi dalla Turchia e le arachidi dall’Egitto per l’elevato contenuto di aflatossine cancerogene, presenti anche nei pistacchi dagli Stati Uniti e la salmonella enterica nelle carni avicole polacche.

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domenica 13 ottobre 2019

PERCHÉ MANGIARE CACHI FA BENE ALLA SALUTE?

Frutto tipicamente autunnale, dolcissimo e saporito, il cachi fa parte della frutta di stagione a ottobre. L’albero (Diospyros kaki, che in greco significa cibo degli dei), appartenente alla famiglia delle Ebenacee, è conosciuto con nomi diversi, caco, loto o kako, ed è in grado di raggiungere anche un’altezza di 15 metri. Il cachi frutto, invece, ha un caratteristico colore arancione vivace che tinge allegramente prati e boschi di pianura e collina nei mesi di ottobre e novembre.
Proveniente dall’Asia orientale, il kaki trova la sua specifica zona di origine nella Cina centro-meridionale dove, più di 2000 anni fa nacque la sua coltivazione, una delle più antiche al mondo. In Italia le prime coltivazioni risalgono ai primi anni del 900, dapprima nelle regioni meridionali, per poi diffondersi in tutta la penisola. Attualmente le maggiori coltivazioni, rinomate per l’alta qualità e con esportazioni anche all’estero, sono in Sicilia.
Il cachi ha proprietà e benefici molto preziosi per la nostra salute, scopriamo quali sono insieme alla dott.ssa Francesca Evangelisti – biologa nutrizionista bolognese.

VARIETÀ DEI CACHI E COMPOSIZIONE

L’albero kaki, che vive in media 30-40 anni, comincia a produrre i frutti solo a partire dal quarto anno di vita, mentre la loro maturazione avviene tipicamente in autunno, nei mesi di ottobre e novembre, quindi quando la pianta ha ormai completamente perso tutte le foglie e risulta completamente spoglia. Come ci spiega la dottoressa, si conoscono due tipi principali di cachi: “il caco-mela, dal sapore vanigliato e polpa soda e croccante, molto simile a quella delle mele, ed il caco comune, molto dolce e dalla polpa morbida e cremosa. Le varietà più note sono il loto di Romagna, il Fuyu, il Kawabata e i Suruga”.
Per quanto riguarda i valori nutrizionali, “Il cachi presenta un elevato contenuto di acqua (80%) ed è molto ricco di zuccheri (12%). La quantità di fibra è buona (3,6%), mentre proteine e lipidi sono presenti solo in piccolissime quantità (rispettivamente 0,6 grammi e 0,3 grammi per 100 grammi di prodotto fresco). È un frutto molto ricco di minerali, soprattutto potassio, calcio, magnesio e fosforo, così come di vitamine, come la A (presente in altissima concentrazione), la C, la E e alcune del gruppo B (niacina, tiamina e riboflavina). Anche il contenuto in antiossidanti è notevole, in particolare per quanto riguarda betacarotene, licopene e zeaxantina, per citarne alcuni. Tuttavia, le calorie del cachi sono abbondanti, in quanto 100 grammi di frutto ne apportano circa 70”.
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sabato 5 ottobre 2019

Frutta secca per non ingrassare: una manciata al giorno tiene lontani i chili di troppo

Bastano 14 grammi di noci, nocciole e mandorle per mantenere la linea ed evitare l’aumento di peso fisiologico con il passare degli anni. Un aspetto importante per uno sportivo praticante


Via libera a noci, nocciole, pistacchi e mandorle. Una manciata di frutta secca ogni giorno sembra infatti in grado di evitare l’aumento di peso fisiologico con il passare degli anni, soprattutto se noci e simili vengono mangiate come snack al posto di altri spuntini poco salutari come patatine, merendine o carni processate come wurstel e salumi.
LO STUDIO – Uno studio americano condotto da ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health e del Brigham and Women’s Hospital and Harvard Medical School ha infatti dimostrato che una manciata di frutta secca mista (per l’esattezza 14 grammi) al giorno è in grado di prevenire l’aumento cronico di peso in uomini e donne, che mediamente mettono su mezzo chilo l’anno (dopo una certa età, s’intende, che però spesso arriva prima di quanto si immagini…).
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EstaThé alla pesca, quasi 10 zollette di zucchero in ogni bottiglietta

