giovedì 18 febbraio 2021

Ema raccomanda autorizzazione remdesivir: primo farmaco anti Covid

La Commissione europea intende prendere una decisione sull'autorizzazione condizionale all'immissione in commercio per il remdesivir la prossima settimana, consentendo la commercializzazione del prodotto nell'Ue 


Il comitato per i medicinali per uso umano dell'Ema, Agenzia europea del farmaco, ha raccomandato di concedere l'autorizzazione condizionata all'immissione in commercio  del remdesivir per il trattamento del Covid-19 negli adulti e adolescenti di età superiore a 12 anni con polmonite che richieda supporto per la respirazione. Remdesivir, farmaco antivirale già usato per l'Ebola, è il primo medicinale contro il Covid-19 a essere raccomandato per l'autorizzazione in Ue. I dati sul remdesivir sono stati valutati in un tempo eccezionalmente breve attraverso una procedura di revisione continua, un approccio utilizzato dall'Ema durante le emergenze di sanità pubblica per valutare i dati non appena disponibili. La Commissione europea, che è stata informata dall'Ema nel corso della valutazione, intende prendere una decisione sull'autorizzazione condizionale all'immissione in commercio per il remdesivir la prossima settimana, consentendo la commercializzazione del prodotto nell'Ue. Nel complesso, lo studio ha mostrato che i pazienti trattati con remdesivir si sono ripresi dopo circa 11 giorni, rispetto ai 15 giorni per i pazienti trattati con placebo. Questo effetto non è stato osservato nei pazienti con malattia da lieve a moderata: il tempo per il recupero è stato di 5 giorni sia per il gruppo remdesivir che per il gruppo placebo. Per i pazienti con malattia grave, che costituivano circa il 90% della popolazione dello studio, il tempo necessario per il recupero era di 12 giorni nel gruppo remdesivir e 18 giorni nel gruppo placebo. 

Continua qui

mercoledì 17 febbraio 2021

Varianti Covid in Italia, dove sono? I vaccini possono fermarle?

Quella inglese sembra essere la più diffusa in Italia. È più contagiosa e forse più letale, ma i vaccini sono efficaci. Necessario aumentare le misure restrittive per frenare i contagi che aumentano rapidamente.

Che cosa sono le varianti?
Sono il codice genetico del SARS-CoV-2 che ha acquisito una o più mutazioni, che a loro volta sono le variazioni che cambiano le caratteristiche del virus stesso.

Quante e quali sono quelle diffuse in Italia?
Difficile dirlo, perché l’attività di sequenziamento che individua le varianti è appena stata implementata. Quelle sotto la lente (e quindi maggiormente monitorate) sono l’inglese, la sudafricana e la brasiliana. Un report da parte dell’Istituto Superiore di Sanità con campione rappresentativo della popolazione è stato fatto solo sulla variante inglese e ha stabilito che rappresenti il 17,8% di casi di positivi in Italia. Il monitoraggio era, però, il primo di una serie: basato su 3.984 casi, ha rilevato 495 infezioni da variante inglese con prevalenza regionale molto diversificata, con stime comprese tra 0% e 59%.

Dove sono diffuse le varianti nel nostro Paese?
La variante inglese è concentrata in alcuni focolai locali: soprattutto in Abruzzo (oltre il 50% di prevalenza), Lombardia (si stima rappresenti il 30% dei positivi), in Veneto (il 20% dei tamponi), in Puglia (il 15,5% dei casi), in Umbria e Molise, ma anche in altre Regioni con casi sporadici. I casi di variante brasiliana sono poco meno di venti, soprattutto in Umbria, e la variante sudafricana è stata riscontrata una volta in un viaggiatore di ritorno dal Sudafrica. Per ora si tratta di stime, finché l’attività di sequenziamento non sarà sistematica.

Continua qui

Variante inglese, il virologo Clementi: “Non è più letale, ci sono più morti perché contagia di più”

Covid e contagio, gli errori che facciamo ancora senza accorgercene

Mascherina indossata con naso scoperto, confondere gli spazi aperti con posti sicuri, fidarsi dell’amico che “è stato attento”. Alcuni sbagli comuni che ci fanno sentire tranquilli quando non dovremmo.

