Secondo uno studio della Harvard Medical School, consumare con regolarità frutta a guscio potrebbe ridurre la mortalità per tumore alla prostata.
Le noci e la frutta a guscio in genere sono ricche di macronutrienti bioattivi, tocoferoli e fitochimici, sostanze naturali ricche di vitamine e con un elevato potere antiossidante.
Negli ultimi anni è stato riconosciuto dagli studi in campo epidemiologico un collegamento tra un consumo elevato di noci e la riduzione del rischio di numerose patologie croniche, tra cui i disturbi cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e le infiammazioni.
Per contro, il legame tra consumo di noci e rischio tumorale non era mai stato dimostrato, e, in relazione al cancro alla prostata, questo legame veniva addirittura considerato ambiguo e inconsistente.
Uno studio di coorte prospettico della Harvard Medical School, pubblicato sul British Journal of Cancer e basato sullo Health Professionals Follow-up Study (HPFS) avviato nel 1986, ha somministrato un questionario semi-quantitativo sulle abitudini alimentari a uomini malati di tumore alla prostata in fase non metastatica al momento della diagnosi. Il medesimo questionario veniva riproposto allo stesso campione ogni 4 anni.
Le domande riguardavano la frequenza con cui ciascuno di loro consumava una porzione (28 g) di noci o altri tipi di frutta a guscio, oltre ad informazioni sullo stile di vita e la storia clinica del paziente.
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