Estathé Ferrero, quante zollette di zucchero vengono aggiunte in una bottiglietta da 500 ml? Dalle indicazioni in etichetta si tratta di quasi 10 zollette da 5 g,  pari a 49,5 g come mostra la fotografia. Bere tutto il contenuto di una bottiglietta di Estathé vuol dire ingerire il 99% dello zucchero che una persona adulta dovrebbe assumere ogni giorno, mentre per quanto riguarda le calorie si tratta del 10% circa del valore limite giornaliero.
Gli zuccheri aggiunti agli alimenti sono accusati di essere una delle maggiori cause di obesità. Secondo l’Oms, per abbassare il rischio di serie patologie croniche gli zuccheri semplici aggiunti (*) non devono superare il 10% delle calorie giornaliere. Per un adulto vuol dire circa 50 grammi al giorno corrispondenti a 10 zollette. Oggi lo zucchero si trova dappertutto anche in quantità elevata come in questo caso. Nella lista ci sono alimenti insospettabili come zuppe, salse, conserve, bevande.
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venerdì 4 ottobre 2019

EFFETTO SERRA E BOVINI: OCCHIO ALLE LEGGENDE METROPOLITANE

Tra le tante leggende metropolitane è molto diffusa quella che i bovini siano tra i maggiori responsabili dell’effetto serra. Tutto questo nasce da uno studio fatto dalla FAO una decina di anni fa da cui scaturiva che il 18 % delle emissioni di gas  (soprattutto CO2 e metano) deriva dagli allevamenti zootecnici. Anche se queste informazioni sono state riviste al ribasso (addirittura dal 4 all’ 8 % ) ormai i media pullulano di “informatori” (o meglio “disinformatori”) che si sbizzarriscono in apocalittiche previsioni del mondo che soffocherà a causa della flatulenza e dei rutti delle vacche.

COME STANNO REALMENTE LE COSE

Cerchiamo di capire come stanno veramente le cose. Già da quando si frequenta la scuola elementare si apprende che i ruminanti (bovini, ovini, cervidi) al pari di altri erbivori (equini, camelidi ed altri animali selvatici) hanno il pregio di non essere competitori alimentari dell’uomo; anzi  i ruminanti hanno la capacità di trasformare i foraggi, che neanche i più incalliti vegani sarebbero in grado di mangiare , in carne e latte il cui pregevole valore nutrizionale è ben noto.
Questa capacità dipende dall’apparato ruminale che grazie all’azione di batteri e di protozoi riesce a trasformare l’azoto inorganico in biomasse proteiche e la cellulosa (quella che chiamiamo fibra grezza e che nell’uomo serve  a favorire la peristalsi intestinale) in precursori dei grassi.
Il metabolismo ruminale comporta la formazione di anidride carbonica e di metano che, volendo fare un paragone del tutto irrispettoso nei confronti dei ruminanti, vengono “scaricati” come avviene con i tubi di scappamento dei motori dei mezzi di locomozione e si disperdono nell’atmosfera. Fortunatamente, a differenza di quanto avviene con la combustione dei derivati del petrolio e del carbone, quello che viene emesso dai ruminanti è un gas privo di “polveri sottili”
Una “impennata” nella produzione di CO2 si è avuta all’enorme sviluppo demografico ed alla industrializzazione che hanno richiesto un forte incremento dei combustibili derivati dal petrolio per le diverse attività produttive e per i trasporti.
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mercoledì 2 ottobre 2019

Farina 00 “Il più grande veleno della storia” – Dott. Franco Berrino

La farina 00 è il più grande veleno della storia, anche se biologica“, così il professor Franco Berrino, oncologo presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano, definiva questo alimento in una puntata di Report del 2009.
E il motivo è che la farina bianca, così come tutti i prodotti raffinati, causa un aumento della glicemia e, di conseguenza, un incremento dell’insulina, portando col tempo ad un maggior accumulo di grassi depositati, e al conseguente indebolimento del nostro organismo, che diventa maggiormente esposto ad ogni tipo di malattie, anche tumori.
Berrino ha spiegato che la farina 00, malgrado non abbia alcun gusto, ha avuto successo commerciale perché si conserva per un tempo indeterminato. Quando la farina viene raffinata perde le proprietà nutrienti tipiche del frumento integrale, che è un’ottima fonte di fibre ed è ricco di numerose sostanze, che si trovano nella crusca e nel germe.

Farina 00: ‘Il più grande veleno della storia’. Perché fa male?