In questo momento l’Italia si trova in una fase di stallo nella risalita dei contagi, ma con il ritorno in zona gialla della maggior parte delle regioni il rischio di nuovi assembramenti preoccupa gli esperti. È già successo in estate, quando il virus sembrava ormai lontano e comportamenti troppo disattenti hanno portato alla seconda ondata. Anche in autunno però, nonostante le limitazioni, Covid-19 ha continuato a infettare. Perché? Cosa facciamo di sbagliato senza accorgercene? Il Guardian ha raccolto alcuni suggerimenti.

Non “cosa posso fare” ma “cosa dovrei fare”

Il primo errore che in molti compiono è spostare l’attenzione da quello che è sicuro fare a quello che è possibile fare. Per esempio, si possono far venire in casa babysitter, addetti alle pulizie e venditori, oppure incontrarsi con parenti e amici, anche fare attività fisica in compagnia. Si tratta di necessità che la maggior parte dei governi ha considerato imprescindibili per la salute mentale ed economica dei propri cittadini. Tuttavia, non è detto che siano sicuri.

Al centro di questa discussione ci sono principalmente i giovani. Ragazzi e giovani adulti non riescono a evitare completamente la socialità nutrendo l’illusione che frequentarsi tra persone “non a rischio di malattia grave” possa preservare anche le loro famiglie. Se si vive in casa con genitori o nonni e si continua a frequentare gruppi di amici non si è mai al sicuro. Specie a causa del rischio concreto di un’incubazione asintomatica del virus nel “soggetto 1”.

Coronavirus, il bollettino di oggi 17 febbraio: 12.074 nuovi casi e 369 morti

Nella giornata di ieri erano stati registrati 10.386 nuovi casi e 336 morti

Oggi in Italia sono stati 12.074 i nuovi casi registrati, con 369 vittime. 

TUTTI I GRAFICI E LE MAPPE SULL'EPIDEMIA

VALLE D'AOSTA

Nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 14 nuovi casi positivi in Valle d'Aosta (su 95 persone sottoposte a tampone). Non ci sono stati decessi. È quanto riportato nel bollettino diffuso dalla Regione Valle d'Aosta in base ai dati dell'Usl. I guariti sono nove. Gli attuali contagiati salgono a 131, 5 in più di ieri. I guariti sono 16. I ricoverati sono sempre otto, di cui due nel reparto di terapia intensiva.

Continua qui

Coronavirus, Eurostat: nel 2020 in Italia fino a 50% di morti in più

Spagna, Belgio e Olanda i Paesi più colpiti dalla prima ondata 

L'Italia ha raggiunto i suoi livelli massimi in marzo (più 49,4%), aprile (41%) e novembre (49,5%) rispetto agli stessi periodi del 2016-19 

16 febbraio 2021 In Italia il tasso di mortalità è aumentato di quasi il 50% in primavera e a novembre 2020 rispetto agli stessi periodi del 2016-19. Lo ha reso noto oggi Eurostat in base ai dati raccolti sull'incremento della mortalità in Europa tra marzo e novembre dello scorso anno. L'Ue ha raggiunto un primo picco in aprile (più 25%), quando Spagna (79,4%), Belgio (73,9%) e Olanda (53,5%) sono risultati i Paesi più colpiti. L'Italia ha raggiunto i suoi livelli massimi in marzo (più 49,4%), aprile (41%) e novembre (49,5%). Nell'Ue tra marzo e novembre 2020 si sono registrati oltre 450 mila decessi in più. 

Continua qui

Cosa sappiamo della nuova variante del coronavirus trovata anche a Napoli

In sigla B.1.525, è una nuova variante del Sars-Cov-2. Anche se è stata scoperta nel Regno Unito, in realtà è più diffusa in Nigeria ed è stata individuata anche in Italia. Fra le mutazioni la E484K, posseduta anche dalle varianti scoperte in Brasile e in Sudafrica. Quali sono i rischi attuali

Nel Regno Unito c’è una nuova variante del coronavirus Sars-Cov-2. Ed è la seconda che desta attenzione nel paese, dopo la più nota che chiamiamo comunemente a livello mediatico variante inglese, circolante anche in Italia e per alcuni aspetti preoccupante. Su quella odierna appena identificata, in sigla B.1.525, abbiamo meno informazioni e non possiamo dire se sia maggiormente trasmissibile o dannosa per l’organismo. Tuttavia sappiamo che contiene una mutazione di cui si è già parlato, E484K, comune anche alle varianti scoperte in Sudafrica e in Brasile. Nel Regno Unito si parla di 33 casi (ma probabilmente sono di più) e c’è qualche paziente anche in altri paesi, incluso un caso in Italia, a Napoli, di cui è appena arrivata notizia. Ecco perché è bene parlare di questa nuova variante e quali sono i rischi.

