La testimonianza della dottoressa Franca Fagioli, direttrice dell’Oncologia Pediatrica dell’Ospedale Regina Margherita di Torino
E' passata poco più di una settimana da quando, all’aeroporto di Caselle a Torino, è atterrato un aereo con a bordo 13 bambini oncologici partiti dall’ospedale di Kiev, dove le cure non erano più assicurate, per intraprendere il viaggio verso la salvezza. Su quel volo, organizzato grazie a un’intesa tra Regione Piemonte, Protezione Civile e privati, c’era anche la dottoressa Franca Fagioli, direttrice dell’Oncologia Pediatrica dell’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino. È con lei che ripercorriamo le tappe del percorso di accoglienza riservato ai 13 piccoli ospiti, arrivati nella struttura sanitaria in condizioni critiche, e ai loro familiari.
Dottoressa che età hanno e come vi sono stati segnalati i piccoli pazienti oncologici dell’ospedale di Kiev che avete accolto qui in Oncologia pediatrica al Regina Margherita di Torino?
“Noi lavoriamo da tempo con l’associazione Lifeline onlus che si occupa di bambini con patologie oncologiche provenienti da paesi poveri in Europa. Ci ha segnalato l’emergenza di alcuni piccoli pazienti in fuga da Kiev. Grazie all’intesa tra Regione Piemonte, Protezione Civile e privati, è stato organizzato un volo umanitario per andare a prendere i bambini direttamente al confine. Così mi sono ritrovata su un aereo insieme a 13 pazienti di età compresa fra i 3 e i 17 anni, oltre a una ragazza 21enne, da mettere letteralmente ‘in salvo’.
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