“Siamo talmente aziendalisti da non avere pudore”: è una delle frasi raccolte dai carabinieri forestali di Brescia nelle indagini relative all’inchiesta sui fanghi tossici che hanno messo nell’occhio del ciclone l’azienda Wte. Il traffico illecito di fanghi avveniva negli stabilimenti di Calcinato, Calvisano e Quinzano d’Oglio. A essere indagate sono 15 persone che avrebbero ricavato un profitto di 12 milioni di euro per un totale di 150mila tonnellate di fanghi contaminati.
"Siamo talmente aziendalisti da non avere più pudore", quei luoghi "andiamo proprio a rovinarli con i gessi" o ancora "Io ho fatto il delinquente consapevolmente": queste sono solo alcune delle parole rilevate dai carabinieri forestali di Brescia nelle indagini relative all'inchiesta sui fanghi tossici che hanno messo nell'occhio del ciclone l'azienda Wte, che si occupa di progettazione costruzione e gestione degli impianti di recupero rifiuti nonché della produzione di fertilizzanti, ammendanti e correttivi per l'agricoltura. Il traffico illecito di fanghi sarebbe avvenuto in tre stabilimenti nei comuni di Calcinato, Calvisano e Quinzano d’Oglio. A essere indagate sono 15 persone che avrebbero ricavato un profitto di 12 milioni di euro per un totale di 150mila tonnellate di fanghi contaminati.Continua qui
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