Quando mangiamo prodotti raffinati, tra cui il pane bianco, gli zuccheri presenti nel sangue aumentano improvvisamente e in maniera notevole e di conseguenza il nostro organismo produce più insulina, che porta all’incremento di grassi depositati e favorisce un rapido aumento di peso e di trigliceridi elevati. Tutto ciò può causare malattie cardiache. Inoltre, col passare del tempo, la produzione di insulina si blocca perché il pancreas è troppo carico di lavoro, provocando stati patologici come l’ipoglicemia e malattie come il diabete.
L’unico modo per ovviare al problema è consumare prodotti integrali, ma bisogna stare attenti! Perché spesso il pane integrale venduto nei supermercati è “finto” e lo si può riconoscere perché è più chiaro di quello “vero”. Negli scaffali dei supermercati troviamo anche altri finti prodotti integrali come pasta, fette biscottate, crackers e dolci. La maggior parte di questi viene prodotta aggiungendo alla farina 00 della crusca finemente rimacinata, che è un residuo della raffinazione.
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Il Prof. Franco Berrino: “Ci vogliono tristi e ammalati per far salire il Pil. Chi è felice non consuma, non cerca cibo o abiti di cui non ha bisogno”

Il Prof. Franco Berrino: “Ci vogliono tristi e ammalati per far salire il Pil. Chi è felice non consuma, non cerca cibo o abiti di cui non ha bisogno”



domenica 29 settembre 2019

Zucca di Hokkaido, coltivazione e proprietà

Zucca di Hokkaido, coltivazione e proprietà. Tutte le informazioni su dove trovare i semi e come coltivare questa piccola e gustosa zucca da mangiare con l’intera buccia.
La zucca di Hokkaido raggiunge un peso di circa 1.5 kg. Presenta polpa solida e poco fibrosa dal gusto che ricorda vagamente quello delle castagne. Eì una varietà della specie Cucurbita maxima. In questo articolo scopriremo dove trovare i semi di zucca di Hokkaido, come si coltiva e quali sono le sue proprietà

Zucca di Hokkaido, proprietà

Questa zucca ha un contenuto d’acqua inferiore rispetto alle altre varietà di Curcubita maxima, e presenta un interessante profilo nutrizionale. E’ ricca di vitamina C e povera di calorie e di sodio. E’ un’ottima fonte di fibre e apporta vitamine del gruppo B, calcio, potassio, ferro, riboflavina e tiamina. Apporta discrete quantità di vitamina A.
Per quale ricette di presta? Per tutte, dalla vellutata alla riso e zucca, dalla zuppa zucca e fagioli alla zucca ripiena, la sua cavità, infatti, si presta perfettamente per un ripieno!

Si mangia anche la buccia

A differenza delle altre zucche, la buccia di questa varietà si può mangiare senza problemi. Per questo motivo, prima di preparare qualsiasi ricetta, è importante sciacquare la zucca con acqua e e bicarbonato di sodio.
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Guida alle zucche

venerdì 27 settembre 2019

Inchiostri per tatuaggi sequestrati: 1 su 5 contiene sostanze tossiche e cancerogene

Se state pensando a un nuovo tatuaggio, scegliete con cura lo studio cui affidarvi poiché non tutti i tatuatori garantiscono gli stessi standard di sicurezza.



In seguito a un’ispezione effettuata dai Nas su tutto il territorio nazionale è infatti emerso che molti inchiostri e tinture usati negli studi dei tatuatori non risultano a norma e addirittura in un campione di inchiostro su cinque sono state rilevate sostanze tossiche o potenzialmente cancerogene.
Il controllo si è svolto lungo tutta la filiera distributiva dei pigmenti per tatuaggi, con lo scopo di verificare la qualità e la sicurezza degli inchiostri immessi sul mercato.
Gli accertamenti effettuati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha interessato 117 aziende: oltre ad aver portato alla contestazione di 31 infrazioni per carenze igieniche o strutturali e per la mancanza di autorizzazioni negli studi dei tatuatori, l’ispezione ha disposto il sequestro di ben 248 confezioni di inchiostri non idonei, privi di etichetta o non sicuri.
Cosa ancora più grave, in 22 dei 100 campioni di tinture prelevati e analizzati presso i laboratori ARPA Piemonte è stata riscontata la presenza di composti chimici tossici e cancerogeni, in particolare sostanze appartenenti alla classe delle ammine aromatiche e idrocarburi policiclici aromatici noti come IPA.
Il Ministero della Salute ha disposto quindi urgentemente il divieto di vendita e di utilizzo di tali inchiostri e il richiamo delle confezioni già in commercio.
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domenica 22 settembre 2019