Continua qui

Covid, in Campania la variante inglese è passata dal 7 al 20 per cento in due settimane


martedì 16 febbraio 2021

Da dove viene la pasta che mangiamo?

La pasta è uno dei simboli della cucina italiana. Amata nel mondo, osteggiata, a torto, in alcune diete, ci vede (magari senza sorpresa) sul podio per il consumo pro-capit. Nel 2019 ciascuno di noi ne ha mangiata in media oltre 23 kg e un quarto della produzione mondiale è italiano. Ma come si distingue una pasta davvero e totalmente italiana?

Se a livello legislativo le tutele ci sono,-con il Regolamento Europeo 2018/775, che stabilisce l’obbligo di indicare in etichetta il paese d’origine dell’ingrediente primario di un prodotto, e il Decreto Ministeriale italiano del 26 luglio 2017, che prevede ulteriore trasparenza nell’indicare l’origine di pasta, riso e derivati del pomodoro – dal lato pratico l’attenzione è rivolta ai metodi per autenticare l’origine del frumento utilizzato al fine di garantire il rispetto delle normative vigenti. E anche in questo caso la ricetta sembra essere tutta italiana.

Il team guidato da Annalisa de Girolamo, dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha presentato infatti uno studio, pubblicato su Foods, che prevede di applicare la tecnica della spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier (FT-NIR) per valutare l’autenticità della pasta prodotta con il 100% di grano duro italiano.

I ricercatori hanno analizzato 361 campioni di pasta di diverse marche commerciali, alcuni dei quali prodotti (secondo quanto riportato in etichetta) con grano solo italiano mentre altri erano composti da miscele di grano duro, coltivato quindi sia in Italia sia all’estero. L’obiettivo era autenticare la pasta di grano duro 100% italiano: questa tecnica è risultata estremamente efficace, con una percentuale di accuratezza nel distinguere l’origine del grano utilizzato del 94%.

Continua qui

 

Psoriasi e coronavirus, il vademecum degli esperti. Anche contro le paure

Chi è in terapia con immunosoppressori può essere più a rischio di contrarre l’influenza e altre infezioni. Ma questo vale anche per il coronavirus? Cosa fare per proteggersi senza un eccessivo allarmismo? Tutti i consigli degli esperti

Impossibile ignorarlo: il coronavirus monopolizza da giorni le nostre conversazioni. E per molti pazienti che seguono terapie immunosoppressive – comuni anche tra le persone che soffrono di psoriasi o di artrite psoriasica – l’arrivo del nuovo virus può aver suscitato ansie e preoccupazioni. Reazioni comprensibili, anche perché in generale un sistema immunitario potenzialmente indebolito dai trattamenti può rendere la persona più suscettibile a virus e altri patogeni. Ma, fortunatamente, molte di queste paure sono infondate e il rischio di Covid-19 va gestito attenendosi alle indicazioni mediche e alle regole delle autorità sanitarie. Vediamo meglio come e perché...

Continua qui

Coronavirus sulle superfici, nuovi dati confermano: laviamoci le mani

Guanti monouso e fiumi di disinfettanti. Durante la pandemia del nuovo coronavirus, una delle maggiori preoccupazioni, oltre a dover mantenere il distanziamento sociale, è stata quella di potersi infettare anche solo toccando le superfici contaminate dal virus. Come la busta della spesa o la maniglia di una porta. Sebbene, infatti, la principale modalità di trasmissione del nuovo coronavirus, come è stato più volte ribadito nel corso della pandemia, avviene tramite le goccioline di saliva che le persone infette emettono parlando, starnutendo e tossendo, più e più volte è stata evidenziata anche la possibilità che anche solo toccando le superfici contaminate si potesse contrarre il virus.

