L’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e Slow Medicine hanno riassunto in cinque punti le “cose da non fare” in tema di dieta e nutrizione, in quanto prive di benefici per la salute, per l’ambiente e per il sistema sanitario nazionale. Le raccomandazioni sono state riviste a fronte dei cambiamenti sociali, economici e climatici degli ultimi anni con una particolare attenzione ai temi della sostenibilità ambientale e dei disturbi alimentari.
1) Non seguire “diete senza” o digiuni. Sono approcci nutrizionali specifici per determinate patologie e solo il medico li può consigliare. Gli esempi sono molti e diffusi: la dieta che esclude determinati alimenti (carboidrati, glutine, grassi, lattosio, proteine animali, ecc), approcci dietetici basati su presunte intolleranze alimentari (non diagnosticate da metodiche scientificamente validate), o gruppi sanguigni, o diete paleolitiche o digiuni intermittenti o continuativi. Questi approcci dietetici possono provocare danni alla salute e carenze nutrizionali e non risolvono il problema dell’obesità, ma anzi favoriscono disturbi alimentari. Il consiglio è di rivolgersi al proprio medico o ad uno specialista del settore.
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