Occhio secco, cosmetici e anti-aging sotto accusa

Convegno a Roma, il mascara indagato speciale

L'uso di cosmetici, gli interventi chirurgici sulla palpebra, le iniezioni di tossine anti-aging e altre procedure cosmetiche sono da considerare fattori di rischio scatenanti per la malattie dell'occhio secco. Emerge da una ricerca della società scientifica Tear Film & Ocular Surface Society (Tfos)2, leader nella ricerca sulla superficie oculare con sede a Boston, che ha organizzato l'incontro di esperti internazionali "European TFOS Ambassador Meeting" presso l'Auditorium dell'Ara Pacis di Roma. Dove si è parlato di malattie croniche e gravi della superficie oculare ma anche di stili di vita che possono avere un impatto negativo su queste patologie. Secondo lo studio Tfos Dews II, il make-up per esempio può divenire un nemico del film lacrimale perché particelle di cosmetici possono migrare sulla superficie oculare alterando il delicato film idrolipidico che la ricopre. Il mascara sembra essere l'indagato speciale: dopo 3 mesi di utilizzo, microbi sono presenti in oltre il 30% degli spazzolini, anche quando usati in maniera esclusiva da una sola persona. Sebo, cellule morte, acari e batteri si accumulano sull'applicatore e contaminano tutto il prodotto.

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venerdì 20 settembre 2019

Buongiorno a tutti,

Questo è il mio seno sinistro e quella fossetta che vedete è un cancro... probabilmente verrò bannata da fb per questo post perciò vi prego di diffonderlo al più presto a tutte le donne che conoscete perché è proprio grazie ad un post come questo che ho scoperto di avere il cancro.

No, non sono una sprovveduta, avevo fatto solo a gennaio scorso l’ultima mammografia al padiglione Vinci di Taranto con esito negativo, eppure, a quanto pare, lui era già lì ma incredibilmente nessuno se n’è accorto e, se io non avessi visto casualmente tempo fa il post di una donna che mostrava il suo seno col cancro esattamente come il mio, probabilmente me ne sarei accorta quando sarebbe stato troppo tardi... per questo non provo alcuna vergogna a mostrare il mio seno...il mio cancro, se questo potrà servire ad anche una sola altra persona...donna...madre come me!

Siete tantissimi, sento di aver raggiunto lo scopo e che nulla accade senza un motivo. Vi ringrazio tutti per l’energia positiva che mi state trasmettendo spero con tutto il cuore che la mia testimonianza abbia raggiunto chi ha anche un minimo dubbio, chi non ha il coraggio di affrontare quel dubbio... io da domani comincerò la mia battaglia contro il cancro e si, la vincerò perché oggi sento di aver già vinto!



martedì 17 settembre 2019

Contro la crisi climatica, piantiamo 60 milioni di alberi, uno per ogni italiano

Bisogna piantare immediatamente 60 milioni di alberi, uno per ogni italiano, per salvarci dalla crisi ambientale e far fronte ai cambiamenti climatici


Per contenere l’effetto serra e il conseguente riscaldamento globale occorre eliminare dall’atmosfera quanta più anidride carbonica possibile.
È proprio la CO2 infatti la principale responsabile dell’aumento delle temperature e dalla rivoluzione industriale in avanti la concentrazione di questo gas è in costante aumento.
Per affrontare la crisi climatica in atto, dobbiamo agire con urgenza e invertire questa tendenza riducendo il più possibile le emissioni di anidride carbonica e cercando soluzioni efficaci per sottrarre CO2 dall’atmosfera.
sistemi più efficienti capaci di rimuovere anidride carbonica sono economici, semplici da installare, perfettamente integrabili nell’ambiente: si tratta degli alberi, creature meravigliose che possono aiutarci da subito a dare una risposta all’emergenza climatica.
Per salvarci da catastrofi naturali, guerre, migrazioni e carestie che potrebbero derivare dai cambiamenti climatici, l’unica soluzione immediata è quella di piantare il maggior numero di alberi possibile in qualunque zona adatta del pianeta.
Con l’iniziativa “Un albero in più”, cui ha aderito anche il WWF, il Professor Stefano Mancuso, scienziato e Direttore LINV, Carlo Pertini, Presidente Slow Food e Domenico Pompili , Vescovo di Rieti chiedono una risposta concreta: piantare 60 milioni di alberi, uno per ogni italiano, nel più breve tempo possibile.
Di certo per far fronte all’emergenza climatica non sarà sufficiente piantare alberi, ma saranno necessari cambiamenti radicali nel nostro stile di vita per ridurre le emissioni di CO2.
Bisognerà ridurre drasticamente il consumo di carne, ricorrere alle energie rinnovabili, rendere più efficienti i sistemi di trasporto: azioni necessarie che richiedono però molto tempo e purtroppo il tempo è proprio ciò che ci manca.