Quanto tempo sopravvive sulle diverse superfici

Ma, qual è realmente il rischio di essere contagiati semplicemente toccando una superficie contaminata? Solamente alcuni giorni fa, in combinazione con la riapertura delle attività commerciali e produttive, il ministero della Salute ha pubblicato una tabella nella quale si stimano i tempi di permanenza del coronavirus (o meglio di tracce di rna virale, che non significa quindi che il virus sia vitale e infettivo) su diverse superfici. Per esempio, si legge nella tabella, le particelle virali infettanti sono state rilevate fino a mezz’ora sulla carta da stampa, un giorno su tessuto e legno, due giorni sulle banconote e sul vetro e fino a quattro giorni sulla plastica e sulle mascherine chirurgiche (lo strato interno).

Continua qui

DIGIUNO INTERMITTENTE

 In base alla tua età

Continua qui


lunedì 15 febbraio 2021

TERZA ONDATA DI CONTAGI: arriverà TRA POCHI GIORNI, il Professor BASSETTI NON ha DUBBI. I Dettagli e le sue parole

Matteo BASSETTI, direttore del reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, ha lanciato un ALLARME. Quale? Quello dell'arrivo di una TERZA ONDATA di contagi. "Se dovesse esserci una terza ondata in Italia è molto probabile che avvenga tra questa settimana e la fine di marzo". "È lo stesso periodo, dice Bassetti, in cui abbiamo avuto la prima grande ondata con il picco nel mese di marzo". Da qui l'unico monito possibile: tanta cautela e attenzione, perché "gli ospedali devono rinforzare gli argini".

Nessuno infatti si aspettava che ricoveri e contagi diminuissero così lentamente. Nemmeno Bassetti che ammette: "Anzi stiamo vedendo in alcune Regioni la ripresa dei contagi". La situazione epidemiologica italiana dunque rimane stabile e il tasso di positività è in lenta discesa. Ma ogni buona notizia ne ha una cattiva: "Preoccupa la circolazione calcolata della variante inglese che si ferma intorno al 20 per cento". E ancora: "Questo impone una ulteriore accelerazione alle vaccinazioni per ridurre la circolazione virale". Quasi un caso positivo su cinque in Italia (il 17,8 per cento delle infezioni Covid-19) è infatti dovuto alla variante inglese.

Continua qui


LOCKDOWN TOTALE: il Professor RICCIARDI lo chiede al GOVERNO e scoppia la POLEMICA. I Dettagli



Covid Italia, oggi 7.351 contagi e 258 morti: bollettino 15 febbraio

I dati relativi all'epidemia di coronavirus: indice di positività al 4,1%

Sono 7.351 i contagi da coronavirus in Italia oggi, 15 febbraio, secondo i dati del bollettino della Protezione Civile pubblicato dal ministero della Salute. Da ieri sono stati registrati altri 258 morti. Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 179.278 tamponi, l'indice di positività è al 4,1%.

Fonte

L'Iss: 'Preoccupano le varianti, rafforzare le misure'

'Impatto rilevante senza misure adeguate'

Considerata la circolazione nelle diverse aree del paese "si raccomanda di intervenire al fine di contenere e rallentare la diffusione della variante VOC 202012/0, rafforzando/innalzando le misure in tutto il paese e modulandole ulteriormente laddove più elevata è la circolazione, inibendo in ogni caso ulteriori rilasci delle attuali misure in atto". E' quanto afferma l'Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante VOC 202012/01 (Regno Unito) in Italia, relativo alla indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.

"Nel contesto italiano, in cui la vaccinazione delle categorie di popolazione più fragile sta procedendo rapidamente ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguata", sottolinea l'Istituto superiore di sanità nello studio di prevalenza della variante VOC 202012/01 (Regno Unito) in Italia relativo alla indagine svolta lo scorso 4-5 febbraio.

A causa delle varianti il rischio associato a un'ulteriore diffusione del Covid nell'Ue è "attualmente valutato come alto-molto alto per la popolazione complessiva e molto alto per gli individui vulnerabili".

Lo scrive l'Ecdc nella sua analisi del rischio aggiornata. I paesi dovrebbero accelerare le campagne di vaccinazione, raccomanda l'Agenzia, poiché le varianti hanno "maggiore trasmissibilità" e potrebbero "determinare una maggiore gravità della malattia", e "i vaccini con licenza esistenti" potrebbero essere "solo parzialmente o in gran parte meno efficaci".

