Un gruppo sanguigno potrebbe essere il principale diffusore del contagio, mentre un altro si infetterebbe con più facilità, seguendo il modello delle compatibilità usato per le trasfusioni
Un nuovo studio condotto dall’Istituto Italiano di Tecnologia, da un’équipe del Center for Life Nano & Neuroscience guidata da Giancarlo Ruocco, ipotizza un legame tra l’infezione da Sars-Cov-2 e i gruppi sanguigni. I risultati del lavoro sono stati pubblicato sulla rivista scientifica PLoS One. Non si tratta della prima ricerca che va in questa direzione.
Già lo scorso anno gli scienziati dell’Università di Nantes, in Francia, hanno teorizzato che i virus, replicandosi all’interno del corpo dell’ospite, acquisirebbero delle molecole proprie dei globuli rossi e di altre cellule.
Con il passaggio del virus a un altro individuo, il sistema immunitario reagirebbe attaccando l’intruso non compatibile e fermando l’infezione sul nascere.
Gruppi sanguigni, le compatibilità: chi può donare e chi può ricevere
Com’è noto, infatti, non tutti i gruppi sanguigni sono compatibili tra loro. Questo avviene a causa della presenza di diversi antigeni che scatenano la risposta immunitaria e la produzione di anticorpi nell’organismo del ricevente. La classificazione dei gruppi sanguigni avviene in base agli antigeni presenti nei globuli rossi e agli anticorpi presenti nel siero.
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