Riforestare è dunque l’unica soluzione rapida per ridurre la temperature, controllare le alluvioni, favorire la biodiversità, migliorare la qualità della vita delle persone, soprattutto in città.
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sabato 14 settembre 2019

Curcuma: proprietà e benefici

I benefici della curcuma sono noti da più di 5 mila anni, specialmente in India e in Asia Sud Orientale, dove questa pianta trova la sua origine. Essa viene utilizzata sia come spezia che come rimedio naturale, date le sue proprietà antinfiammatorie.


Informazioni botaniche

La curcuma (Curcuma longa) è una pianta erbacea spontanea originaria dell'India e di tutta l'Asia meridionale, appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae. In realtà quest’ultima comprende una classificazione più ampia, che conta 80 specie conosciute. Le piante appartenenti a tale genere sono utilizzate specialmente in ambito culinario ed officinale.
In India se ne fa un larghissimo impiego da oltre 5 millenni ed è proprio dai suoi primi utilizzi che se ne conoscono tutti i suoi benefici. La curcuma non è utilizzata solo come spezia ma anche come colorante alimentare e antinfiammatorio, è utilizzata da millenni nella cucina orientale e nella medicina ayurvedica mentre è relativamente recente l’uso nei paesi occidentali.
In India è considerata un portafortuna infatti le spose ne portano sempre un pezzo al collo durante la cerimonia nuziale.
La curcuma, conosciuta come "zafferano delle Indie", è caratterizzata da foglie lunghe dalla forma ovale, mentre i fiori somigliano leggermente a una spiga dato che, oltre al fiore (verde nella parte collegata allo stelo e bianca e viola in quella più esterna) vi sono delle cavità tra i petali, all’interno dei quali si trovano fiorellini di colore giallo/arancione. Da questa pianta si estraggono i rizomi, ovvero le radici, che vengono fatte bollire, si essiccano al forno per diverse ore ed infine vengono macinate per produrre la spezia in polvere. Le radici sono ormai facilissime da reperire nei supermercati, in erboristeria, o in negozi che vendono alimenti orientali. La radice di curcuma somiglia molto a quella di zenzero (infatti fanno parte della stessa famiglia), anche se differisce dalla seconda per il suo colore interno arancione e per la sue dimensioni più piccole.
Questo prodotto viene utilizzato sia nelle zone d'origine che in Occidente, principalmente per la creazione di curry e altre salse. Il suo sapore è caldo, delicato e pungente, e ricorda vagamente quello dello zenzero.

Proprietà e benefici della Curcuma

La curcuma possiede al suo interno un olio essenziale che, unito ai curcuminoidi (polifenoli presenti anch’essi nella curcuma),conferisce a tale spezia notevoli proprietà farmacologiche. In effetti, di questa pianta se ne fa larghissimo impiego sia nella medicina tradizionale cinese che in quella ayurvedica.
    • Tra le proprietà più conosciute troviamo quelle relative alla cura dell'apparato digerente, dato che tale prodotto facilita la formazione della bile ed il suo scorrimento verso l'intestino. Questa benefica spezia stimola tutte le funzioni delle vie biliari e protegge il fegato grazie alla sua azione “disintossicante” che si esplica stimolando la produzione di enzimi epatici grazie ai quali il fegato riesce a purificare il sangue dalle tossineLa curcuma contribuisce, inoltre, a facilitare la digestione anche in casi particolari come il post-sbornia, l’uso smodato di farmaci, e addirittura in presenza di cirrosi ed epatiti. A livello intestinale, grazie alle sue proprietà carminative, riesce a ridurre flatulenza e meteorismo, quella fastidiosa sensazione di aria nella pancia.


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L'olio d'oliva riduce del 23% il rischio di morire di tumore

Lo rivela un nuovo studio che sottolinea anche che il suo consumo regolare aiuta anche a prevenire fino a un quarto delle malattie cardiovas...