Per "contenere e rallentare" la diffusione delle varianti del Covid, "in analogia con le strategie adottate negli altri paesi europei", è necessaria una "rigorosa osservanza, rafforzamento e incremento delle misure di mitigazione del rischio sia in ambito nazionale che in specifici ambiti locali, evitando ulteriori misure di rilascio". E' l'indicazione che gli esperti del Comitato tecnico scientifico hanno dato venerdì scorso al termine della riunione in cui hanno analizzato gli ultimi dati epidemiologici e preso atto dello studio dell'Istituto superiore di sanità sulla diffusione delle varianti del virus in Italia.

Continua qui

Covid, Iss: "Fino a 59% casi da variante inglese in alcune aree"

La dieta contro la ritenzione idrica: cosa mangiare e cosa evitare per prevenire la cellulite

Ridurre il sale ma non eliminarlo del tutto e, soprattutto, aumentare l'apporto di magnesio e potassio: i consigli della nutrizionista

Una dieta contro la ritenzione idrica e la sua più detestata conseguenza, la cellulite: forse non è così semplice, ma accorgimenti a livello di alimentazione e di stile di vita ci sono. “Sicuramente l’attività fisica per contrastare la ritenzione idrica è molto importante, ma non deve essere troppo intensa, o si otterrà un effetto contrario. Mentre a livello di dieta è bene considerare non solo le calorie, ma anche altre proprietà nutritive di quello che mangiamo, perché alleati della ritenzione idrica, e di conseguenza della cellulite, sono anche il sale e i grassi“, spiega a Gazzetta Active la dottoressa Chiara Boscaro, biologa nutrizionista degli Istituti Clinici Zucchi di Monza.

Continua qui

domenica 14 febbraio 2021

Covid: 11.068 nuovi positivi, 221 le vittime. tasso positività sale al 5,3%

I dati diffusi dal ministero della Salute

Sono 11.068 i test positivi al coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore che portano il numero dei contagiati dall'inizio dell'emergenza a 2.721.879.

Le vittime nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, sono invece 221, un incremento che porta il totale a 93.57

Sono stati 205.642 i test per il Covid (tamponi molecolari e antigenici rapidi) effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, in calo di circa 85mila rispetto a ieri, quando ne sono stati fatti 290.534.

Il tasso di positività sale al 5,3% (ieri era 4,6%)

Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva in Italia a causa del Covid-19 sono 2.085, tornando ad aumentare di 23 unità rispetto a ieri, nel saldo quotidiano tra ingressi e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati invece 126.

Continua qui

Vitamina B6: a cosa serve, in quali alimenti si trova e quando si rischia una carenza

Con la dottoressa Grandi, dietista, facciamo il punto su una delle vitamine del gruppo B particolarmente utile per gli sportivi

Si fa presto a dire vitamina B6. Ma questa vitamina del gruppo B si può presentare in realtà come pirossidina, piridossale o piridossamina. Sono queste le tre forme attive che la vitamina B6 prende quando si degrada in presenza di alte temperature, essendo una vitamina termolabile. Ma quali altre caratteristiche ha questa vitamina? “Si tratta di una vitamina idrosolubile, quindi è molto difficile che possa avere un potenziale tossico, poiché se è in eccesso nel nostro organismo viene espulsa attraverso le urine”, spiega a Gazzetta Active la dottoressa Federica Grandi, dietista presso il Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro (Bergamo) del Gruppo San Donato.

E’ facile avere una carenza di vitamina B6? 
“In realtà sono molto rari anche i casi di carenza di questa vitamina, dal momento che è presente in molti alimenti, a differenza di un’altra vitamina del gruppo B, la B12, presente solo negli alimenti di origine animale. Alcune terapie farmacologiche o una dieta eccessivamente ricca di fibre può limitare la biodisponibilità della B6, ma si tratta di casi estremamente rari”.

Continua qui


sabato 13 febbraio 2021

Smartwatch Facebook per recuperare i dati sulla tua salute

 

Potrebbe arrivare sul mercato uno smartwatch Facebook, il motivo? Semplice, recuperare i dati sulla salute di chi lo acquisterà. È la nuova trovata di Mark Zuckerberg alla continua ricerca di nuovi modi di monetizzare.

Apparentemente, Facebook sta costruendo uno smartwatch come prossima incursione nell’hardware, e il dispositivo potrebbe debuttare al più presto il prossimo anno.

Si dice che lo smartwatch funzioni su Android, anche se non è chiaro se utilizzerà il sistema operativo Wear di Google poiché Facebook sta cercando di costruire il proprio sistema operativo per future iniziative hardware.

Continua qui

Insonnia, cosa mangiare a cena per dormire bene? Ecco gli alimenti che conciliano il sonno

Dai cibi che non devono mancare a quelli che, al contrario, andrebbero evitati: i consigli della dietista

Difficoltà a dormire? Magnesio, triptofano e vitamine del gruppo B: sono loro gli elementi chiave della cena che concilia il sonno. Ma che cos’altro prevede una ‘dieta anti insonnia’? E soprattutto, è vero che con una alimentazione ad hoc si può stimolare il riposo? “Assolutamente sì”, chiarisce con nettezza la dottoressa Federica Grandi, dietista presso il Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro (Bergamo) del Gruppo San Donato.

Quali consigli darebbe per una dieta e uno stile di vita che aiutino a migliorare la qualità del sonno?
“E’ importante capire con il paziente il suo stile di vita e impostare un programma specifico. Ma in in linea di massima per la popolazione generale non bisognerebbe mai eccedere con il volume della cena, per favorire la digestione e dormire meglio. Una cena normale dovrebbe apportare il 30-35% del fabbisogno energetico quotidiano. In casi di insonnia importante – intendendo per insonnia una riduzione di quantità e qualità del sonno per almeno tre-quattro notti a settimana – la cena può scendere anche al 20-25% dell’apporto energetico giornaliero, con la quota restante che va di conseguenza ripartita meglio negli altri pasti e spuntini. Questo perché una ripartizione corretta dell’energia durante la giornata è molto importante”.

Quali alimenti è bene privilegiare per conciliare il sonno?
“E’ bene prediligere alimenti che permettono una digestione non troppo lenta. Sono molto indicati i cibi ricchi in magnesio, vitamine del gruppo B e triptofano. Il triptofano, in particolare, favorisce la produzione di melatonina, aiutando il rilassamento generale. Il magnesio e le vitamine del gruppo B favoriscono nello specifico il rilassamento muscolare. Gli alimenti che li contengono sono però quelli che la popolazione generale normalmente tende ad evitare a cena, ovvero i carboidrati: pasta, riso, cereali integrali in generale, più ricchi di magnesio rispetto a quelli raffinati. Mangiarli a cena porta ad una digestione migliore rispetto a quella che si ha dopo aver mangiato delle proteine”.

Continua qui

Covid: 13.532 nuovi positivi, 311 le vittime

Calano le terapie intensive, -236 ricoveri

Sono 13.532 i test positivi al coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore che portano il numero dei contagiati dall'inizio dell'emergenza a 2.710.819. Le vittime nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, sono invece 311, un incremento che porta il totale a 93.356.

Ad oggi in Italia ci sono 401.413 attualmente positivi, 761 in meno rispetto a ieri, mentre dall'inizio dell'emergenza i dimessi e i guariti sono 2.216.050, con un incremento rispetto a ieri di 13.973.

Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva in Italia a causa del Covid-19 sono 2.062, in calo di 33 unità rispetto a ieri, nel saldo quotidiano tra ingressi e uscite.

Gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati invece 118. Secondo i dati del ministero della Salute sono invece 18.500 le persone ricoverate nei reparti ordinari, 236 in meno rispetto alla giornata di venerdì.

Continua qui


Covid, Abruzzo, Liguria, Toscana e Trento in zona arancione. Impianti di sci restano chiusi in Trentino

Confermate misure per Umbria e Bolzano. Sicilia in giallo. Arriva l'ok del Cdm alla proroga, stop agli spostamenti fino al 25 febbraio

Via libera in Consiglio dei ministri al decreto legge Covid, che proroga il blocco degli spostamenti tra le Regioni, anche quelle gialle, dal 15 al 25 febbraio.

"Dal 16 al 25 febbraio - recita la norma - sull'intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione". 

Tre regioni - Abruzzo, Liguria, Toscana - e la provincia di Trento, passano in zona arancione.

Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà nelle prossime ore le ordinanze, valide a partire da domenica. In arancione restano anche l'Umbria e la provincia di Bolzano anche se per entrambe i governatori hanno disposto misure ancora più restrittive. La Sicilia torna in giallo allo scadere dell'ordinanza.

Continua qui

Quanti lunghi per la maratona e di quanti km? Dalla teoria alla pratica

Allenamento Una risposta unica non esiste, ma vediamo quindi come capire quanto allenarsi Chiunque si accinga a iniziare la preparazione per...